Il 2023 sarà un anno storico per gli smartphone della mela morsicata sotto molti punti di vista: tralasciando le scelte obbligate lato software e i cambiamenti estetici (tutti e quattro i prossimi modelli dovrebbero adottare la Dynamic Island, abbandonando definitivamente il notch), Apple è stata obbligata dall’Unione Europea a dotare i prossimi iPhone 15 di una porta USB Type-C, pensionando, di fatto, la vecchia Lightning.

Questa notizia, inizialmente solo un rumor e poi via via diventata sempre più concreta, è stata già più volte ripresa dagli analisti che sostengono che l’implementazione della porta USB Type-C sugli iPhone non corrisponderà ad una vera e propria “apertura” o, meglio, uniformazione al panorama degli smartphone; è più che plausibile che Apple pubblicizzi il cambio della porta di ricarica alla stregua di una vera “innovazione” dei propri smartphone, spingendo su alcune funzionalità esclusive che “i concorrenti Android si sognano”.

Gli iPhone 15 avranno “d’ufficio” la porta USB Type-C

Negli ultimi mesi stiamo imparando a conoscere, pezzo dopo pezzo, rumor dopo rumor, gli iPhone 15, la prossima generazione di smartphone della mela morsicata che verranno svelati da Apple alla fine dell’estate di questo 2023.

In linea di massima, ciò che sappiamo su questi smartphone è già moltissimo. Per evitare di dilungarmi troppo riproponendo sempre la stessa solfa, mi limiterò a condividervi alcuni articoli pubblicati in precedenza per fare il punto della situazione su come saranno dal punto di vista estetico:

Andando oltre questi aspetti, chi si è un minimo appassionato alle anticipazioni sui prossimi iPhone 15 saprà benissimo che, lo scorso ottobre, Apple si è dovuta piegare alla volontà dell’Unione Europea ed è stata costretta (quasi d’ufficio) ad adottare lo standard USB Type-C sui prossimi smartphone, pensionando così la porta Lightning.

Il mese scorso è poi emersa l’indiscrezione, dalle parole del noto analista Ming-Chi Kuo, secondo cui il colosso di Cupertino avrebbe sì accettato questo passaggio obbligato ma stesse cercando il modo di rendere “esclusiva” questa funzionalità, di volgerla a proprio favore per sfruttarla alle proprie condizioni.

Nuovi render - parte frontale - Apple iPhone 15 Pro e iPhone 15 Pro Max

Apple potrebbe pubblicizzare questo cambiamento come funzionalità innovativa

Ecco che si aprono le porte al “Made for Apple”, una sorta di certificazione richiesta dalle parti di Cupertino per far sì che un accessorio, cavo o qualsiasi altra cosa, sia pienamente compatibile e funzionante con i dispositivi della mela morsicata (iPhone 15, cavi e caricabatterie in primis).

In fin dei conti, lo scenario che si sta dipingendo non è molto diverso da quello attuale, dove gli accessori che si utilizzano attraverso la porta Lightning devono possedere la certificazione MFI (Made for iPhone) per risultare pienamente compatibili.

I produttori di accessori di terze parti, quindi, dovranno sottostare alla certificazione richiesta da Apple e, di conseguenza, pur assistendo al passaggio di standard da Lightning a USB Type-C, non vi sarebbe la compatibilità totale lato accessori: tra le indiscrezioni, pare che il colosso di Cupertino abbia intenzione di limitare lo scambio di dati e la velocità di ricarica per i cavi senza la certificazione MFI (tanto per fare un esempio).

Dall’altro lato, potrebbero nascere ulteriori potenzialità legate all’introduzione della porta USB-C, magari qualcosa che Apple ha in cantiere e della quale siamo ancora allo scuro, qualcosa di esclusivo che “i concorrenti del panorama Android si sognano”. Io scommetto che ci sarà qualcosa del genere. Poi, per carità, potrei perdere la scommessa.

Apple iPhone 15 Pro render dal basso

Non è la prima volta che Apple “enfatizza” qualcosa di normalissimo nel panorama Android

La porta USB-C che debutterà sugli iPhone 15 è soltanto l’ultima di una lunga lista di “innovazioni” che sono state implementate sugli iPhone dopo anni rispetto al debutto effettivo della tecnologia, arrivata sui concorrenti del panorama Android molto tempo prima. A tal proposito, senza prendere tutti i singoli casi perché la discussione diventerebbe infinita, ho selezionato cinque esempi abbastanza importanti.

Ricarica wireless

Per quanto concerne la ricarica wireless “moderna”, il primo smartphone Android ad offrire questa tecnologia è stato il Nexus 4 (del 2012) di Google. Per vederla debuttare su un iPhone abbiamo dovuto attendere ben 5 anni: a portarla al debutto sono stati gli iPhone 8, iPhone 8 Plus e iPhone X del 2017.

Abbandono pulsante home, design a tutto schermo

Fino agli iPhone 8, il design degli smartphone Apple è rimasto pressoché invariato a quello originale. La differenza rispetto all’inizio è che all’interno del tasto home è stato nascosto il lettore delle impronte digitali (Touch ID), necessario come meccanismo di autenticazione biometrica (sblocco del telefono, pagamenti, eccetera). Se sul panorama Android sono iniziati ben presto a sparire i pulsanti dalla parte frontale (aprendo al design a tutto schermo), coi lettori delle impronte digitali spostati prima posteriormente e poi lateralmente o direttamente sotto al display, Apple ha fatto una scelta in controtendenza, introducendo il notch (“rubato” all’Essential Phone PH-1 del 2017), togliendo di mezzo il lettore delle impronte digitali (pulsante home) e rimpiazzandolo con il metodo di sblocco tramite il volto in 3D (Face ID). Tutto ciò è avvenuto solo con iPhone X nel 2017, lanciato come “prototipo” a fianco dei classici iPhone 8 e 8 Plus.

Supporto alle reti 5G

Nel panorama Android, il primo smartphone a supportare le reti 5G è stato il Moto Z3 di Motorola (nell’agosto del 2018, con il trucco del Moto Mod apposito); nel febbraio del 2019 è poi stato il turno di Samsung, che ha lanciato il Galaxy S10 5G, primo smartphone Android ad integrare un modem per supportare le reti 5G. Apple è rimasta a guardare circa due anni, portando al debutto la tecnologia sugli iPhone 12 dell’ottobre 2020.

Dynamic Island

Con gli iPhone 14 Pro e 14 Pro Max, Apple ha portato al debutto la Dynamic Island. Per quanto tutta la minestra che il colosso di Cupertino ci ha girato intorno per renderla una funzionalità iconica, in fin dei conti, è una tecnologia equivalente alle fotocamere collocate all’interno di fori sul display, cosa che nel panorama Android esiste dalla fine del 2018 (Samsung Galaxy A8s è stato uno dei primi).

Always-on Display

Per come lo conosciamo oggi, l’Always-on Display è una funzionalità che è stata introdotta (vado a memoria) con il Samsung Galaxy S7 nel 2016 ed è stato via via adottato, migliorato e rivisto da svariati produttori del panorama Android. Con l’introduzione della tecnologia LTPO sui display AMOLED, poi, è divenuto ancora più economico dal punto di vista dei consumi. Nonostante la presenza di un display LTPO già sugli iPhone 13 Pro, Apple ha atteso un’ulteriore generazione prima di introdurlo lo scorso anno, a modo suo, con gli iPhone 14 Pro e 14 Pro Max.

Apple iPhone 8, iPhone X, iPhone 12 e iPhone 14 Pro, quattro generazioni a confronto

In generale, Apple introduce una tecnologia solo quando è “matura”

Il fattore comune di tutte queste “innovazioni” in salsa Apple è il fatto essere state, in parte, reinterpretate e ottimizzate al meglio per sfruttare i canoni della mela morsicata.

Apple, come testimoniato dagli esempi, introduce una determinata tecnologia a bordo dei propri iPhone solo e soltanto quando essa è diventata matura e, soprattutto, quando ha le potenzialità per essere sfruttata per creare profitto (o, al limite, per cercare di non restare troppo indietro rispetto ai competitor).

Tra gli esempi citati in precedenza, consideriamo per un attimo la sola ricarica wireless. Sebbene sia stata introdotta nel 2017, la ricarica wireless in salsa Apple ha raggiunto il suo pieno potenziale nel 2020, con gli iPhone 12, e l’introduzione del sistema MagSafe.

Il nome “MagSafe” deriva dal fatto che il caricatore si attacca magneticamente alla parte posteriore del dispositivo, in modo simile alla tecnologia di connessione magnetica utilizzata sui vecchi MacBook.

Il sistema MagSafe utilizza un insieme di magneti posizionati all’interno del dispositivo e del caricatore per garantire che il caricatore si allinei correttamente e rimanga saldamente attaccato al dispositivo durante la ricarica. Inoltre, il sistema supporta anche la ricarica wireless standard Qi, consentendo di utilizzare anche altri caricabatterie compatibili con lo standard.

Oltre alla funzione di ricarica, però, MagSafe consente anche di attaccare altri accessori magnetici agli iPhone, come custodie protettive, portafogli e supporti per auto, offrendo una maggiore versatilità, aumentando le possibilità di personalizzazione estetica del dispositivo e, di rimando, generando potenziali profitti per Apple che, lo sappiamo tutti, si fa ben pagare qualsiasi accessorio (non dimentichiamoci che il pannetto della mela morsicata per pulire i display costa ben 25€).

Le costanti vendite di iPhone non destano preoccupazioni

Ma lo sappiamo: Apple è Apple e fa i suoi prezzi, a differenza del mondo Android dove, spesso e volentieri assistiamo a cali repentini di prezzo (in questo video abbiamo affrontato la questione).

Gli smartphone Apple sono tutti di fascia alta, pronti “out-of-the-box” e pieni di funzionalità e servizi (chiusi all’interno della “gabbia dorata”, ok) ma che per alcuni utenti sono imprescindibili: infatti, nonostante un mercato degli smartphone che ha subito l’ennesimo calo a inizio del 2023, Apple è l’unica realtà a fare registrare una crescita anno-anno dal 2022 al 2023.

Queste le parole di Runar Bjørhovde, analista di Canalys: Apple ha registrato una performance solida nel primo trimestre, in particolare nella regione Asia-Pacifico. Qui, i continui investimenti di Apple nei canali offline le hanno permesso di attrarre una fiorente classe media, che attribuisce un valore elevato all’esperienza di acquisto in negozio.

Situazione mercato smartphone Q1 2023 Canalys

Nonostante un fatturato di 117,2 miliardi di dollari, in calo del 5,49% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il 56% dei ricavi proviene dalla vendita degli iPhone. Nel Q1 2023, inoltre, Apple ha raggiunto il traguardo dei due miliardi di dispositivi attivi.

Al netto dei servizi, che di trimestre in trimestre battono record su record, a trainare il carro ci sono ancora una volta gli iPhone con i più recenti iPhone 14 Pro in pole position, nonostante un periodo in cui era praticamente impossibile trovarli. Pertanto, lato unità vendute, il colosso di Cupertino può certamente dormire sonni tranquilli.

Ricavi Apple per divisione Q1 2023

Come si comporteranno gli iPhone 15 sul mercato?

Se da un lato gli iPhone 15 Pro dovrebbero guadagnare ulteriori ottimizzazioni dal punto di vista della qualità costruttiva e potranno contare sul nuovo chip a 3 nm, che sta creando non pochi grattacapi a TSMC ma che dovrebbe migliorare sensibilmente le performance (prestazioni ed efficienza) del predecessore, dall’altro lato gli iPhone 15 rischiano ancora una volta di restare indietro.

I modelli “base”, infatti, dovrebbero avere ancora una volta hardware più datato rispetto ai modelli Pro anche se, rispetto agli iPhone 14, i passi in avanti potrebbero essere notevoli. Nel 2022, Apple ha abbandonato il modello mini (dopo due iterazioni che hanno raccolto scarsissimi risultati) per introdurre a listino il modello “Plus” che verrà replicato anche nel 2023: questo sarà uno dei modelli più attesi perché per lui potrebbe trattarsi dell’ultima chance di sopravvivenza all’interno della line-up degli smartphone della mela morsicata.

Capitolo prezzi, la questione più delicata. Visto come ci sta abituando Apple, è ragionevole ipotizzare che i modelli 2023 avranno prezzi superiori rispetto ai modelli precedenti. Quantificare l’aumento è impossibile al momento ma le “scuse” per procedere con l’ennesimo aumento sembrano esserci tutte: la USB-C sarà una di queste? Scommetto di sì, ma vedremo.

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