Dopo gli annunci e le conferme susseguitisi negli ultimi mesi, Twitter ha finalmente iniziato a rimuovere le vecchie spunte blu — ora rientranti tra i privilegi dei sottoscrittori di Twitter Blue; nel frattempo Elon Musk ha pensato bene di farsi beffe di alcune celebrità che avevano preso pubblicamente posizione contro questa scelta assai contestata.

Twitter rimuove le spunte blu: per averle, serve Blue

Della decisione di Twitter di rimuovere le vecchie spunte blu gratuite che permettevano di distinguere gli account verificati dagli innumerevoli profili falsi che pullulano sulla piattaforma social si è parlato in lungo e in largo nelle settimane precedenti.

A dispetto delle critiche che questo cambio di registro ha generato tra utenti — più e meno famosi —  e addetti ai lavori, il social network che da qualche mese fa capo ad Elon Musk ha tirato dritto per la propria strada e nelle scorse ore ha iniziato a dire addio alle vecchie spunte blu, innescando una nuova ondata di polemiche.

Questa mossa, come probabilmente sapete già, si inserisce nel contesto della nuova strategia dell’azienda costruita attorno al piano in abbonamento Twitter Blue: disponibile anche in Italia dal mese di febbraio, la sottoscrizione è ora l’unica via percorribile per riottenere il contrassegno di autenticità dell’account. Tutto ciò, ovviamente, presenta un costo: guardando direttamente al nostro Paese, l’abbonamento mensile a Twitter Blue costa 9,76 euro al mese; optando per l’abbonamento annuale, si ha diritto ad uno sconto del 12%, che porta la spesa complessiva a 102,48 euro (in luogo di 117,12 euro). Come spiega la schermata apposita del social network, “Una volta approvati, gli abbonati a Twitter Blue con numero di telefono convalidato otterranno la spunta blu”.

L’abbonamento offre accesso anche ad altri servizi e funzioni, che vanno dalla priorità in conversazioni e ricerche alla pubblicazione di video più lunghi e in 1080p, senza dimenticare l’accesso in anteprima alle novità della piattaforma. Al netto di ciò, comunque, potrebbe essere proprio la volontà di riottenere la spunta blu a spingere tanti utenti ad abbonarsi: si pensi ai politici, ai personaggi famosi e a tutte quelle realtà che hanno necessità di rendersi riconoscibili da parte degli utenti.

Introdotte da Twitter nel lontano 2009, le spunte blu erano/sono finalizzate a ridurre il rischio di impersonificazione in alcune aree come quelle citate poc’anzi. Nel mese di novembre dello scorso anno, il nuovo proprietario della piattaforma Elon Musk aveva criticato l’utilizzo concreto dello strumento e la conseguente ingiustificata proliferazione di account verificati; al fine di porre rimedio alla situazione creatasi, Musk aveva annunciato il futuro superamento di un meccanismo rivelatosi inefficace e l’inclusione delle spunte blu in Twitter Blue. Ebbene, dopo le valutazioni del caso, il giorno è arrivato.

Musk si fa beffa di alcune celebrità

Tra un lancio storico di SpaceX, gli immancabili proclami sul Tesla Cybertruck e i nuovi impegni in tema di intelligenza artificiale, Elon Musk trova sempre e comunque il tempo per occuparsi di Twitter e il tema caldo del giorno è quello della rimozione delle vecchie spunte blu.

Presentata come “democratica”, la scelta di includere le spunte nell’abbonamento Twitter Blue è stata subito contestata: i più critici hanno posto l’accento sul dimezzamento del valore di Twitter dopo l’acquisto di Musk e sui magri risultati portati finora dal piano a pagamento.

A dispetto di ciò, Musk si è appena reso protagonista di un gesto dei suoi: l’imprenditore ha pensato bene di pagare di tasca propria la sottoscrizione di alcune celebrità che avevano avuto da ridire sulla questione e tra queste figurano LeBron James, William Shatner e Stephen King. Lo scrittore, in particolare, aveva parlato di una questione di principio e nelle scorse ore ha confermato di non aver sottoscritto l’abbonamento e di non aver dato un numero di telefono (necessario per la verifica), ricevendo una pronta e beffarda risposta dallo stesso Musk.

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