Continua l’evoluzione di Twitter, il social network acquistato lo scorso ottobre da Elon Musk. Sin dal suo insediamento, l’imprenditore sudafricano ha dato il via ad una vera e propria rivoluzione, spesso costellata da incredibili toppate, vedasi, ad esempio, tutta la vicenda legata alla spunta blu “democratica”, vecchio sistema di verifica degli account divenuto funzionalità del servizio in abbonamento Twitter Blue, arrivato in Italia un paio di giorni fa.

Dal giorno zero, è apparso evidente come il nuovo management del social network avesse tutte le intenzioni di monetizzare quanto più possibile il servizio e le ultime indiscrezioni divulgare dalla testata The Information, lasciano intendere che Twitter stia valutando una nuova strada per produrre introiti, rendendo a pagamento anche un altro dei badge di verifica esistenti.

Il sistema di verifica degli account Twitter conta tre diverse spunte

Lo zampino di Elon Musk è ben visibile in tutte le ultime burrascose evoluzioni di Twitter, social network da lui acquisito alcuni mesi fa e del quale è tutt’ora CEO, nonostante le dimissioni rassegnate alla fine di dicembre che diverranno effettive una volta che lui stesso troverà un sostituto.

Negli ultimi mesi la democratizzazione della “spunta blu”, entrata a far parte del pacchetto in abbonamento Twitter Blue, ha creato non pochi grattacapi al team del social network che ha però trovato una sorta di scappatoia introducendo altre due tipologie di spunte (o badge) di verifica, una per gli account istituzionali o di organizzazioni multilaterali (spunta grigia) e una per gli account delle aziende ufficiali (spunta dorata) sulla piattaforma.

Al momento della stesura di questo articolo, quindi, l’unica delle tre spunte soggetta ad un pagamento mensile per essere ottenuta è la spunta blu. Sembra, tuttavia, che le cose siano destinate a cambiare presto.

Spunta dorata a pagamento? Twitter ci pensa

Stando ad un rapporto pubblicato nel pomeriggio di venerdì dalla testata The Information, pare che il team di Twitter stia valutando la possibilità di addebitare alle aziende e ai brand un canone mensile di 1000 dollari per mantenere la spunta dorata sulla piattaforma.

Dai documenti trapelati, un cui estratto è stato pubblicato sul social network stesso dal consulente di social media Matt Navarra, si può evincere che Twitter andrebbe ad addebitare altri 50$ al mese (con un mese gratuito, non sia mai che non ci mettiamo una bella promo) per ogni marchio affiliato (immaginiamo che il riferimento vada, ad esempio, Google e tutti i marchi interni ad essa collegati).

Per le aziende che desiderano mantenere la spunta dorata in segno di verifica sulla piattaforma, quindi, il costo annuale sarà di 12000 dollari: ok, per una grossa azienda come Apple potrebbe trattarsi comunque di una barzelletta; è comunque un cambiamento costoso se consideriamo che, ad oggi, la funzionalità è gratuita e serve come strumento per impedire ad utenti malintenzionati di spacciarsi per qualcun altro (cosa peraltro già accaduta nei primi tempi della spunta blu a pagamento).

Visti i precedenti, lo scenario potrebbe evolversi in fretta

Per questa costosa novità non siano tirate in ballo possibili date, anche perché va tenuto in considerazione il fatto che i prezzi sono ancora in fase di definizione e, quindi, potrebbero essere soggetti a modifiche.

Non sarebbe la prima volta per la Twitter del nuovo corso: ricorderete, infatti, che in un primo momento l’abbonamento a Twitter Blue sarebbe dovuto costare 19,99 dollari al mese, salvo poi scendere a 8 dollari al mese in seguito ad una vistosa marcia indietro.

Ad oggi, Twitter non ha annunciato questa nuova (presunta) politica ma se il piano andasse avanti, sarebbe un’altra mossa in pieno stile Elon Musk, voglioso di monetizzare quanto più possibile l’app: per farlo, finora, l’imprenditore sudafricano ha messo in pratica un licenziamento di massa, ha vietato le API di terze parti perché non generano entrate pubblicitarie e ha paventato l’ipotesi di introdurre un nuovo abbonamento molto costoso di Twitter Blue senza pubblicità.

Dall’altro lato, il team del social network sta lavorando per introdurre nuovi strumenti per compensare i creatori di contenuti: questi, risponderebbero al nome di Coins e di Fondo per i creators; allo stato attuale, i primi passi si sono concretizzati un paio di giorni fa, quando Elon Musk ha dichiarato che Twitter ha iniziato a condividere le entrate pubblicitarie legate agli annunci che compaiono nelle discussioni di risposta dei creatori di contenuti.

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