Netflix avrebbe in programma di alzare i prezzi degli abbonamenti al suo servizio di streaming secondo quanto emerge da un articolo del Wall Street Journal pubblicato poche ore fa. I primi a subire le variazioni sarebbero gli utenti degli Stati Uniti d’America e del Canada, mercati ai quali se ne dovrebbero aggiungere poi degli altri. Per ora, non c’è comunque alcun riferimento relativo al mercato italiano.

Cosa aspettarci da Netflix, fra prezzi più alti e altri cambiamenti

Dunque, Netflix potrebbe costare presto di più, un aumento dei prezzi che per il mercato statunitense potrebbe arrivare a distanza di circa un anno e mezzo dai precedenti rincari relativi agli abbonamenti Standard e Premium. In Italia, l’ultima volta che l’azienda di streaming alzò i prezzi risale a due anni fa, quando il piano Standard passò da 11,99 a 12,99 euro al mese e il Premium da 15,99 a 17,99 euro al mese, prezzi ancora validi assieme ai 5,49 euro mensili per il piano Base con pubblicità e ai 7,99 euro al mese dell’abbonamento Base.

Ma secondo il Wall Street Journal, il tariffario attuale di Netflix è destinato a cambiare, a breve sul mercato statunitense e canadese, poi in altri paesi non specificati. Non sono emersi dettagli nemmeno relativi all’entità di questi rincari, che dovrebbero entrare in vigore a distanza di “pochi mesi” dalla fine dello sciopero degli attori di Hollywood, cosa che potrebbe accadere nel giro di qualche settimane sui primi mercati citati.

Per il momento, a parte rimuovere il piano Base da vari mercati, cambiamento che potrebbe presto toccare anche il nostro mercato, Netflix non ha confermato ufficialmente la notizia. Ma probabilmente ne sapremo di più a breve, non prima che la situazione fra gli attori e sceneggiatori di Hollywood si sia stabilizzata, forse già entro questa settimana considerando il termine fissato a lunedì 9 ottobre per il voto per ratificare il nuovo contratto collettivo di categoria proposto dalla WGA, la Writers Guild of America, un’associazione che ha promosso lo sciopero in questione contro produttori cinematografici e televisivi.

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