Nella serata italiana di ieri si è svolto il keynote di apertura della WWDC23, l’annuale conferenza per gli sviluppatori di Apple, un evento molto denso e ricco di novità che passerà alla storia grazie al “One more thing” che ha caratterizzato la parte finale, dedicata interamente al nuovo concetto di spatial computing introdotto dal colosso di Cupertino grazie al visiore per la realtà mista Apple Vision Pro e al sistema operativo che lo animerà, ovvero visionOS.

Il keynote è stata anche l’occasione per conoscere le nuove versioni dei sistemi operativi “classici”, ovvero iOS 17, iPadOS 17, tvOS 17, watchOS 10 e macOS 14 Sonoma, nonché i nuovi MacBook Air 15, Mac Pro e Mac Studio con i chip Apple Silicon M2. Chi ha seguito l’evento avrà notato che la grande assente è stata indubbiamente l’intelligenza artificiale generativa, su cui invece hanno puntato forte molti altri competitor (Google e Microsoft in primis): dietro l’assenza potrebbe celarsi una volontà ben precisa da parte di Apple.

WWDC23: niente IA per Apple

Coloro che si aspettavano una Apple agguerrita e pronta a tuffarsi a capofitto nel mondo dell’intelligenza artificiale saranno rimasti (in parte) delusi dal fatto che, in fin dei conti, quelle due paroline sono state pronunciate ben zero volte durante il keynote di apertura della WWDC23.

Mentre gli altri colossi del settore tecnologico inseguono l’intelligenza artificiale generativa e le sue infinite possibilità, Apple, l’azienda più ricca del mondo, continua a fare gioco a sé: per abitudine, la mela morsicata sviluppa per lunghissimi periodi un dispositivo prima di lanciarlo ufficialmente e, considerando la velocità con cui corrono tecnologia e informazioni oggi, rischia di arrivare in ritardo rispetto alle tendenze.

Un esempio lampante è dato dal lancio dell’Apple Vision Pro, catalogato in maniera riduttiva come visore per la realtà mista (XR o cross reality, punto d’incontro tra realtà aumentata e realtà virtuale), un dispositivo che, in fin dei conti, riprende un trend che, fino a ieri sera, sembrava già passato.

All’evento principale della WWDC23, Apple ha avuto parecchie occasioni per pronunciare le due famose paroline “intelligenza” e “artificiale” ma non lo ha mai fatto. Giusto per fare un paragone, durante il keynote di apertura del Google I/O 2023 dello scorso mese, Google ha pronunciato le due paroline magiche ben 99 volte in 2 ore.

Se per il colosso di Mountain View il Pixel è, a tutti gli effetti, “il primo computer mobile basato sull’intelligenza artificiale“, per Tim Cook e soci era più importante puntare su funzionalità base di un iPhone, come chiamate e messaggi.

La volontà è quella di non “spaventare” l’utente medio

A voler essere onesti, Apple ha utilizzato l’apprendimento automatico (e vi ha fatto spesso riferimento) in molti dei suoi prodotti, ma ha comunque evitato di utilizzare il termine “intelligenza artificiale” per evitare di intimorire gli utenti. A differenza di quanto fatto da Google, Apple ha giocato con le parole, utilizzato il termine “rete neurale” per descrivere come funzionano i suoi prodotti.

Alcuni esempi durante il main event della WWDC23 sono riscontrabili nelle novità legate ai PDF su iPadOS 17, nella nuova app Journal di iOS 17, nel rilevamento del rumore delle AirPods; addirittura, altro esempio, la creazione delle schermate di blocco dell’iPad tramite la funzionalità LivePhoto sfrutta “un modello avanzato di apprendimento automatico”. Una funzionalità simile Google l’ha chiamata “sfondo AI”.

Con gli esempi si potrebbe continuare ad oltranza. Si è parlato di apprendimento automatico anche nella correzione automatica dei messaggi su iMessage, che sfrutta “un modello di linguaggio all’avanguardia” (una cosa alla ChatGPT). Ancora, quando è stato il momento di Apple Vision Pro si è parlato del fatto che “utilizza una rete neurale codificatore-decodificatore avanzata” che, a conti fatti, è una sorta di spiegazione di ciò che fa un’intelligenza artificiale che tenta di copiare lo stile di elaborazione delle informazioni del cervello umano.

Per l’utente medio l’intelligenza artificiale è spaventosa (più per la narrazione che se ne fa, che per comprensione della materia). E a tal proposito, infatti, Apple ha preferito pubblicizzare come difendersi da essa invece che pubblicizzarne il suo utilizzo per lo sviluppo dei prodotti.

Il Vice Presidente Senior della Software Engineering di Apple, Craig Federighi, ha sottolineato l’importanza di proteggere gli utenti dalle minacce deepfake guidate dall’intelligenza artificiale in un’intervista con Fast Company, dove ha inoltre suggerito che Apple preferisca utilizzare un linguaggio più semplice e accessibile per parlare della tecnologia.

Apple Vision Pro

Apple continua a recitare un copione già scritto: parola d’ordine “privacy”

Come anticipato qualche riga sopra, Apple continua a fare la Apple, differenziandosi dalle altre aziende tecnologiche, e puntando su altri aspetti come la sicurezza e la privacy dei suoi prodotti come metodo per spingere le vendite.

Il colosso di Cupertino non si preoccupa troppo dell’hype che, in questo momento, ruota attorno all’intelligenza artificiale e mantiene le distanze dalle altre aziende che stanno proferendo sforzi enormi per impressionare gli utenti con questa tecnologia.

La strategia rimane sempre la stessa: prodotti costosi, prodotti innovativi, prodotti in grado di emozionare e in grado di generare l’effetto wow, senza tenere conto di cosa facciano gli altri.

Dopo il keynote di apertura della WWDC23, le azioni di Apple hanno subito un leggero calo, scendendo da 181 dollari a 178 dollari: questo, probabilmente, si sarebbe verificato anche nel caso in cui l’evento fosse stato interamente incentrato sull’intelligenza artificiale; la colpa, infatti, potrebbe essere del prezzo esagerato del nuovo Apple Vision Pro.

In futuro, probabilmente quando l’intelligenza artificiale non risulterà più così spaventosa all’utente medio e la corsa all’oro sarà definitivamente giunta al termine, anche Apple scenderà in campo sull’argomento, magari rivoluzionando Siri per renderla simile a ChatGPT. Chi può dire con certezza quando succederà? Nessuno. All’interno della gabbia dorata si respira un’atmosfera completamente a sé stante.

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