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Il 3 novembre 2022 passerà alla storia come il giorno in cui è stato presentato ufficialmente Matter, il nuovo standard per la domotica. Ma perché è così importante, tanto da segnare una rivoluzione rispetto al recente passato? Se vogliamo la risposta è già racchiusa in uno dei problemi più comuni incontrati da quanti in questi anni hanno sposato la filosofia della casa intelligente: la compatibilità tra i diversi prodotti per la smart home. Ecco, Matter si presenta come la soluzione a questo problema.

La nostra vuole essere una guida esaustiva sul protocollo Matter, spiegando innanzitutto cos’è e come funziona. Dedicheremo poi la seconda parte dell’approfondimento alla lista dei dispositivi compatibili e non, con una breve riflessione finale sul futuro della domotica.

Cos’è lo standard Matter

Matter è uno standard che nasce per semplificare il collegamento tra sistemi e dispositivi della smart home. In che modo? Di fatto proponendosi come un layer di comunicazione in grado di unificare l’intero settore della domotica, rendendo i prodotti e i servizi per la casa intelligente facili da usare e sicuri.

Oggi Matter non è ancora diffuso e parzialmente limitato nelle sue possibilità, tuttavia ci sono pochi dubbi sul fatto che sia destinato a un presente e futuro radioso, complice il supporto ottenuto dai principali player del settore: Amazon, Google, Apple, Philips, Samsung, IKEA e tante altre aziende produttrici di dispositivi per la domotica che hanno aderito al nuovo standard.

L’esempio forse più significativo di adozione del nuovo protocollo ha per protagonisti gli smart speaker Amazon Echo, aggiornati allo standard Matter lo scorso 20 dicembre 2022, dunque a poco più di un mese dall’annuncio ufficiale di Matter 1.0. Abbiamo fatto l’esempio di Amazon Echo perché è uno dei dispositivi per la casa intelligente più diffusi, ma ne potremmo citare tanti altri, tra cui gli stessi Google Nest.

matter

Come funziona Matter

Lo standard open-source Matter consente ai dispositivi della smart home di dialogare tra loro a livello locale, senza cioè aver bisogno di un cloud, sfruttando le tecnologie già in uso, ossia Wi-Fi, Bluetooth, Thread ed Ethernet. D’ora in avanti, una casa intelligente che si baserà sul nuovo linguaggio avrà bisogno di un semplice dispositivo di controllo Matter e un access point Wi-Fi.

Per essere ancora più precisi, Matter è un layer superiore di comunicazione, non invece lo standard di connessione: di fatto è un software che definisce il linguaggio con cui i dispositivi si parlano. Per il momento presenta un set di istruzioni ancora piuttosto limitato, ecco perché è in grado di funzionare solo con determinate tipologie di prodotti, ad esempio interruttori, lampadine e sensori, mentre non è ancora in grado di supportare prodotti più complessi come gli elettrodomestici, che a differenza delle lampadine o dei sensori possono avere centinaia di funzioni.

Il fatto di non essere ancora pronto a funzionare con dispositivi che hanno bisogno di istruzioni complesse, ad esempio “accendi la TV e riproduci una serie”, oppure “trasmetti il flusso della videocamera di sicurezza o del citofono”, è dovuto alla necessità per Matter di procedere passo dopo passo, avendo come compito primario all’inizio di standardizzare le funzioni controllabili.

I dispositivi della smart home compatibili con Matter potranno essere aggiunti facilmente alla nuova casa intelligente basata sul nuovo standard per la domotica. Un altro passo in avanti determinante è rappresentato dalla configurazione semplificata ai massimi livelli. Cosa significa in concreto? Che basterà collegare il nuovo dispositivo affinché lui si connetta in automatico al resto della casa intelligente. Insomma, quello che prima era visto un po’ come un’utopia oggi è realtà. Mai come ora costruire una casa smart era stato così semplice.

google nest android matter

Cos’è Thread

Lo abbiamo citato anche nel capitolo precedente, quando stavamo parlando del funzionamento pratico del nuovo standard per la domotica Matter. Thread è un protocollo radio che consente ai dispositivi smart della casa intelligente di collegarsi alla rete Internet e agli altri device compatibili.

I suoi due principali punti di forza sono l’affidabilità e la velocità: affidabile perché anche se si scollega l’hub, la rete Thread continuerà a funzionare ugualmente sfruttando la sua capacità di autoripararsi; veloce perché presenta punte di velocità che gli altri sistemi si sognano (ad esempio un sensore di movimento in una rete Thread si attiva in un millisecondo, in un’altra rete invece impiega circa un secondo).

Un altro vantaggio di Thread è essere un protocollo nato per la domotica, a differenza di altri standard quali Z-Wave, Zigbee, Bluetooth e Wi-Fi, che si sono dovuti invece adattare.

A proposito di Zigbee e Z-Wave, che cosa succederà a tutti quei dispositivi IoT che si basano sui protocolli che non fanno parte del nuovo layer di comunicazione? Quest’ultimi potranno continuare a essere impiegati insieme a un router Matter, purché disponga di un bridge che consenta loro di dialogare con i protocolli di rete non supportati da Matter, proprio come Zigbee e Z-Wave.

Va inoltre specificato che per un corretto funzionamento Thread ha bisogno di un modulo radio separato. Non si tratta di un dettaglio trascurabile, in quanto tutti quei prodotti che sono già in commercio e che non lo supportano nativamente non potranno in futuro essere semplicemente aggiornati, di conseguenza non potranno utilizzarlo per le comunicazioni all’interno dell’ecosistema basato sul nuovo standard. Nei prossimi mesi avremo dunque uno scenario in cui ci saranno numerosi dispositivi compatibili con Matter, senza però che questi abbiano la possibilità di sfruttare Thread per la comunicazione, andando così a vanificare parte di quelli che sono i pregi di Matter.

Un altro punto importante da chiarire è che i vari sistemi chiusi della smart home oggi disponibili, pensiamo ad esempio a Philips Hue o Ikea, continueranno a esistere e funzionare come prima sfruttando i protocolli Zigbee o Z-Wave, grazie all’aggiornamento dei diversi Hub a Matter. Il fatto però che sia l’hub la porta di collegamento tra il sistema interno e quello di Matter avrà delle conseguenze dirette sugli scenari e la funzione multi-admin.

Nel primo caso, quello appunto degli scenari, è possibile che nascano dei conflitti tra uno scenario impostato tramite l’app Philips Hue e quello invece creato sulle app che sfruttano Matter. Anche la questione legata ai multi-admin, cioè ai diversi ecosistemi per la domotica che dialogano con lo stesso dispositivo IoT, è complessa. Il problema è che al termine della configurazione un dispositivo dovrebbe rimanere “libero” per poter essere rilevato da altri utenti o app Matter, invece ora succede che una volta configurato questo dispositivo non accetta admin diversi.

La causa principale del problema associato al multi-admin è da ricercarsi nell’operazione di commissioning, che corrisponde alla fase iniziale di inserimento del dispositivo nella casa intelligente, e dall’incapacità attuale dei singoli ecosistemi di aprirsi in maniera reciproca tra loro.

Prodotti e brand compatibili e non

Dall’app Alexa di Amazon all’hub SmartThings di Samsung, passando per l’HomePod di Apple e Nest di Google, oltre ad altre decine di produttori tra cui Ikea, TP-Link, Belkin, Eve Systems e Netatmo: i prodotti e brand compatibili con il protocollo Matter sono tanti, a tutto vantaggio delle persone che in questi anni hanno investito sulla realizzazione di un’abitazione smart.

In questo articolo ci limiteremo a segnalare i dispositivi già pronti a usare il protocollo tra virgolette rivoluzionario, cioè quelli etichettati come “Ready” sul sito ufficiale matter-smarthome.de:

  • Alexa (App Android) – Amazon
  • Home (App) – Apple
  • Home (App Android) – Google
  • SmartThings (App Android) – Samsung
  • Nest Wi-Fi Pro – Google
  • SmartThings Hub – Aeotec
  • Apple TV 4K – Apple
  • SmartThings (terza generazione) – Samsung
  • Gateway G1 – Ubisys
  • HomePod mini – Apple
  • HomePod – Apple
  • Nest Audio – Google
  • Nest Hub (seconda generazione) – Google
  • Nest Hub Max – Google
  • Nest Mini – Google
  • Echo – Amazon

Apple iPadOS 16 Casa Matter

Quali dispositivi non saranno compatibili con il nuovo standard

Sul sito ufficiale di Matter è disponibile una lunga lista di brand e dei rispettivi prodotti che adottano o adotteranno il nuovo standard per la domotica. Per capire quindi se uno o più dispositivi non saranno compatibili con il protocollo Matter basterà collegarsi al link qui sopra e scorrere il corposo elenco: nel caso manchi, significherà semplicemente che almeno per il momento non offre il supporto al nuovo standard.

Domotica e Matter: cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro

La rivoluzione del nuovo standard Matter è appena cominciata. Annunci per certi versi “clamorosi” come quello con cui Amazon ha annunciato il supporto di 17 modelli della linea Echo (per un totale di oltre 100 milioni di dispositivi in tutto il mondo) a Matter saranno sempre più frequenti nei prossimi mesi. Una nuova epoca della domotica è alle porte, con la promessa di migliorare la vita delle persone e soddisfarne le esigenze tramite strumenti in continua evoluzione.

Cosa ne sarà invece degli altri protocolli come Zigbee o Z-Wave? Gli sviluppatori di Matter hanno chiarito che continueranno a a offrire il supporto agli altri protocolli oggi disponibili, come appunto quelli appena citati. Ciò significa che si potranno ancora usare i vecchi dispositivi per la domotica, senza la necessità di sostituire per intero il sistema per la casa intelligente costruito negli ultimi anni. Va da sé però che è soltanto una questione di tempo prima che le persone si convincano ad abbracciare il nuovo standard e risolvere una volta per tutte i problemi di compatibilità affrontati per così tanti anni.

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