Era solo questione di tempo, e ora è ufficiale: Apple ha deciso di mettere la parola fine al supporto software per i Mac basati su processori Intel. Con il rilascio di macOS Tahoe, atteso per l’autunno di quest’anno, l’azienda di Cupertino chiude definitivamente un ciclo iniziato nel lontano 2006 e che, dopo quasi vent’anni, è pronto a concludersi.

L’annuncio è arrivato nel corso della WWDC 2025, più precisamente durante il keynote Platforms State of the Union, dove Matthew Firlik, Senior Director of Developer Relations di Apple, ha dichiarato che macOS Tahoe sarà la versione finale per i Mac Intel. Gli utenti dovranno quindi dire addio agli aggiornamenti principali del sistema operativo su quei modelli, un cambiamento epocale ma ampiamente previsto da tempo.

Apple guarda al futuro, macOS 26 Tahoe sarà la versione finale per i Mac Intel

Come molti di voi ricorderanno, l’azienda di Cupertino ha iniziato il passaggio ai chip proprietari Apple Silicon nel 2020 con l’introduzione del primo MacBook Air con chip M1; dopo un periodo di coesistenza tra le due architetture la transizione si è ufficialmente conclusa nel 2023. Da quel momento in poi i Mac intel sono rimasti supportati solo per questioni di compatibilità, ma la direzione era ormai chiara.

macOS Tahoe rappresenta di fatto la chiusura di questa fase ibrida, a partire dalla versione 27 infatti nessun nuovo aggiornamento arriverà più per i dispositivi con chip Intel, se non sotto forma di patch di sicurezza che continueranno per almeno altri tre anni.

Di seguito la lista ufficiale di tutti i Mac che riceveranno l’aggiornamento macOS Tahoe:

  • MacBook Air con Apple Silicon (2020 e successivi)
  • MacBook Pro con Apple Silicon (2020 e successivi)
  • MacBook Pro (16 pollici, 2019)
  • MacBook Pro (13 pollici, 2020, quattro porte Thunderbolt 3)
  • iMac (2020 e successivi)
  • Mac mini (2020 e successivi)
  • Mac Studio (2022 e successivi)
  • Mac Pro (2019 e successivi)

Nel frattempo, anche il supporto a Rosetta 2, la tecnologia di traduzione che ha permesso agli sviluppatori di continuare a eseguire app x86 su Apple Silicon, si avvia verso il tramonto; secondo quanto riportato macOS 27 sarà l’ultimo sistema operativo a supportare pienamente Rosetta 2, mentre macOS 28 offrirà solo un supporto limitato per le app legacy, come vecchi giochi o software non più aggiornati.

Apple è stata chiara, gli sviluppatori hanno tempo fino al 2028 per rendere le proprie applicazioni completamente native su Apple Silicon, in caso contrario potrebbero trovarsi esclusi dal futuro dell’ecosistema macOS.

Nonostante rappresenti un punto di arrivo per i Mac Intel, macOS Tahoe porta con sé numerose novità interessanti; tra le principali:

  • il nuovo linguaggio di design Liquid Glass che rinnova l’aspetto grafico dell’interfaccia
  • una versione potenziata di Spotlight ancora più intelligente
  • il supporto alle Attività Live importate da iPhone
  • l’arrivo dell’app Telefono che consente di gestire le chiamate direttamente dal Mac

Un pacchetto ricco, pensato chiaramente per i dispositivi più recenti e ottimizzato in ogni aspetto per le architetture ARM di casa Apple.

Chi possiede ancora un Mac basato su Intel compatibile con macOS Tahoe potrà installare l’aggiornamento in arrivo questo autunno e ricevere update di sicurezza fino al 2028 circa; tuttavia, l’azienda suggerisce già oggi agli utenti di valutare seriamente il passaggio ad Apple Silicon, sia per questioni prestazionali che di compatibilità futura.

Chi utilizza applicazioni che si affidano ancora a Rosetta 2 dovrebbe iniziare fin da ora a verificare la presenza di versioni native, o in alternativa contattare gli sviluppatori per sollecitarne la conversione.

Con macOS Tahoe dunque Apple volta definitivamente pagina, i Mac Intel che per anni sono stati sinonimo di potenza e affidabilità escono ufficialmente di scena; al loro posto, un futuro costruito attorno ai chip Apple Silicon, sempre più performanti, versatili ed efficienti.