Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un costante e crescente interesse nei confronti dello spazio intorno a noi, non solo la Luna catalizza l’attenzione e gli sforzi della NASA e di altre agenzie governative (ma anche private), il Pianeta Rosso, Marte, è l’obbiettivo che tutti si prefiggono di raggiungere dopo aver creato una base di partenza sul nostro satellite naturale.

Se per quanto riguarda la Luna l’umanità ha già a disposizione alcuni campioni da analizzare grazie alle passate missioni spaziali, per quanto riguarda Marte la situazione è leggermente differente, per quanto infatti il rover Perseverance abbia raccolto già diversi campioni, questi sono tutt’ora sul Pianeta Rosso.

In questo contesto nasce la missione Mars Sample Return, il cui scopo è quello di predisporre una serie di missioni spaziali per raccogliere campioni di roccia e polvere dalla superficie di Marte e riportarli sulla Terra per effettuare tutta una serie di analisi; purtroppo sembra che l’agenzia spaziale americana stia incontrando alcuni problemi con la missione, principalmente per questioni di budget.

La NASA costretta a cercare alternative per portare sulla Terra i campioni prelevati su Marte

Durante una teleconferenza tenutasi nella giornata di ieri, l’amministratore della NASA Bill Nelson ha comunicato che secondo una recente revisione indipendente, l’attuale piano dell’agenzia volto a portare sulla Terra i campioni prelevati dal rover Perseverance potrebbero non essere attuabili, questo a causa dei costi elevati (si parla di circa 11 miliardi di dollari) e delle tempistiche necessarie che farebbero slittare la missione al 2040, rispetto alle tempistiche ipotizzate in precedenza (2027 o 2028).

La missione Mars Sample Return soffre dunque di tutta una serie di tagli al budget della stessa agenzia, motivo per cui l’ente è costretto a cercare delle alternative; lo stesso Nelson infatti ha dichiarato in merito:

È inaccettabile aspettare così a lungo. È nel decennio del 2040 che faremo sbarcare gli astronauti su Marte.

Per questo motivo la NASA ha deciso di attivarsi per sollecitare idee dai suoi vari centri, al fine di predisporre una missione di ritorno più rapida ed economica che rientri possibilmente nel budget preventivato di 7 miliardi di dollari, restringendo al contempo le tempistiche agli anni ’30.

Ovviamente, c’è chi non ha intenzione di lasciarsi scappare un’opportunità di questo tipo, l’istrionico Elon Musk ha annunciato attraverso il social network di sua proprietà che SpaceX risponderà alla richiesta di alternative della NASA, asserendo anche che il razzo Starship della società ha il potenziale per restituire un “tonnellaggio serio” entro cinque anni. Musk ha probabilmente fatto questo annuncio in virtù del recente successo del terzo lancio di prova di Starship, nonostante qualche inconveniente.

Non ci resta che attendere per scoprire come cambieranno i piani della NASA per la missione Mars Sample Return, e per scoprire se l’agenzia aprirà anche in questo frangente ad aziende esterne, qualora queste potessero realmente abbattere tempistiche e costi in maniera rilevante.