Nella giornata di martedì, il commissario europeo per la concorrenza Margrethe Vestager ha lasciato intendere che l’Antitrust indagherà su Apple e Meta, due dei principali colossi del panorama tecnologico.

A finire nel mirino sono le più recenti tariffe promosse dalle due realtà statunitensi per l’utilizzo dei loro servizi, indicate come possibile impedimento per gli utenti che non potrebbero così godere dei vantaggi (in termini di scelta) promossi dal Digital Markets Act (DMA), entrato in vigore nell’Unione Europea lo scorso 6 marzo.

L’UE tiene sotto controllo le nuove tariffe di Apple per gli sviluppatori

In data 25 gennaio 2024, Apple ha annunciato una serie di modifiche a iOS, App Store e Safari, necessarie per conformarsi al DMA nell’Unione Europea. Queste sono state implementate a partire da iOS 17.4, rilasciato lo scorso 5 marzo agli utenti in possesso di un iPhone compatibile.

In generale, le modifiche apportate dal colosso di Cupertino hanno reso più aperto, nel Vecchio Continente, l’intero ecosistema della mela morsicata, fino allo scorso mese “chiuso” in se stesso.

A finire nel mirino di Margrethe Vestager e, di rimando, nel mirino dell’Antitrust europeo, è stata la nuova struttura tariffaria che prevede una tassa base di 50 centesimi di euro all’anno per ogni account utente che gli sviluppatori di app dovranno corrispondere a Apple anche nel caso in cui non utilizzino nessuno dei servizi di pagamento di Apple.

Ciò ha scatenato critiche da parte di Epic Games (creatore di Fortnite, che ha vinto la sua battaglia) e altri come Spotify e Mozilla (con l’Antitrust che si è già pronunciato in favore del colosso dello streaming musicale).

Di seguito riportiamo le parole che Vestager ha rilasciato ai colleghi di Reuters:

“Ci sono cose a cui siamo molto interessati, ad esempio, se la nuova struttura tariffaria di Apple non renderà di fatto in alcun modo attraente l’utilizzo dei vantaggi del DMA. Questo genere di cose è ciò su cui investigheremo.”

Anche Meta potrebbe essere indagata dall’UE

A qualche mese di distanza dal lancio in Europa dell’abbonamento senza pubblicità (canone mensile di 9,99 euro a utente) a Facebook e Instagram, nella giornata di martedì 19 marzo, Meta si è offerta di abbassare il prezzo dell’abbonamento a 5,99 euro al mese (più 4 euro al mese per ogni eventuale account aggiuntivo).

Max Schrems, un’attivista austriaco per la privacy, ha affermato che la questione che investe l’azienda di Zuckerberg non riguarda il livello del canone:

“Penso che ci siano molti modi diversi per monetizzare i servizi forniti, perché una cosa è la pubblicità molto mirata che si basa sui dati consumati mentre un altro modo è la pubblicità contestuale. Quindi penso che sia importante continuare la conversazione con Meta e valuteremo anche, alla fine, quale sarà la prossima spinta affinché siano conformi al DMA.”

Tutte le sei società soggette al DMA devono fare attenzione

Il commissario europeo per la concorrenza ha inoltre messo in guardia le varie aziende dal mettere in pratica un potenziale comportamento scorretto: scoraggiare gli utenti dal passare a un’azienda rivale usando toni denigratori (nei confronti degli avversari); questo tipo di pratica potrebbe innescare un’indagine.

Margrethe Vestager ha inoltre commentato le affermazioni di Apple circa i rischi per la sicurezza che gli utenti UE dovranno affrontare in seguito alle modifiche apportate per il rispetto del DMA:

“Riterrei imprudente affermare che i servizi non sono sicuri da usare, perché ciò non ha nulla a che fare con il DMA. Il DMA è lì per aprire il mercato affinché altri fornitori di servizi possano arrivare a te e al modo in cui il tuo fornitore di servizi del vostro sistema operativo, spetta a loro decidere come si assicureranno che sia sicuro. Ovviamente, se vediamo o abbiamo il sospetto che questo sia per dire che qualcun altro non sta facendo il proprio lavoro, potremmo prendere iniziative per indagare su ciò.”

Il commissario ha anche sottolineato quanto sia stata fondamentale la grande mole di feedback fornita dagli sviluppatori, sfruttata per decidere se avviare (o meno) una indagine su una delle sei società soggette al DMA. Queste sono: Alphabet (Google), Amazon, Apple, ByteDance, Meta e Microsoft.

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