Alcuni documenti trapelati di recente lasciano intendere che Amazon avrebbe in mente di aggiornare per bene Alexa. Che nell’era dei chatbot IA, con ChatGPT al timone, l’assistente virtuale di Amazon abbia bisogno di cambiare non è una novità né un mistero.

Ne va della sua stessa esistenza, come d’altronde di quella degli altri assistenti vocali come Siri e Google Assistant, che già si ritrovano al cospetto di intelligenze artificiali ben più capaci di loro, in grado anche di supportare e assistere l’utente per le operazioni più semplici, presto anche nella quotidianità.

Amazon Alexa integrerà i modelli linguistici di ChatGPT e Google Bard?

Secondo alcuni documenti trapelati e condivisi dal sito statunitense Business Insider, Amazon sarebbe dunque al lavoro per ridare vita al suo assistente virtuale tramite modelli di intelligenza artificiale generativa, quelli che stanno dietro a soluzioni come ChatGPT di OpenAI e a Google Bard, ad esempio.

Amazon dovrebbe fare affidamento su un suo modello di linguaggio LLM (Large Language Model, cioè quegli algoritmi di deep learning capaci di riconoscere, elaborare e prevedere contenuti in linguaggio naturale) che fornirebbe ad Alexa capacità inedite. Noto come LLM Alexa Teacher Model, sarebbe una soluzione proprietaria che, assieme ad altri modelli, renderebbe l’assistente virtuale di Amazon “più diretto, proattivo e conversazionale”.

I documenti fanno riferimento a un assistente virtuale in grado di “pensare” oltre che di recuperare da un database, nonostante sia un’affermazione da prendere con le pinze per ovvi motivi, alla base del funzionamento di ChatGPT e di soluzioni simili che non fanno altro che mettere in ordine delle parole in risposta a determinati comandi.

Esempi concreti di cosa potrebbe fare Amazon Alexa

Quindi l’idea è far sì che in futuro Amazon Alexa, grazie all’integrazione di questi modelli di linguaggio, possa offrire nuove funzioni basate sull’intelligenza artificiale generativa. Ad esempio nei documenti trapelati gli viene chiesto di generare una favola della buonanotte per un bambino di otto anni basata su una storia fra un gatto e una luna, al che l’assistente, in stile ChatGPT, si “inventa” una storia su “Mittens, il primo gatto ad andare sulla luna”.

Un aggiornamento simile potrebbe essere utile anche per rendere la ricerca più efficace e basata su descrizioni meno dettagliate e più vaghe. C’è un altro esempio che alla domanda “Alexa, trova quel programma di HBO o di Netflix in cui dei ricchi vanno in vacanza in Sicilia o alle Hawaii”, l’assistente sarebbe in grado di scoprire che si tratta di The White Lotus.

O ancora, per interagire meglio con Amazon Alexa. Nel caso in cui un utente chieda informazioni sui prezzi di HBO (un’emittente televisiva a pagamento statunitense) dopo la prova, l’assistente sarebbe in grado di effettuare anche l’iscrizione tramite i canali Amazon Prime Video.

Ad ogni modo, per ora non sappiamo di più. Ma considerando le capacità attuali e le potenzialità delle intelligenze artificiali generative, sembra uno scenario molto verosimile questo, che presto potrebbe diventare una vera e propria necessità per Amazon: aggiornare Alexa per rendere il suo assistente più utile, meno “stupido” come diceva alcune settimane fa l’amministratore delegato di Microsoft Satya Nadella al Financial Times riferendosi agli assistenti virtuali in generale, e quindi al passo con le nuove tecnologie.

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