Il 2021 è stato un anno importante per l’Italia sotto il profilo della digitalizzazione, ma il 2022 appena arrivato è latore di ulteriori novità che potrebbero contribuire non poco alla trasformazione digitale, soprattutto per quello che riguarda la PA e i pagamenti elettronici.

Il destino del contante è segnato, il futuro è digitale

Questi ultimi sono in crescita già da anni e indubbiamente anche la pandemia ha giocato un ruolo significativo. In tal senso è sufficiente tenere a mente che, mentre nel primo semestre del 2014 i pagamenti effettuati con carte di debito ammontavano a 657 milioni, nello stesso periodo del 2021 sono arrivate a ben 1,6 miliardi.

La strada appare ormai tracciata e infatti una recente indagine condotta da EY Digital Payments evidenzia come il contante sia destinato a perdere terreno e ad essere superato dai mezzi elettronici entro il 2025. Questo sorpasso verrà favorito anche dal successo di nuovi servizi come ad esempio i servizi basati sulla blockchain – avete letto il nostro articolo riassuntivo sul 2021 delle criptovalute? –, le super app di pagamento che accentrano una miriade di servizi disparati facilitando molte operazioni tradizionalmente noiose e meccanismi come il buy now pay later.

Tornando alla situazione pandemica, non si può dimenticare la spinta data ai pagamenti mediante mezzi elettronici da iniziative governative come il Cashback di Stato e la Lotteria degli Scontrini, ma anche quella derivante dall’innalzamento della soglia utile per effettuare pagamenti contactless e dall’azzeramento delle commissioni per le piccole transazioni con Bancomat.

Come detto, lo scorso anno è stato importante, ma quello nuovo si prospetta ancora migliore.

Pubblica amministrazione sempre più digitale: App IO, PagoPA e altro

La trasformazione digitale del sistema Paese non può che partire dall’arcaica e spesso farraginosa pubblica amministrazione e infatti alcuni punti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dell’esecutivo toccano direttamente PagoPA, la società pubblica per il digitale alla quale fa capo la sempre più nota App IO (fondamentale per la gestione del Cashback di Stato prima e ancora più utile di recente in ottica Green Pass e Super Green Pass).

Tre sono i progetti fondamentali che vedranno la luce nel 2022 e ci faranno compagnia a partire dai prossimi anni:

  1. La creazione di un cassetto digitale degli atti renderà possibile l’archiviazione di atti e notifiche, anche dotate di valore legale, e la conservazione delle ricevute dei pagamenti in favore della PA.
  2. Una nuova piattaforma digitale nazionale dedicata allo scambio di dati tra le amministrazioni all’insegna dell’interoperabilità – il progetto ha già registrato l’adesione di Agenzia delle Entrate, Inps e Anpr (Anagrafe nazionale della popolazione residente) – semplificherà la vita dei cittadini. Basti pensare al fatto che l’ISEE andrà inserito una sola volta e saranno poi i vari enti competenti a recuperarlo dalla banca dati. Si tratta di uno strumento di coordinamento quanto mai necessario alla luce dei dati dell’ultimo anno, che hanno visto PagoPA processare oltre 180 milioni di pagamenti (per un valore complessivo di 34 milioni di euro), i download dell’App IO – che offre circa 55mila servizi di 6.500 enti (avete visto come pagare il bollo auto online? – toccare i 24 milioni.
  3. L’implementazione di PagoPA per l’erogazione di bonus vari e servizi (si pensi ai rimborsi del Cashback di Stato erogati sull’IBAN precedentemente indicato).

Scende la soglia per i pagamenti in contanti

Tutte le iniziative in favore dei pagamenti elettronici tracciabili a discapito del contante menzionate sopra avevano come finalità comune il contrasto dell’evasione fiscale e, sebbene il Cashback di Stato sia stato cancellato (non aveva portato i benefici sperati), il governo Draghi si è mosso in una direzione ben precisa attraverso l’abbattimento del limite per i pagamenti in contanti e la previsione di multe per gli esercenti che non accettino quelli elettronici (sebbene i rischi di un altro buco nell’acqua non siano stati ancora del tutto eliminati).

Per quanto riguarda la prima mossa, come probabilmente sapete, già a partire dal 1 gennaio 2022 la soglia massima per i pagamenti effettuabili in contanti è stata dimezzata, passando da 2.000 euro a 1.000 euro in attuazione del decreto legge 124/2019 e della manovra 2020 del governo Conte-bis. Questo tetto massimo si applica sia alle transazioni con persone fisiche che a quelle con aziende, con la conseguenza che tutti i pagamenti di importo superiore a 999,99 euro dovranno essere eseguiti attraverso mezzi di pagamento che garantiscano la tracciabilità, quali carte di credito e di debito, prepagate, assegni e bonifici.

Quanto alla seconda misura, di sanzioni a danno degli esercenti che rifiutino pagamenti elettronici si parla ormai da mesi, visto che questa clamorosa lacuna aveva reso sostanzialmente inutile l’obbligo di dotarsi del POS e di accettare tali pagamenti. Ebbene, con non poco ritardo, la sanzione – nella misura di 30 euro, da sommare al 4% del valore della transazione che si voleva effettuare – dovrebbe divenire finalmente operativa dal 1 gennaio 2023. Secondo quanto spiegato dal commercialista Salvatore De Benedictis a Repubblica, comunque, il rinvio di un anno rispetto alle previsioni iniziali ed eventuali modalità applicative complicate non fanno ben sperare:

«Il cittadino è chiamato a denunciare l’esercente che rifiuta il pos e poi, si legge, servirà una ispezione dalle forze dell’ordine – continua. E non sarà facile data l’infinita varietà dei casi di rifiuto: l’esercente potrebbe avere il pos ma dire al consumatore che non funziona o che non c’è linea, ad esempio. E a un controllo della polizia sostenere che il problema si è nel frattempo risolto. In questi casi sarebbe impossibile accertare l’irregolarità».

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