La notizia era nell’aria, e la sospensione per la seconda metà del 2021 aveva fatto presagire a una conclusione più rapida del previsto. Stiamo parlando del Cashback di Stato, che non tornerà nemmeno nel 2022. Troppo pochi i benefici a fronte di un impegno economico non certo indifferente hanno portato il governo Draghi a prendere la decisione definitiva.

Addio Cashback di Stato

L’idea era stata lanciata dal governo Conte bis dal primo gennaio di quest’anno, dopo una sorta di rodaggio nel mese di dicembre dello scorso anno. L’ultima cabina di regia ha deciso che, visto il mancato incremento del gettito fiscale, il Cashback sarà cancellato. In questo modo il governo potrà contare su risorse aggiuntive per 1,5 miliardi di euro, da dirottare su altre iniziative.

Manca ancora l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, che si riunirà nel pomeriggio, ma sembra solamente una formalità. Il Cashback, secondo i dati ufficiali, ha interessato oltre 7,9 milioni di italiani, che hanno effettuato oltre 750 milioni di transazioni. Nella maggior parte dei casi però si è trattato di persone già avvezze all’uso dei sistemi di pagamento elettronico, pertanto la mossa non ha sortito l’effetto sperato, ovvero quello di contrastare le transazioni “in nero”.

Le maggiori polemiche sono poi arrivate dal Super Cashback, che doveva premiare con 1.500 euro le 100.000 persone che avessero effettuato il maggior numero di transazioni. Peccato che in questo modo sia partita una corsa alle microtransazioni che vi abbiamo ripetutamente documentato in passato, con numerosi disagi per le attività commerciali coinvolte.

Ora il governo Draghi ha deciso di mettere la parola fine a queste polemiche, e al costo dell’intera operazione, chiudendola definitivamente dopo averla sospesa per la seconda metà del 2022.