Quando Apple fece sparire il caricabatterie dagli iPhone 12 nel 2020, il mondo tech non la prese bene. Oggi la storia sembra ripetersi — ma stavolta tocca al Mac. La nuova generazione di MacBook Pro M5 da 14 pollici, presentata di recente e già disponibile sullo store ufficiale, arriva in Italia senza alimentatore in confezione. È un cambiamento che farà discutere, ma che si inserisce in un contesto normativo preciso: Apple sta anticipando le mosse dell’Unione Europea.
Indice:
La confezione cambia, e non poco
Aprendo la pagina del nuovo MacBook Pro M5, il dettaglio è chiaro: tutti i modelli — dalla configurazione base con 16 GB di RAM e 512 GB di SSD fino a quella top con chip M5 Pro o Max — non includono l’alimentatore. Nella scatola si trova soltanto il cavo USB-C MagSafe 3 da due metri, con attacco magnetico, ma niente presa da muro. Chi non ha già un caricatore compatibile dovrà quindi affrontare una spesa extra: 65 euro per l’adattatore da 70W, oppure 85 euro per quello da 96W.
Una decisione che in un primo momento può sembrare un passo indietro in termini di accessibilità, considerando che parliamo di un laptop premium che parte da 1.849 euro. Tuttavia, la realtà è più complessa: Apple sta semplicemente anticipando la normativa europea in materia di caricabatterie e rifiuti elettronici.

L’Europa detta la linea, Apple la anticipa
Dal 28 aprile 2026 entrerà in vigore la direttiva europea che obbligherà tutti i produttori di notebook a standardizzare il sistema di ricarica via USB-C e, soprattutto, a offrire ai consumatori una scelta: acquistare il dispositivo con o senza caricatore. La logica è semplice: chi possiede già un alimentatore compatibile potrà riutilizzarlo, riducendo i rifiuti elettronici e i costi ambientali legati alla produzione di nuovi accessori. Si tratta di una linea coerente con gli obiettivi green dell’Unione Europea, già visti con la legge sul caricatore unico che ha uniformato smartphone, tablet e accessori.

Apple, che spesso gioca d’anticipo, ha deciso di adattarsi subito — almeno per il mercato europeo. Non lo ha fatto per primi nel settore (alcuni produttori di smartphone avevano già adottato soluzioni simili), ma ancora una volta fissa un precedente importante nel mondo dei laptop.
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Questione ambientale o questione economica?
Le motivazioni ufficiali, come accadde con gli iPhone, ruotano attorno alla sostenibilità ambientale e alla riduzione dei rifiuti elettronici. Tuttavia, tra gli utenti non mancano le critiche: è vero che si riducono gli sprechi, ma per chi non ha già un caricatore compatibile, l’operazione si traduce in una spesa aggiuntiva non trascurabile. Facendo i conti, la differenza economica con il modello precedente è minima, ma significativa:
- MacBook Pro 14 M5 – da 1.849 euro (caricatore escluso)
- MacBook Pro 14 M5 + caricatore 70W – da 1.914 euro
- MacBook Pro 14 M4 (2024) – da 1.949 euro, con caricatore incluso
Anche acquistando separatamente il caricatore, il nuovo modello costa 35 euro in meno rispetto a quello precedente. Apple, quindi, ha abbassato il prezzo base per bilanciare la mancanza dell’accessorio in confezione. Può sembrare un piccolo dettaglio, ma è sufficiente per rendere la scelta meno “punitiva” per chi deve acquistare tutto da zero.

Una scelta criticabile, ma coerente
Guardando le politiche globali di Apple, la realtà è che non tutti i Paesi ricevono lo stesso trattamento. Negli Stati Uniti, ad esempio, l’alimentatore è ancora incluso nella confezione dei MacBook Pro M5. Ciò dimostra che la decisione non nasce da necessità di tagli produttivi, ma piuttosto da una regolamentazione locale che l’azienda ha voluto anticipare.
In Europa, l’eliminazione del caricabatterie si inserisce quindi in una strategia di adeguamento proattivo, un modo per allineare i processi logistici e distributivi alle direttive comunitarie prima che diventino obbligatorie. Tuttavia, resta un nodo difficile da sciogliere: se la scelta è davvero orientata alla sostenibilità, perché non offrire gratuitamente al momento dell’acquisto l’opzione di aggiungere o meno il caricatore? In questo modo il consumatore avrebbe piena libertà, senza percepire la mossa come un aggravio di costo.
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Un precedente destinato a fare scuola
Il nuovo MacBook Pro M5 non è solo un aggiornamento hardware — che porta miglioramenti nelle prestazioni, nell’efficienza del chip e nella gestione energetica — ma anche un segnale di come cambierà il mercato dei portatili nei prossimi anni. È probabile che altri brand seguiranno la stessa strada, spinti sia dalla normativa europea che da una maggiore attenzione alle tematiche ambientali.

Apple, nel bene o nel male, ha aperto la strada ancora una volta. Come con il caricatore degli iPhone, inizialmente criticato ma poi adottato da tutta l’industria, anche questa decisione potrebbe diventare un nuovo standard di fatto, destinato a normalizzarsi nei prossimi modelli di laptop.
In conclusione, la mancanza dell’alimentatore nel nuovo MacBook Pro M5 può sembrare una rinuncia per chi si aspetta un’esperienza “completa”, ma rappresenta anche un passo avanti verso un mercato più sostenibile e consapevole. E forse, come spesso accade con le scelte di Apple, il tempo farà passare l’indignazione iniziale, trasformando una polemica in una nuova abitudine.
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