La registrazione di un nuovo brevetto legato al Face ID potrebbe presto dare un senso alla tacca presente sui display dei più recenti MacBook Pro.

Sembra infatti che Apple stia cercando di risolvere tutti i limiti del caso per andare oltre al Touch ID e dotare i propri laptop (ma anche gli all-in-one) della tecnologia di riconoscimento del volto in tre dimensioni presente da ormai sei anni sugli iPhone, nonostante in passato l’azienda smentisse questa possibilità.

Face ID sui computer Mac: forse ci siamo

Dal lontano 2017, Apple lavora all’implementazione del Face ID, un metodo di autenticazione biometrica che effettua una scansione tridimensionale del volto, su vari dispositivi della gamma.

I primi su cui è stata implementata questa tecnologia sono gli iPhone, a partire dall’iPhone X, il primo senza pulsante home (sotto al quale era integrato il vecchio Touch ID) e dotato del notch. Nel tempo la tecnologia è maturata, permettendo di ridurre le dimensioni della tacca e, addirittura, andare oltre con l’implementazione della Dynamic Island.

Mondo iPhone a parte, sugli altri dispositivi, tra iPad (tranne gli iPad Pro) e MacBook, il colosso di Cupertino continua a puntare sul Touch ID, rinnovato qualche anno fa per essere implementato nel tasto di accensione e spegnimento. Ora, però, sembra che l’azienda stia riuscendo a trovare la quadra per andare oltre e implementare, finalmente, il Face ID anche sui propri notebook (almeno quelli di punta) e anche sull’iMac, l’all-in-one della casa.

Un nuovo brevetto fa luce sui passi in avanti

Lo scorso 15 agosto, Apple ha depositato un nuovo brevetto chiamato “Light Recognition Module for Determining a User of a Computing Device” presso l’USPTO (United States Patent and Trademark Office).

Tale brevetto riguarda, in soldoni, l’aggiunta del Face ID ai Macbook, anche se nel testo viene fatto riferimento a un modulo di riconoscimento della luce e a un laptop; l’azienda sottolinea anche il fatto che gli utenti memorizzano sempre più informazioni sensibili all’interno di un laptop che dovrà preoccuparsi di gestirle e archiviarle.

Senza entrare troppo nel dettaglio, Apple spiega che la soluzione al problema sarebbe l’implementazione di un modulo di riconoscimento del modello di luce che può essere incorporato all’interno di un dispositivo informatico. In particolare, questo modulo includerebbe un emettitore di luce in grado di proiettare un modello di luce predeterminato (probabilmente luce infrarossa) e un rilevatore di luce che si preoccuperà di raccogliere il riflesso che torna indietro dopo che la luce emessa sbatte al soggetto/oggetto e determinarne l’identità.

Tale componente (ovvero il Face ID) è pensato per essere collocato in posizione adiacente al livello del display o sopra di essi, potendo essere posto alal’interno di una tacca, un cerchio, un’ellisse o una qualsiasi forma poligonale o curvilinea. Tra le immagini che corredano il brevetto, una riguarda l’iMac e mostra una versione del PC all-in-one dotato di tacca (senza motivo apparente, viste le cornici attorno al display) e, di conseguenza, del Face ID.

C’è ancora qualche grana da risolvere

Il problema più grande Apple dovrà risolvere per potere procedere con l’implementazione del Face ID sui MacBook va oltre la tecnologia in sé, abbastanza matura e collaudata, e risiede nelle dimensioni fisiche della sensoristica.

Il coperchio dei MacBook è molto sottile e, allo stato attuale, non vi è fisicamente lo spazio per potere integrare tale tecnologia al suo interno. Il team di sviluppo dovrà pertanto lavorare per riprogettare la sensoristica in modo da farla entrare in uno spazio decisamente più angusto senza perdere qualità e, di rimando, senza intaccare la sicurezza del metodo di autenticazione.

Eppure Apple sosteneva che il Touch ID fosse meglio del Face ID sui Mac

Facendo un passo indietro al 2021, anno in cui il colosso di Cupertino presento i primi MacBook Pro 14 e Pro 16 con chip Apple Silicon M1 (nelle versioni M1 Pro e M1 Max), ad Apple venne posta la domanda su come mai i due nuovi MacBook Pro non fossero dotati del Face ID, nonostante la tacca.

L’azienda rispose dicendo che il Touch ID fosse una soluzione migliore su un laptop dato che le mani dell’utente sono già sulla tastiera. Probabilmente, vista l’insistenza sulla faccenda (arricchita dalla registrazione del nuovo brevetto), si trattò allora di una “falsa verità” che voleva nasondere i limiti tecnici che non erano ancora stati superati.

Tutto ciò che abbiamo detto finora, comunque, non vuol dire necessariamente che vedremo il Face ID a bordo dell’iMac con chip Apple Silicon M3 o a bordo dei MacBook Pro 14 e Pro 16 con chip M3 Pro o M3 Max; potrebbe volerci ancora tanto tempo prima che la soluzione arrivi sui modelli di produzione. L’introduzione di tale tecnologia di autenticazione biometrica, tuttavia, darebbe (finalmente) un enorme senso alla presenza della tacca.

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