Oggi, 8 febbraio 2022, si celebra il Safer Internet Day (SID), ovvero la Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete: un evento annuale arrivato alla 19esima edizione che mira a puntare i riflettori su trend e rischi connessi a social network, identità digitale, cyberbullismo , fake news e molto altro. La campagna informativa indetta annualmente dalla Commissione Europea ha come slogan “Together for a better internet” e mira a sensibilizzare le parti interessate per rendere il web un posto migliore e più sicuro, in particolare per giovani e giovanissimi.

I giovani e la rete: rischi e trend

In Italia la campagna è coordinata dal progetto “Generazioni Connesse”, un’iniziativa organizzata dal Ministero dell’Istruzione che prevede webinar, dirette e interviste con esperti. Sul mondo del web il Safer Internet Day sarà accompagnato dagli hashtag #SID2022 e #SICItalia, con partner istituzionali come l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Polizia di Stato e Telefono Azzurro impegnati a informare sui rischi derivanti dalla rete.

Fanno riflettere sicuramente alcuni dei dati emersi da un’indagine congiunta realizzata da MIUR e Generazioni Connesse sul come i ragazzi trascorrono il proprio tempo in rete. Rispetto allo scorso anno è diminuita la percentuale di giovani che trascorre molto tempo online: circa il 42% degli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado infatti trascorrono dalle 5 alle 10 ore al giorno connessi. E se il 12% afferma di essere sempre connesso e di non perdere mai una notifica, da una ricerca promossa dal Movimento Italiano Genitori (MOIGE) circa il 61% dei ragazzi tra i 6 e i 20 anni afferma di preferire la compagnia degli amici, specialmente la domenica, invece del proprio smartphone o console.

Giornata mondiale sicurezza in rete

Lo smartphone resta il mezzo principale utilizzato, con un 64% degli intervistati che ammette di utilizzare il proprio telefono più di ogni altro dispositivo elettronico in casa, come PC, tablet, console e TV. E su questo mezzo i social network diventano l’attività principale favorita da giovani e giovanissimi, che tra Instagram, Facebook e TikTok socializzano, si informano e si intrattengono, con tutti i rischi ad essi connessi.

Fake news, cyberbullismo e sexting

Giornata mondiale sicurezza in rete

Con il 67% degli intervistati che dichiara di avere entrambi i genitori che lavorano non stupisce che venga registrato il +34% per l’utilizzo dello smartphone anche nella fascia d’età compresa tra i 6 e 10 anni, quella da proteggere maggiormente dai rischi della rete. Un giovane su tre dichiara infatti di guardare contenuti vietati ai minori, con il 59% che che utilizza un dispositivo connesso ad internet senza alcuna forma di controllo da parte di genitori, fratelli, sorelle o parenti. E di questi, un quarto afferma di eliminare la cronologia di navigazione, cercando di limitare la quantità di dati condivisa su internet.

Giornata mondiale sicurezza in rete

Quasi la metà degli intervistati dichiara di aver subito prepotenze, soprattutto verbali (30%) e psicologiche (24%), con la percentuale di cyberbullismo che si attesta al 4%. In questi casi le vittime hanno come punto di riferimento genitori ed amici, con una percentuale rispettivamente del 48% e del 24%; soltanto il 14% dichiara di rivolgersi ai docenti. Le fake news non risparmiano neanche i giovani – nonostante i tentativi di Facebook e Instagram di arginare il fenomeno – con il 56% che dichiara di aver condiviso informazioni false reperite in rete o sui social network. E quando si parla di sexting, il 24% degli intervistati delle scuole medie e superiori dichiara di aver scambiato immagini intime con altri nei 2-3 mesi precedenti al sondaggio.

Malware e furti d’identità in ascesa

Nonostante siano giovani e giovanissimi le categorie su cui verte l’attenzione principale, la Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete è rivolta a tutte le fasce d’età. Secondo un rapporto recente di Unipol-IPSOS, circa 10 milioni di italiani hanno subito violazioni digitali come furto d’identità e clonazione della carta di credito. Si tratta di un fenomeno che ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni, colpendo maggiormente quelli della cosiddetta Generazione Z, circa il 32% delle persone comprese tra  i 16 e 26 anni. Negli ultimi tempi il fenomeno del phishing è letteralmente esploso, unito a tecniche di social engineering sempre più sofisticate che fanno leva sull’emotività degli utenti: basta pensare a tutte le truffe perpetrate attraverso WhatsApp e messaggi SMS.

Su tutte le piattaforme i malware sono in ascesa, in particolare spyware che carpiscono dati per aziende di terze parti: enormi database contenenti informazioni utili per tracciare le abitudini degli utenti, ma non solo. Quando si ottengono le credenziali di accesso di un utente, ad esempio se un servizio utilizzato è vittima di un leak o un attacco hacker, diventa difficile per gli utenti venirne a conoscenza ed evitare danni collaterali. Secondo rapporti recenti, il 51% degli utenti ammette di utilizzare una sola password o riutilizzarla per tutti (o quasi) i servizi: una volta compromessa quella, è facile avere accesso ad altri account e servizi, come email e home banking. Ecco perché consigli all’apparenza banali, come quello di dotarsi di un password manager come NordPass, 1Password o LastPass, si rivelano molto efficaci. 

Il GDPR, questo sconosciuto

Uno degli strumenti più importanti in materia di trattamento dei dati personali e di privacy è il regolamento generale sulla protezione dati, o General Data Protection Regulation (GDPR).  Questo regolamento dell’Unione Europea operativo dal 25 maggio 2018 definisce in termini legali i limiti in cui aziende e pubblica amministrazione trattano i dati sensibili degli utenti. Chi viola questo regolamento incorre in multe molto salate, che possono arrivare fino a 20 milioni di euro o il 4% del fatturato globale delle aziende. Il consenso al trattamento dei dati per gli attori che operano all’interno dei confini dell’Unione Europea deve essere sempre volontario, specifico, informato e non ambiguo. 

In particolare tra i giovani però questo strumento è poco conosciuto, con il 68% degli studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado che dichiara di non aver mai sentito parlare del GDPR – nonostante l’Italia sia tra i primi paesi in Europa per violazioni. Notevoli passi in avanti sono stati fatti grazie alle innumerevoli attività di formazione nelle scuole, con il 31% che afferma di aver ricevuto informazioni utili a scuola sulla sicurezza in rete. Se però cyberbullismo, sexting e uso corretto dei social media sono sempre al centro dell’attenzione mediatica, temi come il GDPR e il diritto all’oblio vengono spesso posti in secondo piano. Una lacuna che può provocare ansia e preoccupazione: il 39% degli intervistati dichiara di essere molto preoccupato sul tracciamento del proprio comportamento online, mentre il 23% è altrettanto preoccupato sull’utilizzo dei dati che fornisce in rete. 

Tra tutte le realtà italiane spicca Aruba – che molti conosceranno per il servizio di posta elettronica certificata – che dal 7 febbraio è il primo provider italiano ad aver ottenuto la conformità al Codice di Condotta CISPE per i suoi strumenti cloud. Si tratta di linee guida per elevare gli standard di protezione dei dati, fornendo la massima trasparenza ai propri clienti, nel totale rispetto ai regolamenti espressi nel GDPR.

Il Mese della Sicurezza in Rete

Se l’8 febbraio si celebra la Giornata Mondiale per la sicurezza in Rete, l’opera di contrasto e sensibilizzazione ai rischi connessi con il web non si esaurisce in sole 24 ore. Per tutto il mese successivo ci saranno iniziative formative, in particolare rivolte ai giovani delle scuole di tutti gli ordini e gradi, per sensibilizzare all’uso consapevole degli strumenti digitali. Chi fosse interessato a partecipare ad uno degli eventi può dare uno sguardo alla sezione dedicata sul sito di Generazioni Connesse. Le possibilità di essere coinvolti e le risorse accessibili sul tema sono praticamente sconfinate: giovani, genitori, educatori, organizzazioni o lavoratori nel mondo dei media possono attingere risorse dal sito ufficiale del Safer Internet Day e dare il loro contributo per rendere migliore internet, per tutti.

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