Il Senato degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge che potrebbe portare al ban definitivo di TikTok nel Paese nordamericano. La misura obbligherebbe l’azienda cinese proprietaria della piattaforma, ByteDance, a venderla entro un anno ad una società americana o a smettere completamente di operare sul suolo statunitense.
Per velocizzare il voto al Senato, che altrimenti avrebbe richiesto molto più tempo, il disegno di legge su TikTok è stato inglobato in un altro provvedimento che include un pacchetto di aiuti destinati all’Ucraina. In questo modo la discussione è avvenuta in tempi molto più brevi e il provvedimento, approvato alla Camera nei giorni scorsi, è passato anche al Senato con 79 voti favorevoli e 18 contrari.
La palla ora passa al presidente Joe Biden, che aveva già espresso il suo impegno a firmare il disegno di legge nel momento in cui è stato approvato alla Camera. Dopo la firma la società società proprietaria di TikTok, ByteDance, avrà un periodo di nove mesi per completare la vendita della piattaforma, che potrebbero essere incrementati di ulteriori tre mesi qualora vi siano progressi verso un accordo di vendita.
Va da sé quindi che il probabile ban, qualora venisse messo in pratica, non arriverebbe prima del 2025. Aumentare il tempo massimo per l’accordo di vendita a nove mesi (più tre), sebbene nella bozza iniziale si era parlato di soli sei mesi, porterebbe la decisione finale all’inizio del prossimo anno.
Decisione, dunque, che spetterebbe al prossimo Presidente degli Stati Uniti: potrebbe trattarsi nuovamente di Joe Biden, se verrà rieletto, o di Donald Trump, che nelle ultime settimane si è visto contrario al provvedimento perché, a sua detta, renderebbe ancora più ricchi “gli amici di Facebook di Joe Biden”.
I motivi principali dietro il provvedimento contro TikTok
La preoccupazione principale dei legislatori e degli ufficiali di intelligence degli Stati Uniti riguarda la sicurezza dei dati degli utenti statunitensi su TikTok, dato che l’azienda è di proprietà cinese. Esiste il timore che la legge cinese sulla sicurezza nazionale possa obbligare le aziende con sede in Cina a fornire informazioni interne al governo.
Sebbene TikTok, che ha sede a Singapore, affermi di non conservare dati statunitensi in Cina, alcuni legislatori temono che il governo cinese possa influenzare i contenuti visualizzati dagli utenti americani. I sostenitori del provvedimento sostengono che l’obiettivo non sia punire specificamente ByteDance, ma piuttosto proteggere gli Stati Uniti da potenziali minacce alla sicurezza nazionale. Un’applicazione di così ampia diffusione, a detta loro, potrebbe essere manipolata per servire gli obiettivi di un regime autoritario come quello cinese.
Per cercare di venire incontro al governo nordamericano, TikTok ha proposto una soluzione chiamata “Progetto Texas”, che vedrebbe le operazioni della piattaforma su suolo americano separate da ByteDance e ospitate in una società con sede negli Stati Uniti. I legislatori ritengono però questa soluzione inefficiente, poiché ByteDance continuerebbe a controllare l’algoritmo e il codice sorgente di TikTok in Cina, esponendoli all’eventuale sfruttamento da parte del governo cinese.
Non tutti gli americani sono però favorevoli a questo disegno di legge. Oltre Donald Trump, che al momento si reputa contrario ma era favorevole a questo provvedimento quando era in carica alla Casa Bianca, anche Elon Musk ha detto la sua sul suo profilo X. Secondo il CEO di Tesla, TikTok non dovrebbe essere bannata dagli Stati Uniti poiché un’azione del genere andrebbe contro la libertà di parola e di espressione che rappresenta il Paese.
Se entro un anno TikTok non verrà venduta ad un’altra società e venisse vietata definitivamente sul suolo americano, ByteDance risponderà con ricorsi legali che ha già confermato di avere intenzione di portare avanti. La parola, quindi, spetta al Presidente degli Stati Uniti, attuale o prossimo, che metterà la parola fine ad una vicenda che andrà avanti ancora per diversi mesi.
Aggiornamento: Joe Biden firma il disegno di legge
A distanza di poche ore Joe Biden ha firmato il provvedimento, che ora è legge a tutti gli effetti. A partire da oggi TikTok ha nove mesi di tempo, eventualmente prorogabili di altri tre, per vendere la piattaforma o andare incontro al divieto totale sul suolo americano. Un portavoce del social, Alex Haurek, ha dichiarato che l’azienda contesterà la legge in tribunale, il che potrebbe prolungare i tempi se i tribunali ritardano l’applicazione.
Mentre continuiamo a contestare questo divieto incostituzionale, continueremo a investire e innovare per garantire che TikTok rimanga uno spazio in cui gli americani di ogni estrazione possano condividere le loro esperienze, trovare gioia e ispirazione.
Anche il CEO di TikTok, Shou Chew, si è opposto al provvedimento di legge affermando che tale divieto è un oltraggio alla libertà di espressione di tutti. La questione si fa ancora più spinosa, e resta da vedere se ByteDance e la Cina decideranno di vendere la loro piattaforma e l’intero algoritmo che la governa.
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