La Commissione Europea ha avviato alcune indagini sulle principali aziende tecnologiche, tra cui AppleGoogle Meta, per verificare il rispetto delle nuove norme antitrust introdotte dal Digital Markets Act. Questa mossa rappresenta un impegno significativo nell’assicurare mercati digitali aperti, concorrenziali e trasparenti in Europa.

Le indagini si concentreranno su diversi aspetti chiave delle attività delle aziende coinvolte. In primo luogo, saranno esaminate le politiche e le pratiche di Google ed Apple relative alle regole di indirizzamento nei loro rispettivi app store, al fine di valutare se queste regole possano limitare la concorrenza e favorire i servizi proprietari all’interno delle loro piattaforme, a discapito di quelli di terze parti.

Sarà inoltre analizzata la schermata di scelta del browser su iOS, introdotta da Apple, per determinare se rispetti le disposizioni imposte dal DMA volte a garantire equità e apertura nel mercato. La Commissione esaminerà anche le tariffe proposte dall’azienda per pubblicare le app al di fuori del suo App Store, oggetto di pesanti critiche da parte di diversi sviluppatori, tra cui Spotify, che reputa la scelta “una farsa completa” perché dissuaderà altri sviluppatori dal pubblicare le proprie app su store alternativi per via dei prezzi più alti.

Anche Meta è sotto indagine riguardo al modello di pagamento o consenso adottato dalla società per il targeting degli annunci. Lo scorso anno l’azienda di Facebook ha lanciato un abbonamento da 9,99 euro al mese per utilizzare ciascun servizio senza pubblicità: la Commissione Europea si vede preoccupata per la scelta di Meta, che ha ricevuto anche pesanti lamentele che hanno portato la società a ridurre il costo dell’abbonamento, passandolo a 5,99 euro.

Rischio multe salate per le aziende inadempienti

Parallelamente a queste principali aziende tecnologiche, anche Amazon avrà la sua parte all’interno di questa indagine generale condotta dalla Commissione Europea. Lo scopo è valutare se il colosso dell’e-commerce si stia adeguando alle disposizioni del DMA o se continua ancora a preferire i propri prodotti all’interno della piattaforma a discapito di altri, indicizzandoli all’inizio della lista e promuovendoli maggiormente.

Qualora le indagini, che proseguiranno per i prossimi 12 mesi, confermino la mancanza di conformità al Digital Markets Act da parte delle aziende coinvolte, potrebbero essere stabilite multe salate fino al 10% del fatturato annuo globale delle aziende o fino al 20% nel caso di violazioni ripetute. La Commissione indicherà poi a ciascun gatekeeper le azioni necessarie, qualora dovessero emergere criticità, e le misure da adottare in seguito.