Era l’estate del 2022 quando il colosso dell’e-commerce Amazon annunciò al mondo l’intenzione di acquisire iRobot attraverso un accordo del valore di circa un miliardo e mezzo di dollari; da lì in poi la strada è stata tutta in salita, nonostante infatti il via libera da parte dell’autorità di regolamentazione della concorrenza del Regno Unito circa un anno dopo, sia la Federal Trade Commission (FTC) degli Stati Uniti che l’Unione Europea hanno espresso diverse perplessità in merito.

Nella giornata odierna, è infine giunta la conferma: le due aziende hanno annunciato che l’acquisizione non ci sarà, in quanto l’accordo “non ha alcun percorso verso l’approvazione normativa nell’Unione Europea”. Vediamo insieme qualche dettaglio.

Amazon rinuncia all’acquisizione di iRobot

Come anticipato in apertura dunque, il colosso dell’e-commerce Amazon sembra aver deciso di rinunciare ai piani di acquisizione di iRobot; la scelta sembrerebbe principalmente dovuta alle difficoltà incontrate con le autorità di regolamentazione dell’UE. Il fallimento della trattativa avrà sì ripercussioni su Amazon, che dovrà pagare una penale di 94 milioni di dollari a iRobot, ma anche e soprattutto su quest’ultima azienda che, oltre a dover utilizzare la penale per coprire in parte un debito di 200 milioni di dollari contratto l’anno scorso, dovrà rivedere l’organizzazione interna della propria struttura.

L’azienda produttrice dei robot Roomba ha infatti annunciato che licenzierà circa 350 dipendenti, ovvero più o meno il 31% della sua forza lavoro come parte di una ristrutturazione e che entro la fine di marzo avviserà tutte le persone interessate; anche nelle alte sfere però ci sarà tutta una serie di cambiamenti: l’attuale presidente e CEO di iRobot Colin Angle, co-fondatore dell’azienda nel 1990 si dimette, il vicepresidente esecutivo e direttore legale di iRobot, Glen Weinstein, ricoprirà il ruolo di amministratore delegato ad interim, mentre Andrew Miller, ex direttore indipendente del consiglio di amministrazione, diventerà presidente.

Contestualmente all’annuncio odierno, iRobot ha pubblicato i risultati preliminari del quarto trimestre per il 2023 e ha affermato che prevede di riportare una perdita operativa GAAP compresa tra 265 e 285 milioni di dollari; i piani futuri dell’azienda auspicano un ritorno alla redditività concentrandosi sui suoi “clienti, aree geografiche e canali più redditizi”, comprese le vendite dirette al consumatore.

Stando ad alcune fonti, il fallimento dell’operazione sarebbe principalmente dovuto ad Amazon, il colosso infatti aveva tempo fino al 10 gennaio per fugare i timori dell’UE, ovvero per fornire rassicurazioni riguardo ad una eventuale limitazione della concorrenza nel mercato degli aspirapolvere robot (diversi concorrenti di iRobot vendono i propri dispositivi anche sul negozio online di Amazon, e le autorità di regolamentazione temevano che Amazon potesse eliminare o ridurre la visibilità dei robot aspirapolvere rivali), ma sembra che la scadenza sia trascorsa senza che l’azienda abbia fornito alcuna concessione in merito.

Ovviamente, anche il colosso è rimasto deluso dall’epilogo, come si evince dalle parole di David Zapolsky, vicepresidente senior e consigliere generale di Amazon:

Siamo delusi dal fatto che l’acquisizione di iRobot da parte di Amazon non abbia potuto procedere. Crediamo nel futuro della robotica di consumo domestica e siamo sempre stati fan dei prodotti iRobot, che soddisfano i consumatori e risolvono i problemi in modi che migliorano la loro vita. Amazon e iRobot erano entusiasti di vedere cosa i nostri team avrebbero potuto costruire insieme, e siamo profondamente grati a tutti coloro che hanno lavorato instancabilmente per cercare di rendere questa collaborazione una realtà. Questo risultato negherà ai consumatori un’innovazione più rapida e prezzi più competitivi, che siamo certi avrebbero reso la loro vita più semplice e piacevole. Fusioni e acquisizioni come questa aiutano aziende come iRobot a competere meglio nel mercato globale, in particolare contro aziende e paesi che non sono soggetti agli stessi requisiti normativi in ​​segmenti tecnologici in rapida evoluzione come la robotica.Ostacoli normativi eccessivi e sproporzionati scoraggiano gli imprenditori, che dovrebbero essere in grado di vedere l’acquisizione come una strada verso il successo, e questo danneggia sia i consumatori che la concorrenza, proprio quelle cose che i regolatori dicono di cercare di proteggere.

Il fallimento dell’acquisizione non rappresenta certo una novità, negli ultimi anni numerose importanti acquisizioni tecnologiche non sono andate a buon fine a causa dell’intensificazione dei controlli da parte dei regolatori globali, Amazon dal canto suo è però riuscita in passato ad acquisire la società di telecamere e campanelli Blink nel 2017, la società di sicurezza domestica Ring nel 2018 e la società di router mesh Eero nel 2019. Bisogna rendere inoltre onore alla società che, da quando ha portato a termine le acquisizioni appena menzionate, ha comunque mantenuto i singoli marchi delle aziende e ha continuato a vendere i dispositivi della concorrenza tramite il suo negozio online.

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