Il colosso dell’e-commerce Amazon non è certo nuovo alle polemiche inerenti alla qualità del lavoro presso i propri stabilimenti e magazzini, secondo diverse testimonianze provenienti un po’ da tutto il mondo infatti, lavorare per l’azienda avrebbe diversi aspetti negativi.

Proprio in questo frangente il colosso è appena stato multato per ben 32 milioni di euro dalla Commissione nazionale francese per l’informatica e la libertà (CNIL), vediamo insieme perché.

32 milioni di euro di multa ad Amazon per eccessiva sorveglianza dei lavoratori

L’intera vicenda è scaturita da alcune notizie pubblicate dagli organi di stampa, a queste ha fatto seguito un’indagine condotta dalla Commissione nazionale francese per l’informatica e la libertà (CNIL) che, in data 27 dicembre 2023, ha multato Amazon per ben 32 milioni di euro.

L’azienda è stata quindi multata “per aver creato un sistema eccessivamente invasivo per monitorare l’attività e le prestazioni dei dipendenti” esercitando al contempo su di essi una “pressione continua“. Secondo la Commissione francese i sistemi di Amazon che misurano e limitano la velocità di scansione (incluso un indicatore di “Stow Machine Gun” che si attiva quando i lavoratori scansionano troppo velocemente) e le pratiche di raccolta e conservazione dei dati dell’azienda, oltre ad essere troppo eccessivi, avrebbero violato diversi articoli del GDPR.

Anche le misurazioni dei tempi di fermo dell’azienda sono finiti sotto la lente di ingrandimento della CNIL, secondo cui i lavoratori sarebbero stati obbligati a giustificare ogni singola interruzione, anche se di un solo minuto.

Amazon dal canto suo si è difesa pubblicando sul proprio sito una lunga dichiarazione, nella quale giustifica le proprie pratiche che, oltre ad essere necessarie, servono anche per “semplificare la vita quotidiana dei propri dipendenti” e mantenerli sicuri ed efficienti:

Siamo fortemente in disaccordo con le conclusioni della CNIL che sono fattivamente errate e ci riserviamo il diritto di ricorrere in appello. L’uso di sistemi di gestione del magazzino è una pratica standard del settore: sono necessari per garantire operazioni sicure, di qualità ed efficienti e per garantire il monitoraggio dell’inventario e l’elaborazione dei pacchi in tempo e in conformità con le aspettative dei clienti.

La Francia non è l’unica nazione in cui i dipendenti Amazon si sono lamentati dell’eccessiva sorveglianza, la decisione della Commissione nazionale francese per l’informatica e la libertà potrebbe dunque fare da apripista anche altrove; non ci resta che attendere per scoprirlo.

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