Il colosso del commercio elettronico Amazon si trova ad affrontare una nuova sfida nel suo tentativo di espandere ulteriormente il proprio portafoglio di dispositivi intelligenti. L’acquisizione da 1,7 miliardi di dollari del produttore di aspirapolvere robot, iRobot, è ora sotto un’indagine antitrust su larga scala da parte dell’Unione Europea, secondo fonti vicine alla questione. Questa notizia giunge poche settimane dopo che Amazon ha ricevuto l’approvazione del Regno Unito per la stessa operazione.

Amazon e iRobot: una fusione sotto esame

Amazon aveva annunciato l’acquisizione di iRobot nell’agosto dello scorso anno, un passo strategico per ampliare la sua offerta di dispositivi smart, tra cui l’assistente vocale Alexa, termostati intelligenti, dispositivi di sicurezza e display intelligenti a parete. Se da una parte Amazon non ha bisogno di molte presentazioni, iRobot, dal canto suo, è noto per la produzione del suo aspirapolvere robot Roomba, introdotto sul mercato nel lontano 2002.

A seguito della notizia dell’indagine, le azioni di iRobot hanno registrato un calo del 10%, mentre quelle di Amazon hanno visto una crescita inaspettata. La Commissione europea avvierà presumibilmente un’indagine della durata di quattro mesi dopo la conclusione dell’esame preliminare dell’accordo, previsto per il 6 luglio.

Durante questa fase iniziale, sembra improbabile che Amazon offra delle soluzioni; nei prossimi giorni la società avrà l’ultima opportunità di convincere l’autorità di controllo della concorrenza dell’UE che l’accordo non danneggerà la concorrenza, nonostante le probabilità di successo siano alquanto elevate. Al momento né Amazon né la Commissione Europea hanno rilasciato commenti in merito.

Amazon ha precedentemente dichiarato che il mercato degli aspirapolvere robot è altamente competitivo, con molti operatori, in particolare cinesi, che ne fanno parte. Questa affermazione è stata sostenuta dall’agenzia britannica per la concorrenza, che la scorsa settimana ha approvato l’operazione sostenendo che Amazon non utilizzerà il suo potere di mercato per svantaggiare i produttori di aspirapolvere robot rivali.

L’attenzione globale sulle acquisizioni dei colossi tecnologici è in aumento

Questo non è il primo caso in cui le autorità antitrust pongono sotto esame le acquisizioni delle big tech: di recente l’accordo tra Microsoft e Activision è stato bloccato, nonostante la Commissione Europea lo abbia approvato a condizione che Microsoft stipulasse accordi di licenza con piattaforme di streaming rivali; è notizia di queste ore che questa situazione potrebbe portare il colosso statunitense a rinunciare all’acquisizione di Activision Blizzard.

Le autorità antitrust di tutto il mondo sono diventate sempre più prudenti riguardo alle acquisizioni di aziende più piccole da parte dei giganti tecnologici: la crescente preoccupazione è legata all’accumulo di enormi quantità di dati da parte di un numero limitato di aziende; la possibilità che queste ultime sfruttino la loro posizione dominante per penetrare nuovi mercati è una questione centrale che preoccupa sempre più enti super partes. Staremo a vedere come si evolverà la situazione nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

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