Abbiamo visto come a novembre dello scorso anno sia finalmente entrato in vigore il Digital Markets Act (DMA), un regolamento ideato dall’Unione Europea per fare ordine e stabilire regole chiare sui mercati digitali, così da porre fine alle pratiche sleali delle aziende online. Secondo il regolamento non devono esserci differenze tra le aziende multimiliardarie, che possono contare su svariati mezzi, e le piccole realtà, visto che ciò comporterebbe non solo un danno per le imprese intenzionate ad operare negli stessi ambiti delle Big Tech, ma anche un danno per i consumatori.

Nel mese di luglio abbiamo visto come alcuni colossi del settore abbiano comunicato di rientrare tra i soggetti che devono sottostare al DMA, fra questi figurano Apple e Microsoft che, stando a quanto riportato, starebbero cercando di svincolare alcuni dei loro servizi dal regolamento sopra menzionato.

Apple e Microsoft non vogliono che iMessage e Bing debbano sottostare alle regole del Digital Markets Act

Apple e Microsoft sembrano intenzionate a fare pressioni affinché i servizi da loro offerti, iMessage e Bing, non rientrino fra i “gatekeeper”, definizione sancita dal Digital Markets Act che individua aziende o servizi con più di 45 milioni di utenti attivi mensilmente e che devono avere una capitalizzazione di mercato di almeno 75 miliardi di euro.

Secondo le due aziende i servizi in questione non sarebbero abbastanza grandi o potenti da giustificare l’adozione delle regole imposte dal DMA, Microsoft sosterrebbe che Bing detenga una quota relativamente piccola nel mercato della ricerca (soprattutto rispetto a concorrenti del calibro di Google) e che questa potrebbe essere ulteriormente ridotta se l’azienda dovesse offrire agli utenti l’accesso ai motori di ricerca rivali, creando quindi un danno alla piattaforma.

Per quanto riguarda il colosso di Cupertino invece, sappiamo bene come l’azienda stia cercando di fare di tutto per non aprire iOS ad app store di terze parti e al sideloading per rispettare le regole previste, la società sostiene che iMessage non raggiunge la soglia di utenti stabilita dal Digital Markets Act di 45 milioni di utenti mensili attivi e che dunque non sarebbe tenuta ad aprirsi ad altri servizi di messaggistica.

Il Digital Markets Act si pone l’obbiettivo di porre un freno allo strapotere dei colossi del settore tecnologico, nella giornata di domani la Commissione Europea pubblicherà un elenco dei gatekeeper designati, specificando le aziende in generale e i servizi specifici da loro offerti che dovranno soddisfare una serie di regole di interoperabilità e concorrenza; una volta che l’UE si sarà pronunciata al riguardo, le aziende avranno sei mesi di tempo, o fino a marzo 2024, per conformarsi alle regole della DMA.

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