Visa e Mastercard hanno deciso, almeno per il momento, di sospendere i programmi collegati alle criptovalute. Una decisione che sembra una diretta risposta alla prolungata fase di crisi vissuta dagli asset virtuali, in flessione ormai da mesi, anche se nel corso delle ultime settimane si è registrata una lieve schiarita, non ritenuta comunque sufficiente per andare avanti. Andiamo quindi a vedere cosa sta accadendo e, soprattutto, cosa c’è da attendersi da parte delle due società per l’immediato futuro.

Visa e Mastercard: stop ai programmi crypto

Ad annunciare la pausa di riflessione di Visa e Mastercard è stato l’account Twitter ufficiale di Watcher.Guru, in cui si afferma in modo abbastanza chiaro come la decisione sia stata presa in conseguenza del crypto winter ancora in atto e in attesa di capire cosa decideranno le autorità di regolamentazione in tema di denaro virtuale.

Si tratta di una decisione non proprio stupefacente, alla luce anche delle vicende culminate nei clamorosi crac di Terra (LUNA), FTX e altre aziende che pure sembravano sulla cresta dell’onda prima della gelata del mercato. Il sentimento degli investitori può essere in effetti considerato ai minimi storici, o quasi, proprio a causa del discredito che le vicende di cui sono stati protagonisti Do Kwon e Sam Bankman-Fried hanno riversato sull’intero settore.

In questo quadro, i due giganti dei pagamenti elettronici hanno deciso di rallentare i lavori che avrebbero dovuto stringere i rapporti con l’innovazione finanziaria. È stato un portavoce di Visa a puntualizzare in maniera abbastanza evidente quanto sta accadendo: “I recenti fallimenti di alto profilo nel settore delle criptovalute ci ricordano che abbiamo ancora molta strada da fare prima che le criptovalute diventino parte dei pagamenti e dei servizi finanziari tradizionali.”

Se non è una notizia sorprendente, occorre anche sottolineare che proprio all’inizio di febbraio Visa ha instaurato una collaborazione con la società di pagamenti crypto Wirex, finalizzata all’offerta di carte di debito e prepagate abilitate per il denaro virtuale e rivolte a più di 40 Paesi di ogni parte del globo. Si può quindi pensare che la decisione sia stata attentamente ponderata e intenda rispondere ad una situazione che è considerata ancora sin troppo preoccupante per fare spallucce.

La regolamentazione delle criptovalute

Come abbiamo già ricordato, nel corso degli ultimi mesi si è fatto sempre più pressante il tema della regolamentazione in tema di criptovalute. Un tema il quale si era già fatto largo nel corso degli anni precedenti, ma diventato di strettissima attualità proprio a causa delle vicende di Terra (LUNA), FTX e della catena di fallimenti da esse provocato, con danni ingentissimi per coloro che avevano investito il proprio denaro in asset virtuali.

La reazione più evidente ad uno stato di cose considerato ormai arrivato a livelli di guardia è stata quella degli Stati Uniti, che hanno reagito mettendo nel mirino in particolare le stablecoin. Già nel passato l’autorità politica aveva guardato con grande preoccupazione alle vicende di Tether, accusata ripetutamente di non rispettare il principio della copertura integrale dei dollari virtuali emessi.

Con il crollo di Terra e l’effetto domino da essa innestato, in cui sono stati risucchiati miliardi di dollari, con conseguente rovina di un gran numero di investitori. In un quadro simile il tema della regolamentazione è diventato praticamente improcrastinabile e resta solo da capire se per il momento riguarderà solo le stablecoin algoritmiche o le criptovalute in generale.

L’atteggiamento dei politici statunitensi, però, non rappresenta il solo motivo di preoccupazione per il settore. Basta in effetti dare una rapida occhiata all’ultimo documento pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), per capire come le complicazioni degli ultimi tempi abbiano ridato fiato al mondo della finanza tradizionale. Il documento in questione, oltre a sconsigliare il corso legale di Bitcoin e Altcoin chiede una regolamentazione stringente a livello globale, da realizzare tramite un sempre più stretto coordinamento tra le varie agenzie.

Se è vero che i settori più accorti dell’innovazione finanziaria non hanno nulla da obiettare in tal senso (e forse ne avrebbero anche da guadagnare in termini pratici, lasciando da parte le questioni meramente ideologiche), il documento in questione riecheggia le vecchie accuse mosse nei confronti degli asset virtuali, ad esempio il possibile utilizzo da parte della criminalità organizzata o l’essere strumento perfetto per l’evasione fiscale.

La popolarità delle criptovalute è in calo

Se il tema della regolamentazione, almeno come è posto dal Fondo Monetario Internazionale, provoca timori tra le aziende impegnate nell’innovazione finanziaria, comprese quelle come Visa e Mastercard che pure vi intravedono ottime opportunità di guadagno, c’è anche un altro fattore a consigliare prudenza in queste ultime.

Stiamo parlando del grado di popolarità delle criptovalute, che sembra al momento piuttosto bassa. A registrarlo è un rapporto di Santiment, società di analisi crypto, secondo il quale la compravendita di BTC ed Ethereum sui principali exchange ha toccato il minimo da cinque anni a questa parte. Segno evidente che molti investitori temono di essere coinvolti in episodi analoghi a quelli i quali hanno infine condotto al fallimento di un gran numero di aziende nel corso degli ultimi mesi.

Un sentimento con tutta evidenza tenuto in conto anche da Visa e Mastercard, tanto da spingerle ad attendere il ritorno della serenità sui mercati. La speranza è naturalmente di non dover attendere troppo a lungo.

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