Shopify si appresta a integrare Bitcoin nella propria struttura commerciale. L’annuncio è stato dato nel corso della conferenza Bitcoin 22, in fase di svolgimento a Miami, da Strike, l’azienda scelta dal colosso del commercio elettronico al fine di integrare Bitcoin Lightning Network nella sua piattaforma.

Shopify rappresenta al momento la diciottesima azienda di e-commerce più grande del mondo, con un fatturato pari a circa 4,6 miliardi dollari , come rilevato dal sito di ricerche di mercato Macrotrends. La sua forza si fonda in particolare sulla capacità di offrire l’apertura di una vetrina sul web chiavi in mano, a prezzi convenienti.

Le dichiarazioni, rese dal CEO di Strike, Jack Mallers, sono state peraltro confermate da un comunicato stampa emesso dall’azienda e contenente i dettagli dell’accordo:

L’integrazione di Strike consente ai commercianti Shopify di diversificare le loro opzioni di pagamento esistenti e raggiungere mercati globali e potere d’acquisto non sfruttati. L’integrazione di Strike consente inoltre di generare risparmi attraverso l’elaborazione dei pagamenti a basso costo. Convertendo istantaneamente i pagamenti bitcoin  in dollari, Strike rimuove alcune complessità che i commercianti devono affrontare nel detenere Bitcoin.”

Una dichiarazione molto importante

La dichiarazione resa da Mallers può essere considerata estremamente importante, nell’ottica di un’adozione di massa delle criptovalute. Il commercio globale, dopo la comparsa del Covid a livello planetario, si è infatti spostato in maniera rilevante sul web, spinto dalle nuove esigenze sanitarie.

Molte persone hanno infatti iniziato ad acquistare online nelle settimane del lockdown e hanno continuato a farlo in seguito, soprattutto coloro che sono privi di green pass e impossibilitati quindi a frequentare molte rivendite tradizionali. Per bypassare le difficoltà hanno quindi optato per i tanti siti online di commercio, avvantaggiando in particolare le grandi piattaforme, a partire naturalmente da Amazon.

Una parte di queste persone detiene già Bitcoin o Altcoin e può quindi trovare molto comodo non solo pagare i propri acquisti, ma anche ovviare alle possibili difficoltà di liquidare i propri token usandoli appunto per i propri consumi.

Al momento mancano però gli strumenti per poter consentire a molti di questi consumatori la possibilità di pagare con denaro virtuale. Una strozzatura cui sta ad esempio cercando di rimediare la Celo Foundation, che ha stanziato 20 milioni di dollari a favore degli sviluppatori per sostenerne lo sforzo in tal senso.

L’esempio di Off White

Una parziale eccezione in tal senso è rappresentata da Off White, il brand di alta moda fondata dal celebre fashion designer Virgil Abloh, già direttore creativo Louis Vuitton Uomo. All’interno delle sue rivendite disseminate lungo il territorio, infatti, la compagnia ha deciso di accettare i pagamenti in criptovalute.

Per farlo saranno montati sulle casse i Lunu POS, che renderanno possibile pagare gli acquisti in Bitcoin (BTC), Ethereum (ETH), Binance Coin (BNB), Ripple (XRP), Tether (USDT) e USD Coin (USDC).  Chi vorrà potrà quindi optare tra questi token e l’utilizzo di contanti o carte di credito.

Un esempio il quale potrebbe presto essere seguito dai marchi concorrenti, come avviene spesso in questi casi, in modo da non lasciare il monopolio dei pagamenti di prodotti di abbigliamento in asset virtuali a Off White.

Così come l’esempio di Shopify potrebbe presto essere seguito da molti altri online, innescando un processo in grado di accelerare ulteriormente sulla direzione dell’adozione di massa delle criptovalute. Un sogno nato in pratica con la creazione del Bitcoin da parte di Satoshi Nakamoto il quale sta prendendo sempre maggiore consistenza nel corso degli ultimi mesi.

La collaborazione tra Strike e Cynthia Lummis

A margine delle dichiarazioni sulla collaborazione instaurata con Shopify, Jack Mallers ha anche affermato di aver intrapreso un percorso comune con Cynthia Lummis. Si tratta di una senatrice del Wyoming che si è ripetutamente segnalata per il suo completo appoggio al Bitcoin, nel quale ha investito anche una parte del suo denaro.

Tra le iniziative da lei promosse nel corso della sua attività politica (è stata anche rappresentante del Wyoming alla Camera) spicca in particolare quella tesa a modificare il sistema di tassazione delle criptovalute, con la creazione di una no tax area per le transazioni inferiori ai 600 dollari.

Uno degli obiettivi principali del disegno di legge sarebbe proprio teso a fornire indicazioni più precise sul tema delle plusvalenze legate al mining, allo staking e alla spesa di criptovalute.

Grazie ad essa, infatti, sarebbe possibile dissipare alcune aree grigie collegate al possesso di asset virtuali e limitare gran parte dell’illegalità che caratterizza diversi progetti legati al settore crypto, fornendo in particolare un quadro normativo più chiaro, analogo a quello che riguarda titoli e materie prime, nel quale l’ecosistema ad essi collegato sarebbe in grado di crescere in maniera più armoniosa.

Cos’è Strike

Strike è un protocollo di prestito decentralizzato fondato da Jack Mallers, che si propone di permettere agli utenti di guadagnare interessi sulle proprie criptovalute facendo staking in uno dei tanti mercati della piattaforma. Inoltre si offre alla stregua di un servizio di intermediazione tra chi presta e chi cerca denaro.

Grazie al suo utilizzo è possibile acquistare BTC con carta di credito e spendere i token in questione all’interno dei servizi e attività che accettano pagamenti attraverso Lightning Network. Secondo Jimmy Song, influencer noto nell’ambiente Bitcoin per le ripetute e furenti battaglie contro Roger Ver e per un approccio massimalista al mondo delle criptovalute, si tratterebbe a tutti gli effetti di una app che potrebbe portare al rapido tramonto di LN.

Un giudizio che si fonda proprio sulle dichiarazioni del suo fondatore, il quale non ha esitato ad affermare l’intenzione di diventare lo strumento più economico a disposizione degli utenti per l’acquisto di BTC. Giudizio fondato sull’esosità delle commissioni in vigore.

A proposito di Shopify

Shopify Inc. è una società canadese con sede a Ottawa, che si occupa di sviluppare e commercializzare l’omonima piattaforma di e-commerce, il sistema POS che reca lo stesso nome e una serie di strumenti di marketing dedicati alle imprese.

Sulla sua piattaforma gli utenti sono in grado di creare un negozio online con il proprio URL,  in grado di effettuare tutte le transazioni di pagamento necessarie, si tratti di carte di credito, software per POS e molto altro. Il sistema creato può essere usato non solo al fine di gestire un e-commerce, ma anche un negozio fisico vero e proprio orientato alla multicanalità e dotato quindi anche di una presenza online.

In pratica, Shopify va a fungere da proprietario del sito o amministratore, fornendo l’hosting del negozio online, vende il nome per il dominio e offre gli strumenti per favorire marketing, contabilità e spedizioni tra le altre cose. L’esercizio commerciale in questione resta però indipendente dalla piattaforma, rendendo di fatto chi lo inaugura proprietario e responsabile della propria attività.

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