Intel 200S Boost è l’ultima novità proposta da Intel per ottimizzare le prestazioni della piattaforma Arrow Lake-S, ovvero l’ultima generazione di processori desktop commercializzata con la nuova sigla Core Ultra 200. Mentre si parla già di Arrow Lake Refresh e della prossima generazione di processori Nova Lake, Intel si trova invece a dover gestire un arco temporale che da qui dovrebbe chiudersi questo autunno, ovvero quando arriveranno sul mercato i primi modelli Arrow Lake Refresh (almeno così si vocifera).
Quando parliamo di “gestire” ci riferiamo alla competizione sul mercato con il rivale AMD e le relative proposte destinate al segmento consumer desktop; per intenderci guardiamo ai Ryzen 9000 Zen 5 e le relative varianti X3D, ma anche agli ancora validi Ryzen 7000 che, ricordiamo, condividono sostanzialmente la stessa piattaforma con socket AM5. Ci siamo occupati più volte di Intel Arrow Lake-S, non solo in fase di lancio, ma anche e soprattutto nella fase successiva alla presentazione che, possiamo dirlo senza problemi, non è stata sicuramente la più memorabile nella storia di Intel.
Nel nostro ultimo articolo avevamo quantificato l’incremento di prestazioni ottenuto dal produttore con le ultime patch BIOS e Windows, chiudendo in qualche modo la questione e suggerendo, dal lato della nostra piccola esperienza, anche qualche ottimizzazione che ci sembrava più che ovvia. Ora vedremo nel dettaglio cos’è e cosa fa Intel 200S Boost, con la premessa che questa prova va nella stessa direzione dei precedenti approfondimenti, ovvero cercare di portare alla luce il potenziale nascosto della serie Core Ultra 200, un potenziale che almeno noi avevamo visto ma che non sembra riuscire a emergere.
Possiamo affermarlo senza problemi, l’annuncio di questa nuova funzionalità da parte di Intel ci conferma che il lancio di Arrow Lake non è stato ottimale o ben organizzato, se non altro perché le modifiche proposte dall’azienda con Intel 200S Boost potevano arrivare al day-one o quasi, riducendo il gap con le proposte concorrenti (anche di casa Intel) e secondo noi con un impatto che sarebbe stato del tutto diverso su pubblico e addetti ai lavori.
Indice:
Intel Core Ultra 200S: facciamo il punto della situazione

Con i processori Intel Core Ultra serie 200S, nome in codice Arrow Lake, Intel ha portato avanti l’architettura ibrida con P-Core ed E-Core introdotta in occasione di Alder Lake (Core 12a gen), con una sostanziale differenza però: un design che non è più monolitico ma multi-chip (o meglio, 3D multi Tile), con diverse e interessanti novità ma anche con alcune “proprietà” tipiche dei chip che sposano il design MCM (Multi-Chip Module).
Al pari di quanto visto con AMD e i primi modelli di CPU Ryzen che utilizzavano e utilizzano tuttora questa tipologia di design, l’introduzione di più chip sullo stesso package richiede di conseguenza delle “interfacce” di comunicazione aggiuntive tra le varie componenti che, inevitabilmente e a differenza delle CPU cosiddette monolitiche, introducono ulteriore latenza nel sistema a discapito di quelle che possono essere le prestazioni assolute e la reattività della CPU stessa in particolari contesti e applicativi.
Dopo tante prove e benchmark, non solo nostre ma svolte anche da colleghi che possiamo definire eminenti, possiamo affermare definitivamente che i processori Arrow Lake sono stati penalizzati in buona parte proprio da questa caratteristica intrinseca del progetto Intel. Quando diciamo penalizzati ci riferiamo al fatto che, in alcuni scenari, i processori Intel Core Ultra 200 non riescono o non sono riusciti a migliorare generazione su generazione rispetto ad esempio ai Core 14a gen.
Se guardiamo al competitor AMD, le cose migliorano o peggiorano in base a quale scenario prendiamo in esame, ma in linea di massima ricordiamo ed evidenziamo, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che le critiche ricevute da Arrow Lake sono legate quasi esclusivamente alle prestazioni del sistema Intel nel gaming, soprattutto se prendiamo in esame il gaming competitivo ad alto frame-rate.
Sia chiaro, e lo abbiamo ribadito e mostrato anche con test dedicati, le CPU Core Ultra 200S non vanno male nei giochi e garantiscono ottime prestazioni anche con le schede grafiche e i giochi di ultima generazione; in diversi scenari però, e soprattutto a 1080P, il frame-rate risulta spesso inferiore ai Core 14a gen o agli AMD Ryzen 7000/9000. Se poi compariamo le prestazioni con i modelli AMD Ryzen X3D, lo scenario peggiora, se non altro perché la tecnologia messa in campo da AMD permette di incrementare notevolmente le performance in gaming, non solo rispetto alle proposte Intel ma anche se guardiamo ai modelli equivalenti AMD (vedi Rzyen 7000-9000 vs Ryzen 7000X3D-9000X3D ad esempio).
Intel 200S Boost: l’ultima mossa di Intel punta all’overclock, con tanto di garanzia

In questa occasione non andremo più a commentare o analizzare le caratteristiche di Arrow Lake nel dettaglio; lo abbiamo già fatto in precedenza e soprattutto nella nostra recensione dell’Intel Core Ultra 9 285K, tuttavia ci serve un breve recap per capire cosa è e cosa fa Intel 200S Boost, ma soprattutto dove agisce. Abbiamo detto che le CPU Arrow Lake utilizzano un design 3D multi-Tile, favorito dalla tecnologia di packaging proprietaria Intel Foveros 3D; questo comporta la coesistenza sullo stesso package di diversi chip o Tile come le chiama Intel.
Nel caso di Arrow Lake-S troviamo quattro Tile principali: Compute Tile, GPU Tile, SoC Tile e I/O Tile. A queste si aggiunge una Filler Tile (praticamente inutile se non per favorire il packaging), mentre tutte le Tile sono “impilate” su una base Tile che a sua volta viene posizionata sul PCB. Ma non è finita qui, ci sono altre cose da sapere che magari sono sfuggite a una prima analisi oppure non sono state approfondite.
Come anticipato sopra, la presenza di più chip richiede delle interfacce di comunicazione (possibilmente ad altissima velocità) tra le varie componenti; di conseguenza, con Arrow Lake l’azienda introduce altri due parametri (o BUS se preferite), modificabili e che in sostanza vanno incontro alla natura di un design MCM.
Per la precisione, i Core Ultra 200 introducono parametri come l’NGU (Next Generation Uncore) e il D2D (Die-to-Die). L’NGU Fabric è collocato nella SoC Tile e praticamente gestisce la comunicazione tra diversi componenti e subcomponenti del chip (vedi NoC e Bridge UFI ad esempio); c’è da sottolineare che nella SoC Tile è integrato anche il controller di memoria DDR5, esterno quindi alla componente CPU e per questo potenzialmente “letale” per le prestazioni di Arrow Lake se non ben ottimizzato in ottica latenza (come del resto è successo in fase di lancio).
Abbiamo quindi intuito che la velocità, e di conseguenza la frequenza di NGU, è molto importante sulle CPU Intel Core Ultra 200 in quanto può impattare in primis sulla latenza della RAM (e non solo), ma anche sulla larghezza di banda e sulle prestazioni complessive del chip. Il parametro D2D o Die-to-Die invece, rappresenta la velocità del bus con cui comunicano le varie Tile del processore Arrow Lake; in totale ci sono tre “corsie” D2D: SoC-Compute, SoC-Graphics e SoC-IOE, di queste l’unica che può essere “modificata” è la Compute Tile che ricordiamo gestisce a sua volta P-Core, E-Core e frequenza della Cache (o Ring).
Ricapitolando, con le CPU Core Ultra 200 e in particolare i modelli della serie K che sono sbloccati, ci ritroveremo a dover/poter gestire diversi parametri e frequenze oltre a quella dei core; nel dettaglio abbiamo a disposizione:
- Frequenza P-Core
- Frequenza E-Core
- Frequenza della Cache
- Frequenza DRAM (memorie DDR5)
- Frequenza del memory controller
- Frequenza NGU
- Frequenza D2D
Cosa fa Intel 200S Boost?
Fatta questa breve “ripetizione” sui fattori che possono condizionare le prestazioni di Intel Arrow Lake, vediamo ora cosa è e cosa fa praticamente Intel 200S Boost. Iniziamo da quello che ci dice il produttore, se non altro perché come vedremo a breve, Intel 200S Boost agisce e modifica alcuni dei parametri citati sopra, quindi in qualche modo va a cambiare quello che sarebbe il profilo di default di questi processori.
Intel 200S Boost viene definito dall’azienda come un profilo di overclock, mirato sostanzialmente a incrementare le prestazioni nel gaming con una modifica della frequenza DRAM, NGU e D2D. Questa soluzione potrebbe risultare abbastanza inutile agli occhi di un utente esperto o di chi già pratica overclock e tweaking sul proprio PC, tuttavia con Intel 200S Boost l’utente è coperto dalla garanzia qualora il sistema presenti problematiche col nuovo profilo.

Visto l’intento e le modalità, è chiaro che Intel 200S Boost è pensato esclusivamente per i processori Intel Core Ultra 200 serie K e KF, inoltre avremo bisogno di una scheda madre con chipset Intel Z890 e un BIOS aggiornato. Rimanendo in tema, segnaliamo che i partner Intel hanno già rilasciato degli aggiornamenti del firmware, tuttavia pensiamo che nei prossimi giorni arriveranno ulteriori versioni per cercare di ampliare al massimo la compatibilità in ottica RAM DDR5 (e ora vedremo perché).
All’atto pratico, Intel 200S Boost modifica questi parametri:
- Frequenza Fabric (o NGU che risiede nella SoC Tile): da 2,6 GHz a 3,2 GHz con VccSA ≤ 1.20V
- Frequenza Die-to Die: da 2,1 GHz a 3,2 GHz con VccSA ≤ 1.20V
- Frequenza DRAM (UDIMM o CUDIMM 1DPC): da 3.200 MHz (6.400 MT/s) a 4.000 MHz (8.000 MT/s) con VDD2 ≤ 1.4V, VccSA ≤ 1.20V, Module VDDQ e VDD ≤ 1.4V
Capirete bene che un conto è modificare le frequenze di Fabric e D2D, interne al chip (lo abbiamo già fatto e suggerito noi), tutt’altra cosa è portare la RAM DDR5 da 6.400 MT/s a 8.000 MT/s. Qui infatti c’è da considerare che non solo gli 8.000 MT/s sono difficili da raggiungere su comuni moduli DDR5, ma allo stesso tempo potremmo ritrovarci un kit con un SPD programmato sotto o sopra questo valore, richiedendo quindi un attimo di tweaking e scelta delle impostazioni ottimali.
Intel da parte sua offre delle precise guide con tanto di schede madri Z890 e RAM compatibili, ma vi anticipiamo che questi elenchi solitamente sono destinati a crescere e quindi per questo ci aspettiamo anche ulteriori aggiornamenti BIOS per garantire la massima stabilità di sistema.
La nostra prova con Intel 200S Boost: come e dove si può utilizzare

Prima di analizzare la nostra piattaforma hardware, proseguiamo cercando di chiarire come, dove e quando si può utilizzare Intel 200S Boost. Viste sopra le modifiche apportate da Intel con questo profilo, non sorprende che in ottica RAM l’azienda consigli a priori un kit da 8.000 MT/s, diversamente i moduli verranno overcloccati o downcloccati se ad esempio operano di fabbrica a 8.200/8.400 MT/s o oltre.
Non è tutto in ottica memoria DDR5. Per questa configurazione è previsto solo il supporto per kit Dual-Channel a due moduli, o meglio, un modulo per canale (o 1 DIMM per Channel se preferite). Intel specifica anche che non tutte le schede madri garantiscono lo stesso grado di controllo e la stessa stabilità, motivo per cui consiglia vivamente di testare per bene il sistema quando si adopera Intel 200S Boost. Ma come di fa?
Ecco i passaggi suggeriti sul sito ufficiale Intel:
- Aggiornare il BIOS – Assicurarsi di avere l’ultimo BIOS con supporto Intel 200S Boost
- Abilitare il profilo 200S Boost – Recarsi nel BIOS, nella sezione overclocking/tweaking e selezionare il profilo Intel 200S Boot, presente insieme a quelli classici per intenderci.
- Salvare e riavviare il sistema.
- Eseguire un test di stabilità: programmi come Cinebench sono consigliati, ma ampliate pure gli scenari di test.
- Monitorare le prestazioni: verificare non solo l’incremento prestazionale, ma anche temperature, tensioni e consumi.
La procedura non è particolarmente complessa, ma richiede come avrete intuito un aggiornamento del BIOS; a oggi tutte le schede madri offrono diverse opzioni, per i meno esperti consigliamo però l’aggiornamento del firmware via BIOS, basta caricare il file su una pendrive e recarsi nell’utility dedicata che ormai qualsiasi modello di scheda madre offre per questa operazione.












Vista anche la procedura per poter sfruttare e abilitare Intel 200S Boost, veniamo alla nostra configurazione hardware che, per l’occasione, vede sulla bench-test un binomio già noto ai nostri lettori: Intel Core Ultra 9 285K e ASUS ROG Z890 Gaming E WiFi. Ma vediamo tutto in dettaglio:
- Intel Core Ultra 9 285K
- Dissipatore Corsair iCUE LINK H150i LCD
- Scheda madre ASUS ROG STRIX Z890-E GAMING WIFI BIOS 1801
- Memoria RAM
- Corsair Vengeance RGB DDR5 CUDIMM 8.400 MT/s – 48 GB – CAS 40
- Corsair Dominator Titanium RGB DDR5 UDIMM 7.200 MT/s – 32 GB – C34
- Scheda grafica Gigabyte AORUS GeForce RTX 5080 MASTER
- SSD Corsair MP600 PRO LPX 2 TB e PNY CS2150 1 TB
- Alimentatore NZXT C1500 Platinum
- Sistema operativo Windows 11 24H2
Riguardo i benchmark che abbiamo preso in considerazione, visto lo status Intel ci siamo focalizzati soprattutto sul gaming; le prestazioni in realtà vengono ottimizzate anche in altri applicativi, ma in ottica produttività e potenza di calcolo Arrow Lake non ha e non aveva particolari carenze.
Per l’occasione abbiamo scelto sei giochi testati a 1080P:
- Final Fantasy XIV Ultra
- Hitman World of Assassination Ultra
- F1 2022 Altissimo
- Assassin’s Creed Mirage Ultra
- CS:GO 2 Ultra
- Cyberpunk 2077 Ultra (no RT)
Giusto per avere un quadro della situazione più ampio, inseriamo in coda:
- AIDA64 Extreme – Benchmark memoria
- Cinebench R23
- 7-Zip Benchmark 32 MB
Ecco come migliorano le prestazioni in gaming con Intel 200S Boost
Iniziamo dicendo che, almeno nel nostro caso, non abbiamo avuto particolari problemi con le RAM; il kit di Corsair Dominator Titanium da 7.200 MT/s regge senza problemi gli 8.000 MT/s in overclock, mentre i nuovi moduli CUDIMM Vengeance alla fine stanno operando sotto la loro frequenza nominale che è di 4.200 MHz, ovvero 8.400 MT/s. Non abbiamo provato a modificare ulteriormente timing o frequenze della RAM per questioni di tempo, ma pensiamo che le prestazioni si possano ulteriormente ottimizzare (senza esagerare però).
Detto questo, per la prova abbiamo alla fine optato per le DDR5 CUDIMM a 8.000 MT/s, un netto salto in avanti se pensiamo che il profilo Intel di default per i Core Ultra 200S (senza overclock) è in realtà di 6.400 MT/s; la differenza in questo caso è che questo overclock e queste impostazioni “fuori specifica” sono coperte da garanzia Intel proprio perchè si tratta di un profilo creato ad hoc dal produttore.

Passando alle prestazioni, ovvero la parte più interessante dell’articolo o quasi, possiamo affermare senza problemi che il profilo Intel 200S Boost aiuta molto, in alcuni casi permettendo di guadagnare anche oltre il 10% in termini di FPS, che non è affatto male.
Riguardo invece le prestazioni della CPU in ambito rendering o produttività, la potenza di calcolo non viene particolarmente intaccata e possiamo dire che il miglioramento è molto contenuto e legato per lo più al passaggio da DDR5 6.400 MT/s a 8.000 MT/s.

Tale modifica ha un impatto sostanziale sul sottosistema memoria, infatti provando il benchmark di AIDA64 notiamo non solo un netto incremento della banda passante, ma anche una riduzione importante della latenza che, da 93,6 ns scende a ben 73,5 ns (-21,4%).

Considerazioni
Nel nostro ultimo articolo sui processori Intel Arrow Lake-S avevamo “chiuso il cerchio” sull’ultima piattaforma desktop Intel, pensando che il produttore si sarebbe focalizzato sul refresh atteso in autunno (Core Ultra 300 si presume), destinando quindi queste “migliorie” ai modelli di prossima generazione. Con Intel 200S Boost però, Intel ha preso tutti alla sprovvista, una sorpresa sicuramente benvenuta per chi è già possessore di un sistema Intel Core Ultra Z890 con CPU serie 200K, mentre potrebbe essere un punto a favore in più per chi si sta guardando intorno per assemblare una nuova build per giocare.
I miglioramenti del nuovo profilo Intel sono abbastanza evidenti, inoltre non dobbiamo dimenticare che tutto il procedimento è coperto da garanzia Intel; probabilmente non tutti i giochi risponderanno allo stesso modo alle modifiche apportate dagli ingegneri di Santa Clara, ma in linea di massima emerge un netto miglioramento delle latenze che impatta in modo molto positivo nel gaming e nel frame-rate medio.
In ottica calcolo, rendiring e produttività generale non c’è uno stravolgimento delle prestazioni; come detto non era necessario, mentre secondo noi era necessario pensare a una modifica del genere molto prima e non attendere così tanto. Con le migliorie apportate dalla prima ondata di patch BIOS e Windows, abbinate a un profilo più spinto a livello BIOS o di fabbrica come quello che utilizza Intel 200S Boost, siamo sicuri che il lancio dei processori Arrow Lake-S sarebbe stato meno problematico e soprattutto meno criticato.
Sia chiaro, i valori in campo non sono cambiati drasticamente rispetto a modelli come i Ryzen 9000X3D, ma con questo nuovo profilo le prestazioni degli Intel Core Ultra 200 si allineano (o superano in alcune occasioni) sia i vecchi Core 14a gen che la controparte AMD 7000/9000 senza cache 3D V-Cache.
Chiudiamo con un “meglio tardi che mai“. A Santa Clara l’attenzione sembra essere tornata dove deve essere, probabilmente per un utente poco esperto il procedimento per sfruttare Intel 200S Boost potrebbe sembrare complesso, quello che però deve capire l’utente interessato a questi processori è che il potenziale c’è e c’è modo di sfruttarlo senza particolari problemi. Rimanendo nel contesto, pensiamo che l’ultima lezione sia servita alla divisione processori di Intel, motivo per cui ci aspettiamo che Arrow Lake Refresh sia qualcosa di più che un semplice aggiornamento di sigle.
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