Dopo l’annuncio dell’accordo strategico con Picea Robotics e le inevitabili preoccupazioni emerse tra utenti e addetti ai lavori, iRobot interviene per fare chiarezza, ribadendo la piena continuità delle proprie attività operative, produttive e commerciali. A prendere la parola è stato direttamente l’amministratore delegato Gary Cohen, che ha voluto smentire le voci su un possibile ridimensionamento dell’azienda, sottolineando come il marchio resti solido e orientato al futuro.

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iRobot continua la sua corsa sotto l’ala protettrice di Picea Robotics

Secondo quanto dichiarato dal CEO, iRobot è pienamente operativa e finanziariamente stabile, nonostante il cambio di proprietà; i circa 500 dipendenti manterranno il proprio ruolo, gli uffici resteranno aperti e soprattutto il supporto per i robot Roomba continuerà senza alcuna interruzione, non solo nel breve periodo, ma per i mesi e gli anni a venire.

Un punto particolarmente rilevante per gli utenti finali, che temevano possibili disservizi legati all’assistenza post-vendita, agli aggiornamenti software o alla disponibilità di ricambi.

Uno degli aspetti più interessanti emersi dalle dichiarazioni di Cohen riguarda il fronte dell’innovazione, l’amministratore delegato ha infatti confermato che lo sviluppo tecnologico non si è mai fermato e che i nuovi prodotti previsti per il 2026 sono già entrati in fase di produzione.

Un segnale importante, che suggerisce come la riorganizzazione in atto non sia un semplice intervento di emergenza, ma parte di una strategia più ampia volta a rendere iRobot una realtà più snella, focalizzata sull’innovazione e con basi economiche più solide, in grado di competere nel lungo periodo in un mercato sempre più affollato.

Le dichiarazioni del CEO arrivano in concomitanza con il ricorso al Chatper 11 presso il tribunale del Delaware, una procedura di amministrazione controllata che consentirà a iRobot di ristrutturare il proprio debito e di uscire dai listini di borsa, diventando una società privata controllata al 100% da Picea Robotics.

Il piano di salvataggio si è reso necessario per azzerare un debito di circa 190 milioni di dollari, accumulato in gran parte dopo il fallimento dell’acquisizione da parte di Amazon, un’operazione da 1,4 miliardi di dollari bloccata dalle autorità antitrust europee.

Picea Robotics, che già oggi produce circa il 30% dei robot aspirapolvere mondiali per conto di numerosi marchi internazionali, ha rilevato le pendenze finanziarie di iRobot garantendo la continuità del brand e delle sue attività principali.

Dal punto di vista commerciale, non sono previsti scossoni nemmeno sul fronte distributivo, in Italia la distribuzione dei dispositivi resterà affidata a Nital, storica partner del marchio, assicurando così una transizione il più possibile trasparente per il mercato.

Solo il tempo dirà se la ristrutturazione porterà i risultati sperati, tuttavia, le parole di Gary Cohen tracciano una linea piuttosto netta: iRobot non sta chiudendo, non sta rallentando e non sta rinunciando all’innovazione, ma sta cercando di riposizionarsi per affrontare con maggiore solidità le sfide dei prossimi anni.

Gli utenti, per ora, possono dunque stare tranquilli, Roomba e soci continueranno a essere supportati, mentre all’orizzonte iniziano già a intravedersi i prodotti della nuova fase di iRobot.