Lo scorso giugno la Federal Trade Commission (FTC) ha intentato una causa legale contro il colosso dell’ecommerce Amazon, il procedimento è nato dal sospetto che l’azienda abbia indotto milioni di persone a iscriversi involontariamente a Prime, grazie all’ausilio di pulsanti appositamente posizionati nelle schermate dedicate al pagamento degli ordini.

Nelle ultime ore la FTC ha aggiornato la causa, aggiungendo una serie di dettagli a sostegno delle proprie accuse, tra cui alcuni messaggi interni all’azienda e i nomi di tre dirigenti che non solo sarebbero stati a conoscenza della questione, ma che avrebbero anche avuto un ruolo chiave nel perpetrarsi della pratica illecita.

La FTC porta nuove prove nella causa contro Amazon, per aver indotto i clienti a iscriversi involontariamente a Prime

La causa intentata dalla Federal Trade Commission nei confronti di Amazon non solo continua, ma viene corroborata da ulteriori prove a sostegno di quanto sostenuto dall’ente, secondo gli ultimi sviluppi tre dirigenti della società sarebbero stati coinvolti nella pratica illecita, si tratta di dirigenti di alto livello, nello specifico Neil Lindsay (vicepresidente senior che supervisionava Prime), Russell Grandinetti (vicepresidente senior dei consumatori internazionali di Amazon) e Jamil Ghani (vicepresidente di Amazon che ha supervisionato il programma di abbonamento Prime).

I dirigenti in questione avrebbero ignorato le ripetute segnalazioni dei dipendenti in merito alla pratica che prevedeva di utilizzare tattiche ingannevoli per creare un processo di registrazione a Prime, segnalazioni che sono iniziate nel 2016; secondo le nuove prove, Lindsay non solo avrebbe sostenuto che l’azienda era d’accordo con l’utilizzo di modelli oscuri (ovvero elementi dell’interfaccia utente di Amazon che mirano a indurre i clienti ad abbonarsi a Prime), ma avrebbe anche giustificato tale pratica sostenendo che “una volta che i consumatori diventeranno membri Prime, anche inconsapevolmente, vedranno che grande programma è e rimarranno membri”.

Le modifiche apportate alla causa nei confronti del colosso vantano anche una serie di messaggi interni all’azienda, email dalle quali traspare come la società fosse a conoscenza della pratica in questione, come quella che vi riportiamo di seguito: “Il problema delle iscrizioni Prime accidentali è ben documentato pur ammettendo che i clienti Prime si iscrivono[] accidentalmente e/o [non] vedono i termini del rinnovo automatico“.

Secondo la FTC, per aumentare i vantaggi derivanti dalla messa in opera di questa condotta, Amazon avrebbe appositamente creato un processo di cancellazione da Prime volutamente complicato, processo che internamente aveva il nome di Iliade; Lindsay avrebbe altresì dichiarato di trovare “spaventosa” l’idea di rendere più semplice e intuitivo il processo di cancellazione dell’abbonamento Prime (cosa in vigore da più di un anno in Europa).

Insomma, le modifiche apportate alla causa grazie alla presentazione di nuove prove difficilmente permetteranno ad Amazon di sottrarsi alle proprie responsabilità, non ci resta che attendere per scoprire come andrà a finire.

Potrebbe interessarti anche: Amazon aggiorna Alexa con l’IA e lancia nuovi Echo, Fire TV Stick, Ring ed eero