Lo scorso mese Matter è divenuto ufficiale, promettendo di rivoluzionare in poco tempo il settore dei dispositivi smart home grazie a uno standard aperto e condiviso.

Ricordiamo, infatti, che Matter ha come obiettivo primario quello di mettere a disposizione un protocollo volto a collegare tra loro dispositivi appartenenti a ecosistemi diversi, anche di produttori diversi: ciò significa che è in grado di garantire un notevole aumento della compatibilità tra device, oltre che della semplicità di utilizzo e dell’interoperabilità, il tutto con un enorme beneficio per gli utenti finali.

Ecco il primo dispositivo compatibile con Matter

Ora che il nuovo standard ufficiale è arrivato c’è anche la prima azienda che ha deciso di puntare su di esso: stiamo parlando di Eve Systems, che nelle scorse ore ha dato il via al rilascio di un aggiornamento firmware per la presa smart Eve Energy, il sensore di contatto Eve Door & Window e il sensore di movimento Eve Motion.

Grazie a Matter questi tre dispositivi, fino ad oggi compatibili soltanto con la piattaforma Apple Home, saranno in grado di supportare l’ecosistema Samsung SmartThings e le piattaforme di Google Home e Amazon Alexa (ciò, ovviamente, una volta che anche queste saranno aggiornate per implementare lo standard Matter).

Fino a questo momento erano disponibili solo controller che supportano Matter, inclusi Apple Home hub e Samsung SmartThings hub, che finalmente adesso avranno dei dispositivi da poter controllare.

Allo stato attuale l’aggiornamento a Matter per i device di Eve Systems è opzionale (richiede un dispositivo iOS o iPadOS) e gli utenti hanno la possibilità di tornare ad Apple HomeKit ma chi deciderà di usare il nuovo protocollo non perderà nessuna delle funzionalità già disponibili. Dall’inizio del 2023 Matter dovrebbe essere già integrato nei nuovi dispositivi di Eve Systems.

I primi dispositivi che implementano il supporto a questo nuovo standard rappresentano quello che potrebbe essere un vero e proprio punto di svolta per il settore smart home, che con un protocollo condiviso potrebbe finalmente mettere da parte le “guerre” tra piattaforme concorrenti e lavorare per una casa intelligente più aperta e interoperabile.