Dubai guarda già da tempo al Metaverso, come dimostra la presentazione di Dubai Metaverse Strategy, il programma teso ad una adozione della realtà virtuale e aumentata all’interno del Paese arabo, nell’ottica di sfruttarne al meglio le grandi potenzialità. Lanciata al fine di indicare pilastri e obiettivi chiave per quanto riguarda il settore, la strategia risponde alle grandi attese del potere politico dell’emirato. Le stime che circolano al proposito si attestano ad un contributo pari a circa 4 miliardi di dollari all’economia locale entro il 2030.

Un interesse il quale viene ora ad essere rafforzato da quello del governo, che proprio ad esso guarda per una possibile apertura ai cittadini delle proprie strutture. In pratica, il piano cui si sta pensando è quello di rendere possibile agli utenti lo svolgimento delle proprie pratiche direttamente da casa. Un’idea non nuovissima, ma che potrebbe rivelarsi molto utile per agevolare al massimo il rapporto tra le amministrazioni pubbliche e i cittadini. Il tutto in attesa di poter sfruttare in maniera ancora più larga questa nuova tecnologia, come prefigurato nel corso del MetaDecrypt Web 3.0 organizzato da Khaleej Times, da Sharad Agarwal, chief metaverse officer di Cybergear.

Secondo lui, infatti, gli interessati potrebbero anche lavorare, studiare, giocare, pagare bollette e socializzare all’interno del Metaverso, in modo da agevolare al massimo la vita dei cittadini. Un piano quindi ambizioso, tale da mixare necessità economiche e socialità. Tanto da spingere lo stesso Agarwal a dichiarare ormai una semplice questione di tempo il conseguimento della supremazia globale da parte del Paese mediorientale in questo ambito e in quello crypto.

Dubai e Metaverso, la strada è già stata aperta

A confermare l’attivismo di Dubai in ottica Metaverso è del resto la recente apertura da parte della VARA (Virtual Assets Regulatory Authority) di una sua sezione all’interno di The Sandbox. L’ente preposto alla sorveglianza dei mercati finanziari virtuali del Paese arabo ha infatti aperto sulla famosa piattaforma il suo quartier generale, MetaHQ, in un evento che ha visto la partecipazione dello sceicco Hamdan bin Mohammed bin Rashid Al Maktoum, principe ereditario di Dubai e presidente del Consiglio.

Il lavoro della VARA consiste nel dare luogo ad un quadro operativo improntato alla massima sicurezza per la crescita del settore nel paese, nell’intento di mediare tra esigenze del mercato e quelle degli investitori. Un lavoro particolarmente importante proprio alla luce dell’intento del governo di rendere Dubai un vero e proprio hub mondiale delle criptovalute.

A sostanziare questo proposito è anche un quadro normativo, quello approntato dal governo per quanto riguarda il mercato crypto, non solo chiaro, ma anche molto aperto all’innovazione finanziaria. In pratica Dubai sembra intenzionata a percorrere la direzione esattamente contraria a quella imboccata da governi come quello statunitense o dell’Unione Europea. In questi casi, infatti, si è deciso di varare paletti abbastanza stretti, nell’intento di proteggere consumatori e investitori, in un momento reso molto delicato dal crac di Terra (LUNA) e dall’effetto domino che si sta diffondendo ad altre stablecoin.

Metaverso e Dubai, il settore immobiliare potrebbe avvantaggiarsene

Il Metaverso sembra indicare nuove e interessanti prospettive, tra le quali quella che si sta proponendo con maggiore forza è inerente al mercato immobiliare, estremamente fiorente in Dubai. Sempre secondo Agarwal questa tecnologia potrebbe rivelarsi un reale ausilio per i cittadini, i quali potrebbero essere messi in grado non solo di visionare virtualmente le case in vendita, ma anche di arredarle, traendo una prima impressione su come potrebbe essere la vita al loro interno in modo da procedere ad un acquisto realmente consapevole.

Una prospettiva la quale sembra tutt’altro che un semplice sogno, se si pensa che già da tempo si parla di vero e proprio boom immobiliare all’interno del Metaverso. Molte persone e aziende, infatti, già da mesi stanno procedendo all’acquisto di spazi e costruzioni digitali, senza lesinare sulle spese. Gli acquisti avvengono sotto forma di NFT (Non Fungible Token), ovvero di un certificato il quale attesta l’autenticità del diritto di possesso vantato, e con pagamenti in criptovalute. La speranza è naturalmente quella di tenerli il tempo necessario  per vederne lievitare il valore, oppure al fine di costruirci e farci cose virtuali, come nel caso delle aziende, nell’ottica di valorizzare il proprio brand. Nel caso di Dubai sembra per ora prevalere il mercato immobiliare puro.

Secondo le notizie che circolano al proposito, alcune aziende del settore hanno già pianificato il proprio passaggio allo spazio virtuale, a partire da DAMAC, la quale ha investito circa 100 milioni di dollari nell’intento di sviluppare un programma in grado di rendere possibile ai potenziali clienti di controllare virtualmente le proprie proprietà di lusso.

Ali Sajwani, CEO di D-Labs che ricopre la funzione di direttore generale delle operazioni presso DAMAC, ha dichiarato che l’azienda vende già in questo momento circa 100 milioni di dirham (AED, la moneta degli Emirati Arabi Uniti) al mese grazie alla chiamate che avvengono su Zoom, senza l’ausilio di tecnologie immersive. Con il Metaverso questa mole di affari potrebbe elevarsi sino a 700-800 milioni di AED al mese, aprendo la possibilità di relazionarsi con facilità con i clienti dislocati in California, a New York o a Miami.

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