Le criptovalute sono sempre più all’ordine del giorno. Gli asset digitali, infatti, sono al centro di una lunga serie di analisi tese a capire se possano effettivamente aiutare la Russia a sfuggire alle sanzioni di Stati Uniti e alleati, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, oltre a essere il mezzo con cui molti soggetti, in ogni parte del globo, cercano di sostenere lo sforzo bellico del governo di Kiev.

Sul tema è intervenuto di recente anche Edward Snowden, l’ex tecnico informatico della CIA diventato celebre nel corso del 2013 per aver denunciato lo spionaggio degli Stati Uniti a danno dei Paesi alleati. Accuse che lo costrinsero a riparare in Russia al fine di sfuggire ai procedimenti giudiziari per la violazione dell’Espionage Act del 1917 e furto di proprietà governativa.

Snowden si è pronunciato sul tema il passato 27 febbraio, in una lunga intervista rilasciata a Marta Belcher nel corso dell’evento Camp Ethereal 2022. A rendere molto interessante la conversazione è anche il fatto che la sua interlocutrice è a sua volta nota per essere un avvocato ormai da tempo impegnato all’interno della Filecoin Foundation, oltre che esperta di blockchain e criptovalute.

Secondo Snowden le criptovalute rappresentano un pericolo per i governi

Secondo Edward Snowden le criptovalute sarebbero avvertite alla stregua di un’insidia dai governi che, non a caso, stanno cercando di metterle sotto controllo. Il caso emblematico, secondo lui, sarebbe rappresentato da quanto accaduto in Canada, nel corso delle manifestazioni antigovernative dei camionisti.
Come si ricorderà, in quella occasione il governo decise di bloccare i conti correnti riconducibili ai leader del Freedom Convoy. Una mossa la quale, sarebbe ancora più preoccupante in ragione del fatto che il governo canadese viene percepito dall’opinione pubblica mondiale come un esempio di progressismo.
La parte più interessante dell’intervista rilasciata dall’ex analista informatico è però quella relativa alle CBDC (Central Bank Digital Currency), ovvero le criptovalute di Stato, di cui lo yuan digitale è al momento la punta di lancia. Andiamo a vedere perché.

Le CBDC sarebbero uno strumento cripto-fascista

Le criptovalute controllate dalle banche centrali sono uno strumento cripto-fascista: questo il durissimo giudizio di Edward Snowden sulle CBDC. A differenza di quanto accade per il denaro fisico, quello virtuale controllato da un governo, per mezzo della sua banca centrale, potrebbe essere subordinato all’espressione di una pura e semplice opinione. Chi può assicurare che i soldi di una persona non possano essere cancellati con un semplice clic, ove la stessa osasse discutere il proprio governo?
Si tratta in effetti di una preoccupazione di non poco conto, la quale dovrebbe però essere estesa ad ogni forma di denaro digitale. Anche le carte di debito o credito possono essere controllate da un governo, senza contare la possibilità di prelevare soldi direttamente da un conto corrente, come accade in Italia.
Il tema sembra quindi essere sin troppo complesso per poter essere liquidato in una semplice chiacchierata come quella tra Snowden e Belcher. Come del resto si sta incaricando di dimostrare l’utilizzo del denaro virtuale nell’ambito della guerra tra Russia e Ucraina.

Snowden indica in Zcash il proprio token preferito

In conclusione, l’ex analista ha rilasciato una dichiarazione che non sembra affatto sorprendente, alla luce di quanto affermato in precedenza. Ha cioè indicato in Zcash il suo token preferito, affermando che proprio questa moneta virtuale, essendo una Privacy coin, garantisce ai suoi utenti un maggior livello di riservatezza rispetto a Bitcoin e maggior parte delle Altcoin.
Proprio questo genere di criptovalute, però, non rappresenta soltanto una garanzia in termini di privacy per chi le utilizza, ma anche un valido strumento per le organizzazioni criminali, che non a caso le utilizzano nelle operazioni sul Dark Web. Monero, Zcash e Dash, in particolare, sono tra i token preferiti per i traffici di stupefacenti, armi ed esseri umani che avvengono ogni giorno sui mercati della parte più nascosta della rete.
In definitiva, le dichiarazioni rilasciate da Snowden possono essere considerate non solo estremamente interessanti, ma anche il segnale più evidente del fatto che gli asset virtuali pongono alla comunità una serie di problematiche da soppesare con grande attenzione. Tanto da spingere molti a tornare sulle proprie argomentazioni, ad anni di distanza, compresi i governi, come dimostra l’ordine esecutivo rilasciato da Joe Biden pochi giorni fa, in merito a criptovalute e dollaro digitale.