Recensione SwitchBot Hub 2 – A distanza di qualche mese dalla definizione delle specifiche ufficiali di Matter, lo standard che promette di mettere un po’ di ordine nel mondo della domotica, iniziano ad arrivare sul mercato i primi dispositivi in grado di supportarlo. Tra questi troviamo anche SwitchBot Hub 2, il nuovo hub del produttore diventato famoso per il “dito meccanico” che preme i pulsanti e di cui in passato abbiamo già recensito alcuni prodotti su queste pagine, come le tende motorizzate, un paio di accessori e un termometro evoluto.

Oggi vi parlo proprio di Hub 2, che ho testato per oltre un mese, e vi racconto quali sono le sue funzionalità e perché è un passo nella giusta direzione.

Un hub che fa molto altro

SwitchBot Hub 2

Prima di parlare di Matter è giusto spendere qualche parola sulle funzioni che mette a disposizione questo hub. SwitchBot Hub 2 è, di fatto, un hub che serve per mettere in rete i dispositivi Bluetooth della compagnia. In questo modo è possibile controllarli anche quando non sono a portata di Bluetooth, il solo protocollo supportato da buona parte di essi. Niente Zigbee o altri protocolli quindi, ma questo non significa che le funzioni dell’hub finiscano qui.

Personalmente tendo a nascondere gli hub (Zigbee o Bluetooth) sotto le scrivanie, dietro ai mobili o comunque dove non sono troppo visibili, visto che sono delle semplici scatole senza design particolarmente ricercati. Hub 2 invece si distingue dalla massa perché offre uno schermo con segmenti LED bianchi che mostra temperatura e umidità nella stanza.

Già questo lo rende più utile rispetto alla maggior parte degli hub in commercio ma a questo si aggiungono altri due pulsanti che possono essere utilizzati per accendere o spegnere il display, ma anche per seguire determinate automazioni con i dispositivi SwitchBot che già possedete. Io ad esempio ho alcune tende motorizzate e ho configurato il pulsante per aprire quella che ho in soggiorno, ma le possibilità sono davvero tantissime.

Già così staremmo parlando di un dispositivo decisamente comodo da avere in casa ma le sue funzioni non finiscono certo qui. È infatti possibile utilizzarlo anche come controller a infrarossi per utilizzare tutti quei dispositivi che ne fanno uso (TV, condizionatori) sfruttando il sensore che consente di duplicare qualsiasi telecomando.

Visto che il telecomando della mia TV in soggiorno fa le bizze, e non funziona molto bene se c’è un qualsiasi ostacolo di fronte (devo davvero decidermi a cambiarlo o a cambiare la TV), ho provato a configurare Hub 2 per replicare tutti i tasti, personalizzando quelli che non sono stati riconosciuti immediatamente. Pensavo che l’hub dovesse stare in “vista” con il ricevitore della TV e invece con mia grande sorpresa funziona perfettamente anche mettendolo sul mobile sotto la TV, con un pannello di legno a separare i due.

La risposta della TV è decisamente immediata e lo stesso accade con altri dispositivi dotati di telecomando a infrarossi, come il monitor del mio computer. Una funzione davvero comoda che non ci sia aspetta certo di trovare su un hub. Da sottolineare che è necessario utilizzare il cavo proprietario, un classico USB-A/USB-C per alimentare l’hub, visto che proprio sul cavo è posto il sensore di temperatura e umidità.

L’hub supporta il collegamento ad Amazon Alexa, Google Home e IFTTT, così da permettere la creazione di numerose automazioni, sia tramite comandi vocali che routine programmate. Tutti i dispositivi SwitchBot già in commercio possono essere utilizzati con Hub 2 senza problemi e proprio grazie a questo hub possono essere collegati al cloud ed essere utilizzati tramite gli altri ecosistemi. Se non avete un dispositivo compatibile con Matter è un’ottima soluzione, ma è giunto proprio il momento di parlare del supporto al nuovo standard per la smart home.

Il supporto a Matter

Per abilitare il supporto a Matter è necessario avere la versione 6.25.1 o successiva dell’app SwitchBot, scaricabile dal Play Store o da App Store, così da poter avviare la procedura di aggiornamento del firmware. In questo modo viene sbloccata la sezione, ancora in Beta, dedicata a Matter.

Il processo è decisamente semplice, io l’ho provato con Google Home ma se avete un iPhone potete collegare il tutto a Home Kit senza problemi. Una volta attivato il supporto a Matter verrà mostrato un QR-Code, insieme a un codice di abbinamento da inserire al momento opportuno. A questo punto basta aprire Google Home (o Apple HomeKit) e se tutto funziona correttamente vedrete la schermata che vi avvisa della presenza di un nuovo dispositivo Matter.

Se avete due smartphone potete utilizzarne uno per inquadrare il codice QR, altrimenti potrete incollare il codice di attivazione e seguire le istruzioni sullo schermo, per completare la configurazione. Mi è capitato, durante i miei test, che l’hub non venisse rilevato correttamente da Google Home, ma è bastato avviare l’aggiunta di un nuovo dispositivo, selezionare Matter e seguire ancora una volta le istruzioni per completare il tutto.

Per far scattare del tutto la magia serve, almeno per il collegamento a Google Home, un dispositivo hardware come Nest Hub o Google Home Mini, aggiornato in modo da avere il supporto a Matter. nel mio caso è bastato rispolverare un vecchio Home Mini che avevo in un cassetto, attendere un paio di minuti affinché venisse aggiornato il firmware e l’hub è stato visualizzato tra i dispositivi supportati.

SwitchBot Hub 2

A questo punto scatta la “magia” di Matter, visto che entrando nelle impostazioni dell’hub ho aggiunto una SwitchBot Curtain 2 (di cui a breve arriverà la recensione completa), l’unico accessorio insieme a SwitchBot Blind Tilt che al momento supporta il nuovo standard e senza effettuare alcuna ulteriore configurazione il relativo comando è stato aggiunto alla schermata dell’app Google Home. Trattandosi di uno speaker con Google Assistant mi è bastato chiedere all’assistente di aprire la tenda per vederla funzionare, senza che sia stato necessario installare la relativa integrazione all’interno dell’app Google Home.

Pur avendo una buona dimestichezza con i dispositivi della smart home, non nascondo che mi è piaciuta questa semplicità, basta una spunta su una casella e un dispositivo è visibile anche in un altro ecosistema, senza che sia necessario perdersi tra configurazioni, aggiornamenti e altre amenità simili. Se il buongiorno si vede devo dire che Matter potrebbe essere quella cosa che mancava per far entrare i dispositivi smart home nelle case di chiunque abbia un minimo di passione per la tecnologia.

Avrei preferito che fosse stato aggiunto anche il supporto ad altre piattaforme per la domotica, come ad esempio Home Assistant per cui è disponibile un’ottima integrazione grazie all’API pubblica, ma in questo caso è probabile che ci voglia ancora del tempo e della pazienza. In ogni caso non è una mancanza grave, come punto di partenza devo davvero dire che è ottimo e che questo SwitchBot Hub 2 sa difendersi bene.

Grazie a Matter sarà più semplice creare delle automazioni che permettano di utilizzare dispositivi provenienti da ecosistemi diversi, permettendo agli utenti di scegliere i migliori prodotti senza preoccuparsi troppo di scoprire come integrarli in un ambiente già ricco di dispositivi.

In conclusione

SwitchBot Hub 2 rappresenta il debutto della compagnia e devo dire che si tratta di una scelta davvero azzeccata. Un dispositivo davvero eclettico, in grado di svolgere numerose funzioni e particolarmente flessibile per portare quanti più dispositivi possibili negli ecosistemi degli altri brand.

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