La sonda spaziale NASA Voyager 1 ha ricominciato a inviare dati ingegneristici utilizzabili dopo aver completato l’aggiornamento software dedicato al computer Flight Data System (FDS). Le ultime informazioni inviate dalla sonda risalgono al novembre 2023. La sonda spaziale Voyager 1 è stata lanciata nello spazio insieme alla sua gemella Voyager 2 oltre 46 anni fa. Si tratta delle sonde più longeve della storia. Prima di iniziare la loro esplorazione interstellare, entrambe le sonde hanno sorvolato Giove e Saturno. Voyager 2 ha sorvolato anche Urano e Nettuno.

Quali problematiche ha riscontrato Voyager 1

Stando a quanto riportato dal JPL e dalla NASA, la sonda spaziale Voyager 1 nel corso dell’inverno scorso ha riscontrato un problema tecnico a uno dei tre computer di bordo. In particolare, il computer ad essere interessato dalla problematica in questione era il Flight Data System, ovvero quello utilizzato per la gestione dei dati del sistema di volo. Nonostante avesse continuato a ricevere i dati dalla Terra tramite il Deep Space Network, FDS non riusciva a comunicare in maniera corretta con l’unità adibita alla trasmissione dei dati verso la Terra.

Di conseguenza, questo problema ha comportato il fatto che Voyager 1 non ha potuto inviare dati scientifici o ingegneristici, rendendo quindi complicata anche la diagnosi stessa della problematica. In primo luogo, gli ingegneri incaricati di risolvere il problema hanno ipotizzato che la problematica fosse legato principalmente all’FDS. La prima operazione messa in atto è stata riavviare il sistema FDS per tentare di ripristinare lo stato della sonda prima che si verificasse il blocco. Questi tentativi, però, si sono rivelati fallimentari.

Come è stato risolto il blocco

A inizio aprile, l’agenzia spaziale statunitense e il JPL hanno reso nota la probabile causa del problema che aveva reso inutilizzabili i dati inviati da Voyager 1 alla Terra. Stando alle analisi condotte, infatti, una parte di memoria (circa il 3%) dell’FDS sarebbe stata danneggiata probabilmente a causa dell’interazione di particelle energetiche. È stato anche ipotizzato che il blocco del sistema sia stato causato da una semplice obsolescenza del sistema stesso.

Dato che non è stato possibile riparare manualmente la parte di memoria danneggiata, il team di ingegneri incaricati di risolvere il problema hanno deciso di collocare la parte del codice software del computer FDS danneggiata in un altro punto della memoria del computer. Tuttavia, l’intera sezione di codice da collocare da un’altra parte sarebbe stata troppo grande da essere contenuta nella sua interezza in un qualsiasi altro punto della memoria del computer.

Gli ingegneri hanno quindi pensato di suddividere il codice interessato in diverse sezioni e le hanno poi memorizzate in punti diversi all’interno della memoria del FDS. Inoltre, affinché questo piano funzionasse anche dal punto di vista tecnico, è stato necessario regolare le diverse sezioni del codice per farle funzionare ancora come un unico codice. È stato anche necessario aggiornare i riferimenti della posizione delle nuove sezioni di codice nelle altre parti della memoria dell’FDS.

Il 20 aprile il team incaricato di risolvere la problematica di Voyager 1 ha constatato che l’intervento applicato ha funzionato. Per la prima volta in cinque mesi, infatti, è stato possibile verificare i dati inerenti lo stato della sonda. Nelle prossime settimane, il team di esperti regolerà le altre parti del software dell’FDS che regolano la trasmissione dei dati scientifici.