Dalla fine dello scorso anno la storica sonda Voyager 1 della NASA è in preda a un’avaria e il mese scorso gli ingegneri hanno trovato una chiave di lettura per avvicinarsi a una possibile soluzione del problema.

Il team di ingegneri ha scoperto che il problema risiedeva nel Flight Data System (FDS), il computer di bordo che processa i dati da inviare verso la Terra tramite la Telemetry Modulation Unit (TMU).

Il misterioso messaggio inviato il mese scorso conteneva l’intera memoria dell’FDS, ma codificata in maniera errata. Ora il JPL ha annunciato un aggiornamento della situazione che permette di sperare in una soluzione completa al problema che affligge la sonda da mesi.

La sonda Voyager 1 potrebbe funzionare anche con un chip guasto

Secondo i dati ricevuti nelle scorse settimane è emerso che circa il 3% della memoria dell’FDS sarebbe danneggiato a causa di un chip guasto che impedisce all’unità di funzionare correttamente.

La NASA ha annunciato che gli ingegneri sono ottimisti sul fatto di poter trovare un modo che permetta all’FDS di funzionare normalmente senza la memoria diventata inutilizzabile, il che consentirebbe alla sonda di ricominciare a restituire dati scientifici e ingegneristici.

Come la gemella Voyager 2, la sonda Voyager 1 è in servizio da quasi mezzo secolo e la causa del guasto potrebbe essere la normale usura, tuttavia potrebbero essere necessari alcuni mesi per tornare a una situazione  ottimale, visto che è necessario molto tempo affinché un messaggio arrivi alla sonda e altrettanto tempo per ricevere la risposta sul nostro pianeta.