Voyager 1, proprio come la sua gemella, a ben 47 anni dal lancio datato 1977 continua ad inviare segnali dallo spazio profondo. Il problema è che da qualche tempo le comunicazioni della sonda si sono fatte più “misteriose”, per non dire indecifrabili.

La NASA è infatti impegnata da mesi nel comprendere il segnale binario senza significato che Voyager 1 ha preso ad inviare attraverso il Deep Space Network a partire da novembre 2023. Sicuramente il messaggio testimonia di un’avaria che sta impedendo il corretto funzionamento della sonda: ma farsi un’idea di un problema a 24 miliardi di chilometri di distanza – tanto è lontana Voyager 1 da noi – non è proprio la cosa più facile del mondo, anzi, dell’universo.

Un’anomalia nel codice potrebbe essere la chiave

Con un comunicato sul proprio blog ufficiale la NASA ha appena fatto sapere di essersi avvicinata alla soluzione dell’enigma. Il 3 marzo, infatti, il team della missione Voyager ha notato un’attività anomala riconducibile ad uno dei tre computer di bordo della sonda, il Flight Data System (in breve FDS), ovvero il sottosistema dei dati di volo, responsabile del confezionamento dei dati scientifici e ingegneristici prima che questi vengano inviati verso la Terra tramite la Telemetry Modulation Unit (TMU).

Più nel dettaglio, alla richiesta del team NASA datata 1 marzo di inviare diverse sequenze del codice, è seguita una risposta da parte della sonda spaziale ricevuta il 3 marzo (la latenza delle comunicazioni con la sonda è pari a 22 ore e mezza) in cui gli scienziati hanno rinvenuto una parte del codice che differiva dal resto del segnale indecifrabile.

Voyager 1 NASA sonda

Pur trattandosi di codice corrotto, e dunque non riconducibile ad un corretto funzionamento della sonda, presentava comunque delle peculiarità interessanti rispetto al resto. E indagando su questa sezione, un ingegnere del Deep Space Network ha avuto la giusta intuizione ed è riuscito a decrittarla, scoprendo che il segnale contiene una lettura dell’intera memoria FDS.

Ricapitolando, la NASA è finalmente riuscita a trovare all’interno del segnale una sequenza che riesce ad interpretare, ovvero un elemento chiave all’interno di un qualsiasi processo di decrittazione.

Ora sarà infatti possibile confrontare la sequenza del codice attuale con il codice precedente al guasto, sfruttando la sequenza di informazioni note decifrate per farsi un’idea di quali siano le variabili nella speranza di comprendere il problema che causa il malfunzionamento di Voyager 1, e poter quindi poi studiare un’eventuale soluzione.