Siamo abituati a pensare i robot per l’esplorazione spaziale della NASA con le forme dei rover marziani come Curiosity, o ancora dei droni come il recentemente pensionato Ingenuity. Ma non come serpenti. Eppure è questa la forma del robot EELS (Exobiology Extant Life Surveyor), attualmente in sviluppo presso il JPL (Jet Propulsion Laboratory) dell’agenzia spaziale statunitense.

Perché la NASA ha costruito un serpente robot 1

Alla ricerca di tracce di vita su una luna di Saturno

Intendiamoci, in robotica la forma serpente non è una novità, anzi. Si tratta di un design modulare e flessibile, e quindi particolarmente indicato per l’esplorazione in determinate condizioni ambientali. Come, ad esempio, quelle di Encelado, una piccola luna ghiacciata di Saturno, interessante proprio perché come rilevato dalla sonda Cassini è un ambiente ricco d’acqua, e dunque potenzialmente di vita. La futura missione del robot serpente EELS, infatti, sarà proprio quella di indagare le gelide profondità oceaniche per studiarne la natura e scovare magari tracce di vita.

NASA EELS robot serpente

Le condizioni di Encelado sono ben diverse da quelle del territorio marziano. E quindi un rover cingolato serve a poco: molto meglio una forma a serpente, come illustrato dai progettisti NASA della JPL nell’ articolo apparso su Science Robotics di marzo 2024.

Gli scienziati nel paper spiegano come EELS, lungo 4,4 metri per un peso di 100 kg, sia stato progettato proprio con l’esplorazione di Encelado in testa, e perciò “per essere adattabile ad attraversare ambienti analoghi all’oceano terrestre, ambienti labirintici chiusi e liquidi“.

NASA EELS robot serpente

A conforto di questa tesi, ci sono i test di locomozione in superficie svolti sul nostro pianeta in contesti vicini a quelli che EELS potrebbe affrontare una volta approdato su Encelado: qui l’EELS potrebbe scivolare lungo stretti geyser in superficie e nuotare attraverso il vasto oceano globale, che si stima sia profondo quasi 10.000 metri al polo sud.

Il tutto aiutato da un software che gli dona consapevolezza situazionale e del rischio, pianificazione del movimento e controllo propriocettivo per consentirgli di muoversi in maniera autonoma, senza dipendere dal controllo umano.