Tramite un comunicato diffuso lo scorso 29 febbraio, la HGC Global Communications, società di telecomunicazioni di Hong Kong, ha fatto sapere che un incidente, legato al conflitto attualmente in atto in Medio Oriente, ha comportato il danneggiamento di quattro degli oltre quindici cavi di comunicazione sottomarini collocati nel Mar Rosso.
La stessa società, nella giornata di ieri, ha fornito un aggiornamento sull’incidente, quantificando la gravità dell’incidente e mettendosi a disposizione per cercare di rendere meno pesante questa defaillance per i propri clienti. Facciamo dunque il punto della situazione e proviamo ad analizzare i possibili scenari e le ripercussioni su Internet, andato in tilt nella giornata odierna (anche se potrebbe trattarsi soltanto una mera coincidenza).
Traffico Internet interrotto da un incidente nel Mar Rosso
“HGC Global Communications (“HGC”) è stata informata di un recente incidente che ha comportato il danneggiamento di 4 degli oltre 15 cavi di comunicazione sottomarini nel Mar Rosso. Si tratta di un evento eccezionalmente raro e ha avuto un impatto significativo sulle reti di comunicazione in Medio Oriente, anche se con un’influenza limitata su Hong Kong.“
Con queste parole datate 29 febbraio 2024, la HGC Global Communications informava di un incidente, avvenuto nel Mar Rosso (più precisamente nelle acque yemenite) qualche giorno prima, che ha causato la rottura (sono stati tagliati) di quattro importanti cavi sottomarini (Seacom, TGN-EA, AAE-1 e EIG) che veicolano le reti di telecomuinicazioni a livello globale.
Questo incidente, preventivato dal governo “ufficiale” yemenita, pare sia stato causato dai ribelli Huthi (un gruppo armato dello Yemen) che hanno attaccato numerosi nave nella zona e avevano preso di mira proprio i cavi sottomarini. Il leader dei ribelli Abdel Malek al-Houthi ha negato le accuse (il tweet con la dichiarazione ufficiale è visionabile qua) e incolpato le unità militari britanniche e statunitensi che operano nell’area per i danni ai cavi sottomarini.
Secondo Nick Loxton, capo della Intelligence di Geocollect (compagnia britannica che si occupa di tecnologie geospaziali intelligenti) interpellato da Al Jazeera, i cavi sottomarini sono visti, dagli attori coinvolti in conflitti violenti, come un obiettivo di grande valore, facilmente raggiungibile e a un costo relativamente basso.
Loxton ha tirato in ballo un altro incidente avvenuto nel 2023 quando una nave portacontainer cinese ha trascinato la sua ancora sul fondo del Mar Baltico, tranciando un cavo in fibra ottica russa. Questo solo per mantenere viva la pista dell’incidente, pur riconoscendo il fatto che, con la proliferazione della tecnologia, anche operazioni che in precedenza sembravano impossibili potrebbero essere alla portata di piccoli gruppi di ribelli come gli Huthi.
A ogni modo, il conflitto in Medio Oriente sta iniziando a minacciare l’internet globale e l’incidente ha costretto i fornitori di servizi a reindirizzare circa un quarto del traffico tra Asia, Europa e Medio Oriente, incluso il traffico Internet.
I guasti non sono semplici da riparare
Per porre l’accento sull’importanza di questi cavi sottomarini, basta pensare al fatto che, negli ultimi anni, la posa di molti di essi è stata finanziata da colossi di Internet come Amazon, Google, Meta e Microsoft. I cavi sottomarini sono parte di una rete globale e sono molto importanti per tutto ciò che è Internet come lo conosciamo oggi.
Tim Stronge, vicepresidente della divisione Research presso TeleGeography (azienda che analizza il mercato delle telecomunicazioni), ha dichiarato che questi fasci di fibra, spessi quasi quanto un tubo da giardino, “sono estremamente importanti perché il 90% di tutto il traffico delle comunicazioni tra Europa e Asia passa attraverso questi cavi“. Danneggiare uno o più cavi comporta conseguenze come, ad esempio, interruzioni diffuse di Internet con i fornitori di servizi che sono costretti a reinstradare il traffico dati per far fronte al guasto.
Secondo Prenesh Padayachee, responsabile digitale di Seacom, per ottenere i permessi necessari alla riparazione dei cavi dall’autorità marittima yemenita potrebbero volerci anche otto settimane. Seacom (lungo 17000 km, collega la parte meridionale dell’Africa con Francia e India) è uno dei sistemi di cavi “tagliati” nell’incidente, a circa 200 metri di profondità nel Mar Rosso.
Gli altri cavi danneggiati (che sono poco distanti da Seacom), come anticipato, sono AAE-1 (Asia-Afria-Europe 1, un sistema di cavi di 25.000 chilometri che collega Europa e sud-est asiatico), TGN-EA (TGN Eurasia, un sistema di cavi di 9.280 chilometri che collega Mumbai e Marsiglia) e EIG (Europe India Gateway, un sistema di cavi di 15.000 chilometri che collega Mumbai e Londra); quest’ultimo ha in Vodafone UK uno dei principali investitori.
Il traffico Internet viene reinstradato
Per fortuna, la maggior parte delle grandi aziende di TLC fa affidamento su più sistemi di cavi sottomarini, in modo da potere reinstradare il traffico Internet nel momento in cui avvengano problematiche/interruzioni (come quella di cui stiamo parlando) per garantire la continuità del servizio.
La HGC Global Communications ha quantificato le gravità dell’incidente avvenuto nel Mar Rosso: l’impatto (stimato) è sul 25% del traffico globale.
La società ha quindi previsto (e messo tempestivamente in atto) un piano che prevede il reindirizzamento del traffico su altri cavi sottomarini che partono da Hong Kong e giungono in Europa attraverso la Cina continentale (direzione nord), attraverso gli Stati Uniti (direzione est) o sfruttando il traffico all’interno dei restanti undici cavi sottomarini del Mar Rosso in funzione (direzione ovest).
Allo stato attuale, quindi, gran parte del traffico Internet è stato dirottato per far fronte all’interruzione dei quattro importanti cavi sottomarini nel Mar Rosso e, di conseguenza, potrebbe essere normale qualche ritardo o qualche disservizio in attesa che la situazione torni a regime.
I problemi odierni di Facebook e Instagram sono diretta conseguenza?
Molti di voi avranno sperimentato in giornata problemi con le app e i servizi del gruppo Meta come Facebook, Messenger, Instagram e Threads. È difficile (per non dire impossibile) stabilire se l’incidente nel Mar Rosso e i problemi avuti da uno dei giganti di Internet, siano collegati tra loro.
Fino a quando non arriverà una comunicazione ufficiale da parte di Meta sulla causa dei disservizi (che sono ora rientrati, come confermato da Andy Stone, portavoce dell’azienda), non è il caso di azzardare alcuna congettura.
Earlier today, a technical issue caused people to have difficulty accessing some of our services. We resolved the issue as quickly as possible for everyone who was impacted, and we apologize for any inconvenience. https://t.co/ybyyAZNAMn
— Andy Stone (@andymstone) March 5, 2024
Per dovere di cronaca, va aggiunto che oggi, facendo un salto su DownDetector e altri portali che monitorano lo stato di siti Internet, app e servizi (o anche solo facendo un giro su X, l’ex Twitter), sono arrivate segnalazioni circa tantissimi siti Internet e app/servizi che hanno manifestato problematiche.
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