La rivoluzione elettrica nel mondo dell’auto sembra ormai inarrestabile. Sempre più case automobilistiche stanno investendo nello sviluppo di veicoli elettrici, con l’obiettivo di ridurre le emissioni e dare una svolta green all’intero settore. Tuttavia, una delle criticità maggiori per i produttori è rappresentata dalla mancanza di standard condivisi per la ricarica delle auto elettriche.

Ogni casa automobilistica sta sviluppando una propria rete di ricarica, con prese e connettori diversi, il che rischia di creare confusione e disagi per gli automobilisti, che si ritroverebbero costretti a dover ricaricare la propria auto elettrica solo presso le colonnine della casa produttrice.

Lo standard di ricarica NACS di Tesla sarà adottato anche da Honda

Per ovviare a questo problema, alcuni big del settore stanno cercando di creare degli standard condivisi. Uno di questi è il NACS (North American Charging Standard), sviluppato da Tesla e già adottato dalla stessa casa californiana per la propria rete Supercharger. Negli ultimi mesi anche colossi come GM, BMW e Hyundai si stanno impegnando per implementare questo standard entro il 2025, con l’obiettivo di realizzare una rete di ricarica veloce interoperabile tra i vari marchi.

Anche Honda ha recentemente annunciato l’intenzione di adottare il NACS per i suoi futuri modelli elettrici, inclusi quelli del suo brand di lusso Acura. Si tratta di una scelta importante che segna l’impegno della casa giapponese verso una maggiore standardizzazione nel settore.

Tuttavia, l’integrazione del NACS nelle vetture elettriche di Honda non sarà immediata: i primi modelli EV di Honda, infatti, si basano sulla piattaforma Ultium di General Motors e dovranno aspettare che quest’ultima passi al NACS entro il 2025; solo in un secondo momento anche Honda potrà implementare questo standard di ricarica, quindi è del tutto probabile che questo passo avverrà quantomeno nel 2025, se non addirittura dal 2026.

La scelta di Honda di puntare sul NACS non è priva di rischi: da una parte rappresenta un passo verso l’unificazione di standard nel settore automotive, che permetterebbe una maggiore interoperabilità tra le auto elettriche di diversi produttori; ma dall’altra, i tempi incerti per l’integrazione di questa tecnologia nei propri modelli, dipendenti da GM, potrebbero creare non poche complicazioni. Con tutta probabilità Honda si ritroverebbe a dover gestire due diverse piattaforme per un periodo di transizione, con possibili disagi per automobilisti e concessionari.

Quella di Honda appare come una scommessa coraggiosa, che potrebbe fare da apripista per l’intera industria, ma non priva di incognite. Solo il tempo dirà se la casa giapponese avrà visto giusto nel puntare così presto e convintamente su uno standard condiviso come il NACS. Nel frattempo, la partita per definire il futuro della ricarica elettrica nel settore automotive è ancora del tutto aperta.

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