Si è concluso con un nulla di fatto l’accordo già firmato e ufficializzato più di un anno fa fra Intel e Tower Semiconductors. In un comunicato stampa pubblicato nelle scorse ore, Intel ha in parte spiegato il perché dell’annullamento dell’accordo di fusione sottolineando l’impossibilità di ottenere in tempi utili le approvazioni normative richieste.

L’azienda statunitense non fa menzione delle autorità cinesi che, secondo quanto emerso da più parti, sarebbero state causa di una tale risoluzione, nonostante con buona probabilità abbiano giocato un ruolo importante le tensioni nel settore della tecnologia e della produzione di chip fra Stati Uniti e Cina.

Perché Intel ha rinunciato all’acquisizione di Tower Semiconductor

L’obiettivo di Intel era acquistare un’importante realtà nella produzione di semiconduttori come Tower Semiconductor per espandere la propria capacità di produzione e supportare una domanda sempre crescente. 5,4 miliardi di dollari, il costo dell’operazione, ufficializzata a metà febbraio 2022 e conclusasi ora con 353 milioni di dollari che Intel dovrà pagare a Tower Semiconductor a mo’ di penale per lo sviluppo negativo dell’operazione di acquisizione.

L’accordo è stato annullato “a causa dell’impossibilità di ottenere in modo tempestivo le approvazioni normative richieste dall’accordo di fusione”, si legge nel comunicato stampa pubblicato dall’azienda statunitense, che si dice tuttavia intenzionata a cercare ulteriori opportunità di collaborazione con Tower.

Alla vaghezza delle parole spese dall’azienda in merito alla mancata acquisizione ne fanno tuttavia eco delle altre secondo cui sarebbero state proprio le autorità cinesi a non approvare l’accordo prima della scadenza della transazione, programmata alla mezzanotte californiana del 15 agosto. Secondo Bloomberg e Reuters c’entrano proprio le tensioni fra Stati Uniti d’America e Cina acutizzate in questi ultimi anni nel campo della tecnologia, dai divieti di Huawei alla cosiddetta “guerra dei chip” relativa alla produzione di semiconduttori.

Per la nascente IFS, una divisione nota come Intel Foundry Services che l’azienda statunitense vorrebbe trasformare in un produttore di chip protagonista in grado di competere con la rivale taiwanese TSMC, potrebbe segnare un contraccolpo significativo, considerando il ruolo che Tower Semiconductor avrebbe potuto coprire soprattutto nella creazione di prodotti come chip a radiofrequenza RF, sensori di immagine CMOS, componenti per la gestione dell’alimentazione e altro.

L’amministratore delegato di Intel Pat Gelsinger si è detto tuttavia fiducioso “Stiamo seguendo bene la nostra tabella di marcia per riconquistare il primato delle prestazioni dei transistor e delle prestazioni energetiche entro il 2025”, parole a cui fanno eco quelle di Stuart Pann, vicepresidente senior e direttore generale della citata Intel Foundry Services “dal suo lancio nel 2021, Intel Foundry Services ha guadagnato terreno presso clienti e partner, compiendo progressi significativi verso il nostro obiettivo di diventare la seconda più grande fonderia esterna entro la fine del decennio”. In ogni caso, per maggiori informazioni, qui c’è il comunicato stampa relativo.

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