Con l’obiettivo di migliorare la circolarità dell’industria automobilistica, la Commissione europea ha stilato una proposta contenente alcune misure volte a migliorare alcuni aspetti della progettazione e della gestione del fine vita delle automobili. Oltre alla riduzione annuale di emissioni di CO2 l’Europa chiede ai costruttori e alle industrie del settore alcune azioni concrete per agevolare la transizione e migliorare la gestione di un settore che diventerà il maggiore responsabile del consumo di materie prime essenziali in Europa.

Da solo il settore automobilistico rappresenta inoltre circa il 10% del consumo complessivo di plastica in Europa (6 milioni di tonnellate ogni anno), oltre a essere responsabile di una quota significativa della domanda di alluminio, acciaio e rame. E l’elettrificazione non farà che aumentare fra l’altro la domanda delle cosiddette materie prime critiche quali le terre rare, il che rende sempre più urgente puntare su un’economia circolare per ridurre l’impatto ambientale dell’industria intera.

Cosa propone la Commissione europea per la circolarità dell’industria dell’auto

Il regolamento proposto è in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo che, oltre alla produzione di nuovi veicoli a zero emissioni a partire dal 2035, chiede in generale all’industria automobilistica di diventare più sostenibile e resiliente, obiettivi raggiungibili attraverso misure di vario genere, fra cui alcuni punti di questa nuova proposta pubblicata dalla Commissione nella giornata di ieri.

Fra gli aspetti chiave, c’è ad esempio l’obbligo per i costruttori di automobili di utilizzare almeno il 25% di plastica riciclata per realizzare un nuovo veicolo, plastica che deve essere derivata da veicoli fuori uso, proprio per il principio di circolarità dell’economia che si trova alla base dei provvedimenti del Green Deal.

Per facilitare il riciclaggio e il riutilizzo dei pezzi di ricambio, la Commissione europea mira a dare ai costruttori di auto istruzioni chiare e dettagliate per poter demolire, sostituire e rimuovere parti che dovranno poi essere riciclate almeno per il 30%, fornendo inoltre alle officine di riparazione degli incentivi per incoraggiare la riparazione e la vendita di pezzi di ricambio per sostenere un’economia circolare.

E per garantire la corretta esecuzione delle operazioni, per evitare la sparizione di veicoli, si pensa inoltre ad aumentare la raccolta e il riutilizzo di veicoli fuori uso andando a incrementare il numero di ispezioni, a usare in maniera più massiccia il tracciamento digitale dei veicoli non più in uso e, più in generale, ad applicare in maniere più severe multe e divieti di esportazione, misure che, assieme alle precedenti verranno applicate anche ad altre categorie di mezzi di trasporto quali motocicli, autocarri e autobus.

“Tutti in Europa dovrebbero essere in grado di passare da A a B nel modo più sostenibile possibile. Nei prossimi anni saranno immessi sul mercato sempre più veicoli a zero emissioni, il che aumenterà la domanda di materie prime preziose. La nostra proposta odierna farà in modo di riciclare e riutilizzare il maggior numero possibile di questi materiali, dando nuova vita ai componenti delle nostre automobili e riducendo notevolmente l’impronta ambientale del nostro trasporto su strada” ha commentato Frans Timmermans, il vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo.

Secondo le stime, queste misure si prevede che generino 1,8 miliardi di euro di entrate nette nel 2035, benché sia chiaro che, per ora, si tratta di solo una proposta di regolamento firmata dalla Commissione europea che, per diventare ufficiale, dovrà poi essere esaminata dal Parlamento e dal Consiglio.

In ogni caso, per maggiori informazioni vi lasciamo intanto alle domande e risposte relative alla proposta in questione, di cui trovate anche i punti chiave anche nel comunicato stampa.

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