Nel fine settimana la blockchain di Ethereum è letteralmente andata fuori uso per ore, spingendo molti a chiedersi cosa stesse accadendo. Il motivo dell’evento è stato presto chiarito, venendo collegato ad un carico di traffico eccessivo generato dal lancio di una nuova serie di NFT (Non fungible Token) ad opera di Yuga Labs, ovvero l’azienda creatrice di Bored Ape Yacht Club recentemente balzata agli onori della cronaca per una truffa imperniata sull’hackeraggio del suo account Telegram.

In questo caso gli NFT sono quelli prodotti in relazione agli appezzamenti di terreno virtuali di Otherside, che Yuga Labs sta sviluppando nel tentativo di cavalcare l’onda generata dal mercato immobiliare del metaverso. Un settore il quale evidenzia in effetti ottime prospettive di crescita, tanto da spingere un gran numero di investitori a osservarne con interesse l’evoluzione.

Un interesse che, però, si è tradotto in un carico troppo pesante da sopportare per la blockchain di Ethereum, riproponendo non solo il tema del metaverso, ma anche quello relativo all’ormai prossimo aggiornamento della rete ETH, il quale traghetterà il progetto di Vitalik Buterin verso l’algoritmo di consenso Proof-of-Stake. Un aggiornamento che potrebbe tradursi in una serie di vantaggi di non poco conto, compresa una maggiore capacità di sopportare carichi di lavoro significativi, dando in tal modo risposte concrete anche alle esigenze legate al mercato degli NFT.

Ethereum: a cosa è dovuto il tilt?

Tornando a quanto accaduto nel fine settimana, a provocare il disguido è stato il gran numero di transazioni che ha caratterizzato i 55mila Otherdeed, gli appezzamenti virtuali di Otherside, messi in vendita da Yuga Labs (su 100mila complessivi, coi rimanenti donati gratuitamente ai possessori di NFT Bored Ape e Mutant Ape Yacht Club).

Ognuno dei lotti messi in vendita costava circa 5.840 dollari, il corrispettivo di 305 Ape Coin, la criptovaluta che è stata creata da Yuga Labs per il suo metaverso. Il successo dell’operazione è stato subito evidente, permettendo a chi intendeva capitalizzare immediatamente l’operazione di rivendere su OpenSea a prezzi anche superiori ai 23mila dollari.

Naturalmente, di fronte alla constatazione che gli Otherdeed sono venduti in ApeCoin, qualcuno si sarà chiesto perché sia stata la blockchain di Ethereum a fare tilt. La spiegazione è da ricercare nel fatto che gli stessi si avvalgono della blockchain di Ethereum per la gestione delle commissioni sulle transazioni (gas fee).

L’ammontare delle stesse, però, tende a crescere di pari passo con l’aumentare del volume delle transazioni e l’elevata domanda di Otherdeed ha quindi spinto verso l’alto i livelli delle commissioni. Per capire meglio la portata dell’accaduto, basterà ricordare come alcuni acquirenti siano stati costretti a versare tra i 6.500 e i 14mila dollari!

Per la blockchain di Ethereum è stata una vera Caporetto , tanto da costringere Yuga Labs a chiedere scusa per i disservizi causati e da chiedere alla DAO (Decentralized Autonomous Organization) di ApeCoin, responsabile del sistema di governo della sua comunità, ma al contempo indipendente dall’azienda, di procedere alla migrazione sulla sua blockchain per evitare il ripetersi di episodi analoghi. Il commento dell’azienda è stato pubblicato su Twitter e sembra aprire un nuovo fronte di discussione.

I danni del blackout

Occorre sottolineare come gli effetti del blackout della blockchain di Ethereum, risolto nel giro di qualche ora, si sono riversati a cascata, in particolare rallentando le transazioni dei servizi collegati ad Ethereum, a partire da Uniswap e dal crash del tracker delle transazioni in Ethereum, Etherscan. Senza contare le perdite riferite da alcuni utenti, addirittura nell’ordine di migliaia di dollari, nelle commessioni delle transazioni non andate in porto. Per quanto riguarda queste ultime, la stessa Yuga Labs ha dichiarato l’intenzione di rimborsare gli utenti danneggiati.

Quanto accaduto, ha messo in evidenza non solo quanto sia elevato l’interesse nei confronti del mercato immobiliare in ambito metaverso, dimostrato dai 123 milioni di Otherdeed venduti in sole sette ore, ma anche come proprio tale interesse ponga problemi di non poco conto in relazione alle modalità di vendita degli NFT, considerati i limiti di scalabilità di molte piattaforme blockchain, a partire proprio da quella di Ethereum.

Proprio in relazione a quest’ultima, sembra ormai chiaro che la decisione di passare dall’attuale algoritmo di consenso Proof-of-Work al Proof-of-Stake sia giustificata proprio dai vantaggi che il secondo è in grado di apportare alla rete. Tra di essi, in particolare quelli in termini di scalabilità, ovvero la capacità di supportare un gran numero di operazioni in contemporanea, e di convenienza delle stesse.

Come si può facilmente capire, dover pagare migliaia di dollari in commissioni per una semplice transazione potrebbe ben presto chiudere le porte agli investitori non forniti di risorse di rilievo. ovvero proprio il contrario della democratizzazione finanziaria che pure è sempre stato un mantra dei crypto-fans.

Ethereum: Charles Hoskinson aveva ragione?

Se il passaggio a Ethereum 2.0, come è stata ribattezzata l’operazione che porterà all’integrazione del PoS, si rivelerà all’altezza della situazione, molti problemi che si sono rivelati in questa occasione potranno essere neutralizzati. Nel caso contrario chi commercia NFT dovrà iniziare a pensare ad alternative, come è stato richiesto stavolta da Yuga Labs e le conseguenze per Ethereum potrebbero rivelarsi di larga portata.

Occorre infatti ricordare che se attualmente la creazione di Vitalik Buterin è il soggetto principale in ambito DeFi, ci sono altre blockchain che non nascondono le proprie ambizioni in tal senso, a partire da Cardano. Basta ricordare in tal senso le parole di Charles Hoskinson, il creatore di ADA, relative ad un eventuale combattimento a colpi di arti marziali tra Cardano ed Ethereum, che secondo lui sarebbe assolutamente impari, mettendo a confronto un contendente nel pieno delle forze e uno non solo anziano, ma anche legato ad una sedia a rotelle.

Un giudizio irridente il quale potrebbe essere tornato ad aleggiare alla stregua di un incubo nelle ore in cui la blockchain di Ethereum è andata in blackout. Resta da capire se il passaggio al PoS sarà in grado di risolvere i problemi o se, al contrario, la vicenda della vendita di NFT da parte di Yuga Labs sia destinata a riproporsi in futuro, con conseguenze di largo raggio anche per l’intero settore degli NFT.

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