Una nuova tecnologia di chip realizzati esclusivamente per l’hashing blockchain a risparmio energetico: questa è la bomba che Intel si appresta a sganciare su un mercato in fase di fibrillazione come quello del mining di criptovalute.

Intel Blockscale, questo il nome della nuova linea dell’azienda statunitense, è l’ultimo atto di anni di ricerca, grazie ai quali ora Intel è in grado di fornire ai clienti “un hashing efficiente dal punto di vista energetico per reti di consenso proof-of-work“.

L’importanza della notizia non è da individuare soltanto nella discesa in campo di un gigante come Intel nel settore del mining, ma anche nel fatto che l’azienda sembra recepire pienamente le preoccupazioni collegate al consumo di risorse energetiche da parte dei minatori che utilizzano l’algoritmo di consenso Proof-of-Work.

A confermare questo dato di fatto è Balaji Kanigicherla, vice president e general manager Custom Compute, Accelerated Computing Systems and Graphics Group di Intel. Proprio lui ha infatti affermato che i decenni di ricerca e sviluppo nel campo della crittografia, delle tecniche di hashing e dei circuiti a bassissima tensione hanno reso possibile a Intel condurre in porto l’offerta di applicazioni per la blockchain in grado di scalare la propria potenza di calcolo senza cedere in termini di sostenibilità.

Intel si propone di dare una risposta ai problemi del Proof-of-Work

Com’è noto, la richiesta di potenza di calcolo per le blockchain che utilizzano meccanismi di consenso Proof-of-Work sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti. La sua rapida crescita, in particolare, pone problemi di non poco conto in un momento storico come l’attuale, in cui la società globale è percorsa dagli echi della protesta contro il surriscaldamento del pianeta.

Per cercare di dare risposte concrete alle domande poste dal movimento Fridays for Future e dagli ambientalisti in genere, è necessario cercare nuove strade, in grado di diminuire i consumi energetici e le emissioni nocive da essi derivanti. Una direzione che l’algoritmo di consenso su cui si fonda il Bitcoin non è in grado di rispettare, proprio a causa di una crescita esponenziale dei consumi comportata dalla potenza di calcolo necessaria.

Per cercare di limitare la produzione di rifiuti RAEEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), Intel ha quindi concepito Blockscale, una linea di ASIC in grado di fornire l’efficienza energetica e la potenza di calcolo necessarie per riuscire a conseguire non solo la necessaria scalabilità, ma anche una preziosa sostenibilità a vantaggio degli algoritmi Proof-of-Work compatibili con i sistemi basati su ASIC e hashing SHA-256.

Anche il general manager, Blockchain and Business Solutions, Accelerated Computing Systems and Graphics Group di Intel, Jose Rios, ha voluto porre l’accento sul fatto che l’azienda è riuscita a dare una risposta concreta ai problemi posti dal mining in regime di PoW, aiutando quindi a regalare alla tecnologia blockchain un quadro di crescita sostenibile a livello ambientale.

Una risposta che sarà sicuramente gradita dai miners che guardano con grande apprensione alla vera e propria battaglia che si sta giocando in queste settimane all’interno dell’Unione Europea. Ove la discussione sul regolamento Markets in Crypto Assets (MiCA) ha per ora posticipato la risposta definitiva sul Proof-of-Work senza però escluderne una possibile messa al bando futura.

Le caratteristiche tecniche di Intel Blockscale

Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, i nuovi ASIC di Intel Blockscale ASIC prevedono:

  • Processore ASIC dedicato per Secure Hash Algorithm-256 (SHA-256);
  • Hash rate fino a 580 GH/s operativo e fino a 26 J/TH di efficienza energetica;
  • Sensori on-chip di temperatura e tensione;
  • il  Supporto sino ad un massimo di 256 circuiti integrati per catena;
  • Hardware di riferimento e software stack per avviare il sistema di sviluppo degli utenti.

Stando ai dati in questione si prevede che una singola unità di Blockscale sarà in grado di conseguire un hash rate di 0,58 TH/s e di limitare il suo consumo fra i 4,8 e 22,7 watt di potenza, con un’efficienza energetica fino a 26 joule per terahash (J/TH). Ognuno dei chip può essere combinato in un singolo dispositivo di mining, sino a un massimo di 256 unità. In questo caso si darebbe luogo ad un hash rate globale pari a 148,5 TH/s, consumando un quantitativo di energia tra 1.228 e 5.811 watt.

Per capire meglio quanto detto, si può operare un raffronto con l’Antminer S19 Pro di Bitmain, uno dei principali macchinari dedicati espressamente al mining di Bitcoin attualmente presenti sul mercato, il quale si attesta su un hash rate di 110 TH/s, consumando 3.250 watt di potenza e vantando un’efficienza energetica pari a 30 J/TH. Siamo quindi su livelli comparabili.

Le consegne dei dispositivi ai clienti avranno inizio nel corso del terzo trimestre dell’anno. Tra le prime aziende a sviluppare nuovi basati sull’ASIC di Intel ci saranno Argo Blockchain, Block, Inc., GRIID Infrastructure e Hive Blockchain Technologies.

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