La riunione al MiSE (Ministero dello Sviluppo Economico) con le imprese della filiera automotive non ha prodotto ancora risultati tangibili, ma ha strappato delle importanti promesse al ministro Giorgetti: ci saranno presto degli incentivi per provare a dare nuova linfa al settore.

Negli ultimi giorni abbiamo riaperto più volte il discorso dei bonus statali, dapprima per fare chiarezza sul bonus bancomat (incentivo fino a 480 euro) e poi per illustrarvi nei dettagli il bonus mobilità 2022 per bici e monopattini.

Quest’oggi, purtroppo, non è possibile raggiungere lo stesso livello di approfondimento, perché da approfondire c’è ancora ben poco.

Promesse importanti: le parole di Giorgetti e Pichetto

Nel corso della riunione tenutasi al MiSE con i rappresentanti di Confindustria, Anfia e alcune importanti imprese della filiera automotive — come Iveco, Stellantis, Brembo, Marelli, Bosch e St —, il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti si è espresso in questi termini:

«Nonostante le difficoltà sono ottimista sul fatto che nelle prossime settimane insieme con il Mef presenteremo delle proposte per incentivi al settore dell’automotive».

Già nelle scorse settimane — più precisamente nella legge di bilancio e nel decreto sostegni ter — il ministro aveva avanzato al Governo richieste di attivazione di un sistema di incentivi per un settore messo in forte crisi non solo dalla pandemia, ma anche dalla transizione ecologica.

Più che un semplice pourparler, l’incontro di martedì 1 febbraio 2022 viene descritto come l’occasione per fare una “ricognizione sugli strumenti e risorse messe a disposizione del MiSE per sostenere una filiera strategica del sistema produttivo del Paese, con l’obiettivo di garantire l’equilibrio tra esigenze economiche ambientali e sociali“.

Significative a tal riguardo le parole del viceministro Gilberto Pichetto:

«Stiamo lavorando a una strategia industriale con l’obiettivo di modulare i nostri interventi sulle esigenze della filiera al fine di salvaguardare i livelli occupazionali nazionali. Pertanto, partendo dagli attuali contratti di sviluppo relativi alla filiera automotive, prevediamo una rivisitazione che contempli gli incentivi per la transizione industriale, ricerca, cig, formazione e riqualificazione professionale, credito garantito, deprezzamento fiscale anticipato».

I punti salienti del dossier e i nove strumenti di aiuto

Il dossier, composto da 39 pagine, fotografa la situazione attuale della filiera automotive nazionale, tra punti di forza, elementi di debolezza, confronti con altri Paesi, strategie di sostegno e prospettive future.

Lo scenario che emerge non è esattamente roseo, visto che soltanto 40 aziende vengono classificate come «ad alto potenziale» (con riferimento a guida autonoma e connessa, motori elettrici e batterie), mentre sono molto più numerose, per la precisione 101 ed essenzialmente specializzate in powertrain a benzina e diesel, quelle per le quali la transizione green può costituire un fattore di rischio.

Dal MiSE si esprime consapevolezza sia sulla situazione particolare del comparto batterie, dove l’adattamento al mercato può favorire le esportazioni, sia su realtà emergenti come idrogeno e biofuel, rispetto alle quali giocare d’anticipo potrebbe tradursi in una futura posizione di vantaggio.

L’intervento a mezzo del quale il Ministero dello Sviluppo Economico intende aiutare il settore si articola in nove strumenti principali: contratti di sviluppo, accordi di innovazione, temporary innovation manager, il fondo nazionale per l’innovazione, misure per il trasferimento tecnologico, la nuova Sabatini (credito agevolato per l’acquisto di macchinari), fondi Pnrr sulla ricerca e gli Ipcei (agevolazioni e fondi per Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo).

È già stato precisato che il ricorso a tali strumenti avverrà tenendo conto delle necessità di ogni singola impresa, d’intesa con le associazioni di categoria e in seguito ad interviste con gli imprenditori (si punta a stabilire contatti con un pool di aziende per quantificarne anche l’impatto economico) e che ci sarà il coinvolgimento di Regioni e politecnici.

Con particolare riferimento all’Ipcei, poi, il MiSE intende muoversi su due fronti:

  • idrogeno per il trasporto pesante su gomma: il progetto a livello europeo coinvolge già Iveco, ma il ministero cita anche Vitesco, Rampini, Fpt, Cnh Industrial;
  • sistemi elettromeccanici intelligenti, elementi fondamentali per l’auto del futuro che comprendono sensori, centraline e componenti per la guida autonoma (tra le aziende italiane del settore figurano Pirelli, Brembo, Zapi Group, Marelli, Eldor, St).

In attesa di informazioni più dettagliate sulle misure che il Ministero ha intenzione di mettere in campo per dare la spinta all’automotive, ecco una serie di foto della riunione.

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