Le applicazioni di messaggistica fanno parte della quotidianità praticamente di tutti e gli utenti più attenti al discorso sulla privacy hanno sicuramente accolto con favore gli aggiornamenti ad iOS 14.5 e iPadOS 14.5, coi quali Apple ha aggiunto nuove policy che gli sviluppatori devono seguire in tema di Tracking Transparency (cui Google potrebbe ispirarsi su Android).

Queste ultime mirano a far capire anche agli utenti meno smaliziati quali e quanti dati privati vengano raccolti dalle applicazioni che utilizzano più spesso.

Senza dimenticare che adesso gli sviluppatori, onde mostrare annunci pubblicitari personalizzati, devono chiedere prima il permesso dell’utente, il quale può tranquillamente negarlo.

In maniera tutt’altro che sorprendente, queste novità non hanno incontrato il parere favorevole di Facebook, che coi suoi servizi è noto per fagocitare dati degli utenti in gran quantità. La compagnia di Zuckerberg aveva persino accusato Apple di sfavorire le piccole attività impedendo loro di mostrare annunci personalizzati agli utenti Facebook su iPhone e iPad, quasi dimenticando di essere la prima ad arricchirsi con le pubblicità.

Quanti dati raccolgono le maggiori app di messaggistica: la classifica

Se fate parte di quella fetta di utenti attenti alla privacy, siete sicuramente interessati a scoprire quali e quanti dei vostri dati personali vengano raccolti dalle applicazioni di messaggistica più comunemente utilizzate.

La classifica che di qui a poco andremo a vedere prende in considerazione le app della categoria citata più popolari sull’App Store e si basa sulla nuova sezione “App Privacy” dello store di Apple. Ecco la graduatoria dalla migliore alla peggiore (in base alla quantità di dati raccolti):

  1. Signal
  2. Skype
  3. Zoom
  4. Discord
  5. Telegram
  6. WhatsApp
  7. Facebook Messenger
  8. TikTok

Signal

Apprezzata dal CEO di Tesla e SpaceX Elon Musk, Signal occupa la vetta di questa speciale classifica ed è la scelta più indicata per gli utenti che non vogliano avere nulla a che fare con annunci personalizzati.

Per quanto convincere amici e parenti a passare a Signal non sia l’impresa più facile, non ci sono effetti collaterali dal punto di vista funzionale. Non manca, infatti, il supporto a funzioni come messaggi di testo, condivisione di foto, link e messaggi vocali, videochiamate.

Trattandosi di un’app che si regge per intero su donazioni e sovvenzioni, senza vendere dati a scopo pubblicitario, c’è ben poco di cui lamentarsi.

Per funzionare, Signal chiede soltanto il numero di telefono dell’utente.

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Skype

Il secondo posto è occupato da Skype, un nome storico del settore che da dieci anni ormai fa capo a Microsoft.

Sebbene la casa di Redmond non sia esattamente famosa per lasciare ampia scelta agli utenti in tema di aggiornamenti o di condivisione dati su Windows 10, Skype rappresenta una gradita eccezione. L’app di messaggistica, infatti, usa un quantitativo limitato di dati riconducibili all’utente, tra i quali non figura la posizione precisa.

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Zoom

Zoom ha conquistato un’enorme popolarità in questo periodo storico di videoconferenze, ma può essere impiegata anche come app di messaggistica.

Se paragonata a Facebook Messenger, Zoom sembra molto più rispettosa della privacy dell’utente, raccogliendo apparentemente solo i dati essenziali per il funzionamento. Tra questi dati, comunque, figurano anche posizione, numero di telefono e ID del device.

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Discord

Passiamo adesso a Discord, nome noto soprattutto tra i videogiocatori. Sede di tantissime community create dagli utenti, comprende messaggi privati, chat di gruppo, chat vocali, video chiamate e non solo.

Discord, stando ad App Privacy, sembra raccogliere un quantitativo di dati alquanto ragionevole per funzionare adeguatamente. In lista figurano, tra gli altri, indirizzo e-mail, cronologia di ricerca e di acquisti e ID del device.

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Telegram

Telegram non ha bisogno di presentazioni: è una delle app di messaggistica più popolari e apprezzate al mondo, nonché una delle più ricche di potenzialità.

I dati che raccoglie sembrano ragionevoli, ma non sono pochi e tra i più importanti che si ricollegano all’utente troviamo la posizione, i contatti e “Financial Info“.

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WhatsApp Messenger

Neppure WhatsApp Messenger ha bisogno di presentazioni. Anche in questo caso le informazioni raccolte non sembrano andare oltre il necessario e tra i dati più significativi riconducibili all’identità dell’utente figurano la posizione, i contatti e “Financial Info”.

Insomma, non è Signal, ma neppure Facebook Messenger (che pure è suo parente stretto).

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Facebook Messenger

Dai riferimenti precedenti e dal penultimo posto in classifica si deduce facilmente che Facebook Messenger raccoglie parecchi dati, molti dei quali riconducibili all’identità dell’utente.

Posizione precisa, numero di telefono, indirizzo fisico, device ID, cronologia degli acquisti, informazioni di pagamento e informazioni economiche sono solo alcuni esempi. Date un’occhiata a questa lunga lista.

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TikTok

TikTok è uno dei maggiori fenomeni social del momento (ecco il link al nostro canale), ma è anche il peggiore in assoluto di questa classifica.

Si tratta soprattutto di un social network basato sui video, ma permette anche di scambiare messaggi. Tra i dati raccolti per tracciare l’utente troviamo informazioni di contatto (device ID, email, numero di telefono), ma anche posizione, cronologia di ricerca, financial info, indirizzo, advertising data e tanto altro.

Per la verità, TikTok è stata anche al centro di battaglie legali e polemiche che, tra le altre cose, hanno messo in evidenza la necessità di una maggior tutela dei minori.

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Quale o quante di queste applicazioni utilizzate? Preferite servizi gratuiti ma che raccolgono tali e tanti dei vostri dati, oppure vorreste avere un maggior controllo? Fatecelo sapere nei commenti.

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