L’arrivo sul mercato delle schede grafiche NVIDIA GeForce RTX 50 Blackwell, seguite dalle AMD Radeon RX 9000, ha sdoganato quasi definitivamente l’interfaccia PCI-E 5.0 sulla piattaforma PC desktop, almeno per quanto riguarda le schede video non professionali.
Per chi non segue il mondo PC, vogliamo ricordare che il PCI-E 5.0 era stato introdotto da Intel nel settore consumer già da qualche anno (seguita a ruota da AMD), tuttavia all’epoca (2021) non solo non esistevano schede video compatibili con il nuovo standard, ma a malapena si parlava dei primi SSD M.2 Gen 5.0 che, provenendo dal già ottimo PCI-E 4.0, promettevano davvero faville (come poi è stato in effetti) ma con costi che in quel periodo non erano proprio accessibili.
Tornando indietro di qualche mese nel 2025 invece, all’annuncio della GeForce RTX 5090 per essere precisi, quando NVIDIA comunicò l’adozione dell’interfaccia PCI-E 5.0 sulle GPU Blackwell in molti non diedero peso alla cosa, sicuramente perché come vedremo non è determinante (o quasi), ma anche per una questione di background tecnico.
Prima di procedere, facciamo subito un balzo in avanti e a tal proposito chiariamo subito un concetto per i meno esperti in materia; è vero, l’utilizzo dell’interfaccia PCI-E 5.0 sulle attuali schede video non è determinante come l’adozione della stessa su un SSD PCI-E rispetto a un SSD Gen 4.0. Questo articolo ci farà capire infatti quanto può impattare, o se impatta, il “cambio” di interfaccia su una scheda video last-gen PCI-E 5.0, non solo nei giochi ma anche in altri tipi di applicativi.
Vediamo di chiarire meglio il tutto, cercando come di consueto di non divagare troppo e soprattutto di far capire qualcosa all’utente meno esperto senza troppe “complicanze” tecniche.
Indice:
Schede video e PCI-E 5.0: cerchiamo di fare chiarezza

Se vogliamo parlare di schede video PCI-E 5.0, è doveroso fare un breve riepilogo sulle specifiche dello standard PCI-Express, introdotto ricordiamo dal PCI-SIG (PCI Special Interest Group) oltre venti anni fa, nel 2003. Sostanzialmente, a partire dalla versione PCI-E 1.0, ogni revisione dell’interfaccia PCI-E ha portato a un raddoppio del transfer-rate per singola linea (espresso in GT/s o Giga Transfer Per Second) e di conseguenza a raddoppiare la larghezza di banda (in questo caso si parla di GB/s o Gigabyte Per Second).
Per chi come noi ha vissuto il passaggio da PCI, AGP a PCI-E, il salto prestazionale è stato subito evidente, tuttavia le prestazioni offerte a oggi dal PCI-E 5.0 o dai primi dispositivi PCI-E 6.0 non sono neanche paragonabili alla prima versione PCI-E.
Senza analizzare tutte le varie tappe, partiamo proprio dal PCI-E 5.0 che, come detto sopra, ha raddoppiato la capacità di trasferimento rispetto al PCI-E 4.0, garantendo un transfer-rate di 32 GT/s per linea; ne consegue che, ogni singola linea PCI-E 5.0 garantisce una banda passante di quasi 4 GB/s (3,938 GB/s per la precisione), per un massimo di 63,01 GB/s se consideriamo la massima configurazione a 16 linee (o x16 come viene spesso indicato).

Fonte Wikipedia
Da quello che abbiamo detto finora emergono tra le righe almeno due elementi, quasi inconfutabili; il primo è che per sfruttare a pieno ogni nuovo standard dobbiamo avere a disposizione due dispositivi compatibili, il secondo invece riguarda le cosiddette “linee” PCI-E, vitali per la larghezza di banda complessiva (quindi più sono meglio è, teoricamente).
Abbiamo usato il termine inconfutabile sopra, questo perché al contempo c’è da inserire nel contesto un terzo elemento: il dispositivo che vogliamo utilizzare, in questo caso una scheda video, ha realmente bisogno di tutta quella banda passante, o basterebbe uno slot PCI-E 4.0 e una scheda madre di vecchia generazione?
Questo è quello che andremo a scoprire con i nostri test. Volendo invece chiarire un altro concetto, o meglio, una caratteristica ormai intrinseca delle schede video, quello a cui dobbiamo porre attenzione è il numero di linee PCI-E di cui è dotata la scheda che abbiamo intenzione di comprare. In realtà questa “attenzione” è relegata solo alle schede video più economiche che, quasi sempre per tagliare i costi, non offrono la classica interfaccia PCI-E x16 (la revision poi dipende), bensì una x8 o ancora peggio a x4, riducendo i collegamenti elettrici per risparmiare sul prezzo finale.
Schede madri e PCI-E: compro la nuova o uso la vecchia? ecco qualche dritta

In questo punto dell’articolo non avrebbe senso rispondere direttamente alla domanda posta sopra, salvo togliervi il gusto di continuare a leggere per analizzare i grafici. Quello che però possiamo dirvi è che, solitamente, in questi casi è quasi sempre il dispositivo (ora una GPU, ma anche un SSD ad esempio) a limitare la scheda madre / sistema e non viceversa (non parliamo di CPU e prestazioni attenzione!).
Sicuramente se abbiamo la disponibilità economica per acquistare una NVIDIA GeForce RTX 5090 o GeForce RTX 5080, probabilmente ci abbineremo la migliore configurazione del momento e di ultima generazione, ma non è detto; non possiamo infatti escludere che l’utente provenga invece da un sistema PCI-E 4.0 di fascia alta e non abbia intenzione di rivedere la propria build da capo a piedi.
Paradossalmente, avere a disposizione una scheda madre di ultima generazione, o che comunque supporti lo standard PCI-E più recente, è determinante solo se utilizziamo una scheda video economica last-gen con x4/x8 linee e non una top di gamma che di sicuro offre un’interfaccia PCI-E x16. Tenendo a mente per questo la retrocompatibilità meccanica tra i vari standard PCI-Express, in questi casi il downgrade di una generazione (o forse due, lo vedremo a breve) a parità di linee PCI-E sul connettore della scheda video non porta a un calo sensibile delle prestazioni, o comunque tali da inficiare in modo importante la resa della GPU.
In contrasto a quanto appena detto, c’è anche da aggiungere come in questi casi l’utente sia anche guidato da una necessità di livellare la build nel resto della componentistica, abbinando di conseguenza una possibile GeForce RTX 5090 a un sistema di ultima generazione targato AMD o Intel, ovviamente con PCI-E 5.0 nativo per processore e scheda video (senza dimenticare l’SSD).
In chiusura vi lasciamo un altro elemento, sicuramente scontato, ma che comunque non ci cambia la vita dover omettere. La “compatibilità” della scheda grafica PCI-E 5.0, non deve essere verificata tanto nella scheda madre (o non solo), ma anche nella CPU. I processori più recenti AMD e Intel supportano lo standard PCI-E 5.0 senza problemi, ma vi consigliamo sempre di verificare tutta la configurazione a monte, salvo andare “a fortuna” e ritrovarvi con lo scenario che vi mostriamo a seguire. Avrete fatto bene o no? Scopritelo.
Piattaforma e metodologia di test

Per verificare come impatta l’interfaccia PCI-E sulla nostra scheda grafica, abbiamo pensato non tanto a una GeForce RTX 5090, che difficilmente si ritroverà su una configurazione consumer “tirata”, ma a una GeForce RTX 5080 che di sicuro è molto più diffusa sulle build da gaming di fascia alta, magari trovandosi a sostituire una GeForce RTX 4070/Ti Super o una Radeon RX 7900 XTX di precedente generazione.
La scheda NVIDIA sarà abbinata a una build AMD, per la precisione con una scheda madre ROG CROSSHAIR X670E HERO che, grazie al chipset X670E, garantisce supporto nativo PCI-E 5.0 per scheda video ed SSD last-gen.
Un altro consiglio che vi diamo, sempre riguardo la scheda madre, è quello di verificare quanti slot e quante linee dedica all’interfaccia PCI-E 5.0; se il supporto è limitato a 16 linee, come su alcune schede madri economiche ad esempio, rischiate di non poter sfruttare al meglio gli SSD Gen 5.0, nel momento in cui volete installare una scheda video PCI-E 5.0 x16.
Ponete attenzione quindi, assicurandovi che sulle specifiche della scheda madre sia espresso chiaramente il supporto PCI-E 5.0 per GPU ed SSD senza condivisione delle linee; diversamente dovrete mettere mani al BIOS e probabilmente anche alla revision PCI-E (che in molti casi da 5.0 deve essere impostata a 4.0).
Configurazione di test:
- Gigabyte AORUS GeForce RTX 5080 MASTER
- Processore: Ryzen 7 9800X3D (PBO Enabled)
- Dissipatore: MSI MAG CoreLiquid I360 White
- Scheda madre: ASUS ROG CROSSHAIR X670E HERO (BIOS 3205)
- RAM: 32 GB G.Skill Trident Z5 NEO RGB – 6.000 MT/s C28 AMD EXPO
- Storage SSD: Corsair MP600 ELITE 2 TB
- Alimentatore: NZXT C1500 Platinum
- Sistema operativo e driver aggiornati agli ultimi disponibili
PCI-E 5.0 vs PCI-E 4.0 vs PCI-E 3.0: ecco quanto impattano sulle prestazioni
Passando dalle parole ai fatti, per l’occasione abbiamo estrapolato alcuni titoli dalla nostra suite di test, quindi verificando l’impatto del cambio di interfaccia in gaming. I giochi scelti sono in totale quattro:
- Hitman World of Assassination (ULTRA)
- CS:GO 2 (Maxato)
- F1 22 (Altissimo)
- Cyberpunk 2077 (Ultra, Ultra + RT)
Partiamo dal titolo più emblematico se vogliamo, di sicuro il più impegnativo e “dipendente” dal livello di dettagli/texture che impostiamo, ovvero Cyberpunk 2077. Il gioco di CD PROJEKT RED sulla carta potrebbe darci molte indicazioni, soprattutto se pensiamo all’abilitazione del ray-tracing e tutte le tecnologie di contorno NVIDIA.
Cyberpunk inoltre è il primo e ultimo gioco che in questa occasione abbiamo provato con ray-tracing attivo; non c’è bisogno di argomentare molto il perché, basta dare uno sguardo ai grafici, prima in raster e poi con ray-tracing:


Possiamo dire senza problemi che il downgrade da PCI-E x16 Gen 5.0 fino a PCI-E x16 Gen 3.0 non impatta sulle prestazioni in gaming e sul frame-rate medio; due/tre FPS in questi contesti rientrano anche nel margine d’errore.
Pensavamo anche noi che, abilitando il ray-tracing, con DLSS e Frame Generation, incrementando quindi gli FPS, l’interfaccia avrebbe potuto creare colli di bottiglia; così però non è stato e anche altri titoli altrettanto impegnativi ripropongono il medesimo scenario (vedi Alan Wake 2 ad esempio).
Proprio per questo, la seconda sessione di test vede sotto i riflettori tre giochi dove la GeForce RTX 5080 riesce a ottenere un frame-rate elevatissimo anche in 4K, spingendoci a domandarci se il cambio d’interfaccia possa impattare sul gaming ad alto refresh-rate.



La risposta è “ni”. Se infatti a risoluzione 4K notiamo un livellamento delle prestazioni, quando scendiamo di risoluzione e saliamo con gli FPS, notiamo subito che sia a 1080P che a 1440P possiamo perdere fino al 6% di frame-rate, che non sono pochi su un prodotto di fascia alta come la GeForce RTX 5080. Certo le prestazioni assolute non vengono stravolte, ma ricordiamo ad esempio che la GeForce RTX 5080 in alcuni giochi era molto vicina alla GeForce RTX 5070 Ti e GeForce RTX 4080 SUPER, quindi un calo del genere potrebbe fare la differenza.
A questo punto potevamo chiudere così o continuare con qualche altro gioco, magari molto diffuso, tuttavia ci sembrava più sensato e interessante valutare (anche velocemente) se il passaggio dall’interfaccia PCI-E 5.0 a 4.0 e 3.0 potesse invece penalizzarci in altri ambiti come il rendering, il calcolo o, perché no, gli applicativi che sfruttano l’AI.
Per avere quindi un quadro più ampio della situazione, utile anche ai nostri lettori, abbiamo condotto un’ulteriore tornata di benchmark, questa volta con questi software:
- Geekbench 6.4
- Blender Open Data
- Geekbench AI
Iniziamo con il test Geekbench 6, Open CL in questo caso, ambito dove ancora una volta rileviamo una vittoria del PCI-E 5.0 ma con margini del tutto trascurabili (1%); lo stesso scenario lo ritroviamo su Blender, ma qui già eravamo consapevoli che il downgrade non avrebbe avuto effetti sulle prestazioni della RTX 5080 nel rendering.



Discorso leggermente diverso sul benchmark Geekbench AI. Qui il passaggio da PCI-E 5.0 a PCI-E 3.0 ci fa perdere fino al 17,6%, un po’ troppo per trascurare la situazione. Il fatto poi che Geekbench AI sia un benchmark sintetico, ci lascia qualche dubbio sul reale impatto che il downgrade del BUS PCI-E potrebbe avere su applicativi molto più complessi, magari con modelli da miliardi di parametri e un’accesso all’hardware in tempo reale molto più “stressante”.
Considerazioni
Giunti al termine di questo articolo, che in tutta sincerità non è l’unico sull’argomento che potete trovare sulla rete, possiamo dire di non aver fatto un buco nell’acqua, o meglio, di aver rilevato qualcosa di concreto che finora ci era sfuggito o che comunque non era chiaro neanche analizzando test rilevanti di eminenti colleghi.
Fino a qualche giorno fa, in molti avremmo liquidato la questione dell’interfaccia PCI-E 5.0 con il classico “non fa alcuna differenza in gaming”, ma dopo l’ultima tornata di test possiamo sicuramente arricchire questa risposta con dati concreti (ovviamente sempre migliorabili).
Sicuramente nella maggior parte dei giochi, anche impegnativi, il cambio di interfaccia non porta a particolari flessioni del frame-rate medio, ma attenzione perché quando invece ci spostiamo nel terreno dei gamer competitivi e titoli ad alto refresh-rate, il downgrade dell’interfaccia può anche farci perdere oltre il 5% di prestazioni.
È vero, da PCI-E 5.0 a 4.0 lo scarto è praticamente ignorabile, inoltre è difficile che una RTX 5080 sia installata su una scheda madre PCI-E 3.0, ma di fatto si registra un calo di prestazioni sia a 1080P che a 1440P.
In aggiunta, per quanto non incida nel rendering o nel calcolo puro, un eventuale passaggio da PCI-E 5.0 a PCI-E 4.0 e PCI-E 3.0 ci può far perdere anche il 17% di prestazioni in ambito AI, una percentuale secondo noi che può salire ulteriormente se come detto prendiamo in esame applicativi o modelli molto più complessi.
Lo ribadiamo ancora una volta, non pensiamo di vedere in giro una GeForce RTX 5080 su un sistema datato con scheda madre (e CPU a questo punto) ancora sul PCI-E 3.0, ma in tal caso dovete mettere in conto una possibile perdita di prestazioni che, può essere nulla su alcuni titoli (vedi Cyberpunk 2077), quasi trascurabile sui giochi ad alto frame-rate, ma molto marcata nel contesto delle applicazioni che sfruttano l’Intelligenza Artificiale.
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