Poco più di un mese fa ZEPP ha lanciato due nuovi smartphone del brand Amazfit: Cheetah e Cheetah Pro e la prima domanda che mi sono posto è stata:”Dove vanno a posizionarsi questi modelli, visto che Amazfit ha una ricca serie di smartwatch per tutte le esigenze?”. È stata la stessa compagnia a rispondermi, con questa infografica che riepiloga le varie linee disponibili sul mercato e la loro collocazione.

Recensione Amazfit Cheetah Pro, lo smartwatch dedicato allo sport 1

I due nuovi modelli si inseriscono quindi nella linea Performance, insieme quindi ad Amazfit Falcon che rappresenta il modello di punta della compagnia. Da circa un mese al mio polso c’è Amazfit Cheetah Pro, che ho utilizzato anche per qualche corsetta e qualche uscita in bici, anche se il tempo in queste settimane non è stato particolarmente clemente e le uscite sono state meno del previsto.

Ottima qualità costruttiva

Come tutti i prodotti ZEPP, anche questo Amazfit Cheetah Pro è realizzato in maniera impeccabile, con la cassa dello smartwatch realizzata in polimero rinforzato con fibre e una lunetta in lega di titanio elegante ma sportiva allo stesso tempo. Sul lato destro sono presenti un pulsante in metallo, con finitura zigrinata, e una corona per scorrere tra le voci del menu e che può essere premuta per entrare nel menu delle applicazioni.

Amazfit Cheetah Pro

La vera novità rispetto a tutti gli altri dispositivi del brand è la scelta del materiale utilizzato per il cinturino: niente silicone, fluoro elastomeri o soluzioni in gomma. Amazfit ha scelto di realizzare un cinturino in nylon, con chiusura in velcro, per adattarsi alla perfezione a qualsiasi polso e regolarlo in funzione delle attività.

Personalmente preferisco tenerlo leggermente largo durante il giorno, per evitare segni sul polso, ma lo stringo in maniera più decisa durante lo sport, per assicurarmi un perfetto contatto dei sensori con la pelle. Questa soluzione è a mio avviso perfetta, non è necessario trovare il foro esatto sul cinturino, in quanto è possibile regolarlo in maniera personalizzata. Un altro vantaggio è quello di non irritare in alcun modo la pelle, nemmeno quando sudate, cosa che invece con un cinturino in gomma (qualsiasi si ala tipologia) è abbastanza facile.

Con i classici cinturini in silicone liquido o in fluoro elastomero noto sempre degli arrossamenti, più o meno esteso, mentre con questa soluzione non c’è problema di sorta. Il rovescio della medaglia è che il cinturino si bagna e ci mette un po’ ad asciugarsi, per cui se siete abituati a indossarlo anche sotto la doccia potrebbe darvi fastidio finché non si asciuga.

Per il resto troviamo il solito sistema magnetico a due pin per la ricarica e il sensore BioTracker che rileva, oltre al battito cardiaco, anche il livello di ossigeno nel sangue. La connettività include il supporto alle reti WiFi a 2,4 GHz, per il download degli aggiornamenti, e il Bluetooth 5.0, per il collegamento allo smartphone ed eventualmente alle cuffie, per ascoltar musica e messaggi vocali.

Software e funzioni al top

Anche Amazfit Cheetah Pro utilizza Zepp OS 2.0, che in questo caso sfrutta più che mai l’ampia gamma di sensori presente all’interno dello smartwatch per fornire una grande quantità di informazioni utili per lo sport. Abbiamo un sistema di posizionamento al top della categoria, con GPS a doppia banda e supporto a 6 sistemi di posizionamento satellitare.

Il risultato è davvero spettacolare, ho provato a correre in mezzo ai boschi, col sole o in giornate molto nuvolose, ho pedalato nelle stradine strette dei paesi in mezzo a case e sottopassaggi, senza che il segnale venisse mai perso. Analizzando la traccia registrata dal sistema MaxTrack si nota una precisione davvero elevata, senza scostamenti dalla strada reale tipico invece dei modelli più economici e meno precisi.

Davvero molto utile, soprattutto per scoprire nuovi percorsi, la funzione di download delle mappe, da effettuare dalla companion app sullo smartphone. È possibile selezionare un’area di 200×300 chilometri al massimo, ma a mio avviso è meglio scegliere un’area più piccola per evitare di riempire la memoria interna e lasciare spazio per la musica.

Grazie alle mappe ho scoperto un paio di single track molto divertenti, e ho evitato di seguire un percorso in montagna che si interrompeva in mezzo al nulla, scoprendo invece alcune scorciatoie davvero interessanti.

Mi piace correre ascoltando la mia musica preferita e con circa 2 GB di spazio a disposizione (qualcosa in meno vista la presenza di una mappa locale) ho potuto inserire un paio di compilation per le varie situazioni. Oltre all’ascolto con le cuffie è possibile sfruttare anche il piccolo altoparlante interno, anche se il suono non è il massimo.

Decisamente ricca la parte dedicata allo sport, con oltre 150 attività supportate e il riconoscimento automatico di alcune di esse, anche se personalmente preferisco tenere disattiva questa funzione, così da contenere i consumi e registrare solo le vere attività. I dati raccolti possono essere consultati in maniera dettagliata sull’applicazione e condivisi con piattaforme di terze parti, come Strava, Relive, Adidas Running e altre.

Molto apprezzati i messaggi vocali, che soprattutto nella corsa mi hanno aiutato a mantenere un determinato passo, ricordandomi a intervalli regolare il passo medio e quello istantaneo, utile soprattutto su percorsi molto ondulati dove è facile perdere il ritmo. Molto utile anche la misurazione del valore VO2 Max, un parametro molto comodo per misurare il proprio livello di forma e apprezzare i miglioramenti in seguito agli allenamenti.

Il cardio frequenzimetro è decisamente preciso, almeno per quanto riguarda una misurazione al polso, in linea con brand specializzati che ho provato in passato, ma per i più esigenti è possibile collegare una fascia cardio così da avere dei dati ancora più precisi.

Lo schermo particolarmente luminoso (1000 nit) mi ha decisamente convinto, visto che è perfettamente consultabile anche sotto la luce del sole, sempre. Ma ho apprezzato soprattutto la possibilità di “ascoltare” i dati, con la distanza percorsa, il passo e molto altro, perfetto per non perdere la concentrazione o il ritmo ma rimanere sempre coscienti della propria prestazione.

Non poteva ovviamente mancare ZEPP Coach, una delle novità più interessanti di quest’anno, un sistema basato su IA che suggerisce l’allenamento ideale per ognuno, a seconda dei parametri impostati. L’assistente suggerirà l’intensità di ogni sessione, anche in base ai giorni di riposo prescelti, riportando tutte le informazioni anche sullo smartphone.

Avevo già provato la funzione in passato e devo dire che è ancora decisamente acerba e poco utile, soprattutto rispetto a un coach in carne e ossa, ma è probabile che col tempo ZEPP migliori questa funzione e la renda più utile.

Le solite mancanze

Fin qui tutto bene quindi, ma dunque questo Amazfit Cheetah Pro non ha difetti? In realtà quello che c’è funziona bene, il problema è quello che manca, una cosa di cui ormai si sente sempre più la mancanza. Da qualche settimana, oltre al Cheetah Pro, porto al polso anche un Mobvoi Ticwatch Pro 5, che ho imparato ad amare per la possibilità di effettuare i pagamenti tramite NFC. Non devo nemmeno avere lo smartphone o il portafogli, visto che basta appoggiarlo al lettore nei negozi e il gioco è fatto.

Amazfit Cheetah Pro, come del resto tutti i dispositivi del brand, continua una lunga tradizione che vede assente il chip NFC e di conseguenza l’impossibilità di pagare in mobilità. È un’assenza decisamente pesante, che nel 2023 ha davvero poco senso. Capisco che sia difficile sviluppare un sistema di pagamento affidabile ma ZEPP da questo punto di vista deve assolutamente impegnarsi di più e cercare una soluzione, se non vuole iniziare a perdere qualche quota di mercato. Anche perché la concorrenza, anche nel settore degli sportwatch, è agguerrita e propone soluzioni di pagamento anche sui modelli di fascia media.

Ancora assente anche la possibilità di rispondere ai messaggi dallo smartwatch sfruttando una tastiera virtuale che manca completamente. Anche in questo caso di tratta di una mancanza che potrebbe sembrare di poco conto ma la comodità di uno smartwatch sta anche nel poterlo utilizzare in situazioni simili, magari anche solo per rispondere in maniera telegrafica a un messaggio.

In conclusione

Amazfit Cheetah Pro mi ha convinto decisamente, al netto delle mancanze appena illustrate, tanto da diventare il mio sportwatch di riferimento. Preciso, elegante, completo, con una buona autonomia e completo di funzioni. Il tutto a un prezzo decisamente allettante, soprattutto se confrontato con la concorrenza che ha dei prezzi più elevati.

Potete acquistare Amazfit Cheetah Pro a 299,90 euro sullo store ufficiale o su Amazon.