Le tensioni tra Apple e Bruxelles tornano a salire, come spesso accade negli ultimi tempi; il Digital Markets Act, la normativa che mira a limitare il potere delle big tech e ad aprire maggiormente il mercato ai concorrenti, offrendo di conseguenza più scelta ai consumatori, torna a essere il fulcro di un nuovo braccio di ferro. Questa volta sotto la lente dell’Unione Europea finiscono Apple Maps e Apple Ads, due servizi che secondo la Commissione avrebbero superato le soglie previste per potenziali gatekeeper, una classificazione che, come sempre, non si limita a essere un’etichetta formale, ma che comporta obblighi stringenti e modifiche concrete ai servizi.
Secondo quanto riportato da Reuters, Apple ha notificato ufficialmente a Bruxelles che entrambi i servizi hanno superato le due soglie chiave: più di 45 milioni di utenti attivi mensili in Europa e una capitalizzazione di mercato superiore ai 75 miliardi di euro; si tratta di due criteri fondamentali che definiscono un servizio come piattaforma di importanza sistemica all’interno del quadro normativo DMA.
Apple si oppone all’UE: “Maps ha uso limitato, Ads è marginale”
Apple non è d’accordo con l’interpretazione della Commissione, l’azienda ha infatti già presentato confutazioni formali sostenendo una posizione piuttosto chiara, e per certi versi prevedibile; secondo Cupertino i due servizi non avrebbero un peso tale da richiedere la designazione di gatekeeper. In particolare:
- Apple Ads avrebbe una quota minima nel mercato pubblicitario europeo rispetto ai colossi del settore come Google, Meta, Microsoft, TikTok o X; inoltre, sottolinea l’azienda, il servizio non sfrutterebbe dati provenienti da altri servizi Apple per creare un vantaggio competitivo
- Apple Maps invece, avrebbe un utilizzo molto limitato nell’UE se confrontato con Google Maps o Waze, e a differenza di altri servizi di mappatura, non offrirebbe funzionalità di intermediazione tali da costituire un vero ponte diretto tra aziende e utenti (un dettaglio molto rilevante all’interno della logica del DMA)
In altre parole, Apple sostiene che i numeri non bastino per definire Maps e Ads come piattaforme che godono di un potere di mercato problematico.
La Commissione Europea ha ora 45 giorni lavorativi per valutare la documentazione e decidere se procedere con la designazione formale, questo ci porta a un verdetto atteso all’inizio del 2026, quando l’UE dovrà chiarire se Apple dovrà modificare nuovamente il funzionamento dei suoi servizi in Europa.
Qualora venissero effettivamente considerati gatekeeper, Apple avrebbe sei mesi di tempo per adeguarsi alle regole, e qui si apre un ventaglio di scenari ancora molto incerti: a differenza dell’App Store o di iOS, non è affatto chiaro come Maps o Apple Ads potrebbero cambiare concretamente per soddisfare le prescrizioni del DMA. Potrebbero essere richieste API più aperte? Maggiore interoperabilità nei servizi di advertising? Funzionalità aggiuntive per i fornitori di mappe? Al momento non ci sono informazioni precise.
Questo nuovo dossier si aggiunge alle numerose modifiche già chieste ad Apple nel contesto del DMA, non è un mistero che l’azienda sia stata costretta a introdurre (anche se spesso controvoglia) innovazioni come app store alternativi, metodi di pagamento diversi e procedure di sideloading.
Molti di voi ricorderanno come, negli ultimi due anni, queste novità abbiano cambiato in modo significativo l’esperienza degli utenti nell’Unione Europea, spesso con transizioni non prive di polemiche.
Bisognerà dunque attendere per capire se Apple Maps e Apple Ads entreranno ufficialmente nella lista dei servizi di importanza sistemica regolati dal DMA, qualunque sarà la decisione finale della Commissione, il 2026 si preannuncia come un anno fondamentale per il rapporto tra Apple e l’Europa, con effetti tangibili su applicazioni, funzionalità e forse anche sulla strategia commerciale dell’azienda.
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