L’Unione Europea sta spingendo sempre più sulla rimozione dell’esenzione dai dazi doganali per i pacchi low cost, ossia quelli di valore inferiore ai 150 euro, provenienti da Paesi al di fuori della comunità europea. Negli ultimi anni, infatti, questa soglia ha favorito enormemente l’arrivo nel Vecchio Continente di prodotti economici provenienti dalla Cina, contribuendo alla crescita delle piattaforme di shopping online a basso prezzo.
Inizialmente prevista soltanto nel 2028, questa esenzione vuole essere anticipata già all’inizio del prossimo anno per far fronte all’ondata di pacchi che ogni giorno viaggiano dai magazzini cinesi fino alle case dei consumatori europei. Non è la prima volta che l’Unione Europea punta il dito contro colossi dello shopping come Shein e Temu, che in passato sono stati accusati dalla Commissione di importare nei nostri Paesi prodotti potenzialmente non conformi agli standard di sicurezza richiesti dall’UE.
Come funzionerà l’esenzione dai dazi doganali dalla Cina
A fare pressione sull’Unione Europea sono soprattutto i rivenditori europei, convinti che la concorrenza di piattaforme come Shein, Temu, Aliexpress e il più recente Amazon Haul stiano letteralmente distruggendo le imprese presenti sul territorio. Questi colossi cinesi, proprio perché non scontano alcun costo doganale in caso di pacchi di valore inferiore ai 150 euro, possono proporre prezzi quasi impossibili da replicare per chi opera all’interno dell’UE.
Oltre alla rimozione dell’esenzione dai dazi, nel primo trimestre del 2026 entrerà in vigore anche una nuova tassa semplificata di gestione doganale, pensata per rendere più equa la competizione. Molti Stati membri, nel frattempo, si stanno già muovendo in autonomia per far fronte a questa crisi: nel nostro Paese, per esempio, si sta lavorando da tempo ad un’imposta mirata soprattutto alla tutela del settore moda, tra i più colpiti proprio perché milioni di persone acquistano quotidianamente capi d’abbigliamento su piattaforme come Shein.
Oltre a queste novità, l’Unione Europea sta pensando anche di introdurre una tassa forfettaria di 2 euro per ogni spedizione a basso costo. Questo contributo, secondo la Commissione Europea, dovrebbe evitare la frammentazione normativa tra i vari Paesi e ridurre una situazione che la principale lobby dei retailer europei, EuroCommerce, considera molto critica.
Si stima che ogni anno in Europa arrivino oltre 4,6 miliardi di pacchi low cost, con la quasi totalità proveniente dalla Cina. Non è quindi un caso che l’Unione Europea stia cercando di correre ai ripari per salvaguardare l’economia dei retailer presenti sul nostro territorio, ormai sempre più colpiti dalla concorrenza, talvolta sleale, delle piattaforme cinesi.
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