Dopo mesi di silenzio e qualche voce di corridoio più o meno credibile, gli Apple Glasses tornano prepotentemente al centro della scena grazie a un nuovo rapporto di Mark Gurman e, come spesso accade con le sue anticipazioni, le informazioni condivise contribuiscono a dare finalmente un quadro più chiaro della strategia di Apple nel mondo dell’informatica spaziale.

Abbiamo visto di recente come sembri che Apple sia intenzionata a spostare temporaneamente le risorse del progetto Vision Pro alla realizzazione del suo primo modello di occhiali connessi, la novità più interessante è che il dispositivo non sarebbe affatto un prodotto completamente separato: gli Apple Glasses potrebbero infatti utilizzare una versione ridotta di visionOS, il sistema operativo che già muove Vision Pro.

visionOS anche sugli Apple Glasses (con una marcia in più accanto al Mac)

La vera sorpresa riguarda l’approccio ibrido pensato da Apple, le fonti di Gurman parlano di un sistema che, se utilizzato da solo o collegato a un iPhone, mostrerebbe un’interfaccia più leggera e semplificata pensata per l’utilizzo quotidiano in mobilità, ma che potrebbe trasformarsi in una versione completa di visionOS nel momento in cui viene abbinato a un Mac.

Un concetto, questo, che apre scenari decisamente interessanti: immaginate di indossare gli Apple Glasses per sfruttare le funzioni di intelligenza artificiale, fotocamere integrate e interfacce contestuali quando siete in movimento, per poi sedervi davanti al vostro Mac e veder sbloccare l’esperienza completa di computing spaziale di visionOS, con finestre flottanti, multitasking 3D e applicazioni che si integrano con l’ambiente circostante.

In sostanza, Apple non starebbe pensando di miniaturizzare Vision Pro in un paio di occhiali (come molti avevano ipotizzato fino a pochi mesi fa), ma di realizzare un prodotto complementare, capace di fondere le esperienze AR, IA e Mac in un unico ecosistema coerente.

L’orientamento verso gli occhiali intelligenti con IA integrata non è casuale, negli ultimi mesi il successo mediatico e tecnologico degli occhiali di Meta e l’ondata di dispositivi AI first hanno inevitabilmente spinto Apple a rivedere le priorità; l’obbiettivo, secondo Gurman, sarebbe quello di creare occhiali più leggeri e accessibili, che possano evolversi progressivamente verso la realtà aumentata completa, senza perdere il legame con l’ecosistema software già costruito attorno a Vision Pro.

In effetti, questa scelta appare tutt’altro che improvvisata, tutto il lavoro svolto su visionOS e sull’hardware spaziale di Vision Pro, dai sensori ai framework grafici, potrebbe essere riutilizzato e ottimizzato per gli Apple Glasses, accelerandone lo sviluppo e riducendo i tempi di commercializzazione.

Per anni l’idea di un paio di occhiali AR firmati Apple è sembrata quasi un esercizio di stile futuristico, un sogno destinato a restare confinato nei laboratori di Cupertino; ma questa nuova indiscrezione cambia la prospettiva, l’informatica spaziale di Apple potrebbe presto arrivare in una forma più semplice, più quotidiana, e forse più rivoluzionaria proprio per questo.

Se gli Apple Glasses riuscissero davvero a integrare visionOS, IA e Mac in un unico ecosistema fluido, allora non saremmo di fronte a un semplice accessorio, ma a una nuova categoria di dispositivo personale, capace di ridefinire il modo in cui interagiamo con la tecnologia.

Con questa strategia, gli occhiali intelligenti di Apple non sono più un’idea astratta, bensì il tassello mancante nella visione spaziale di Apple; non ci resta che attendere con pazienza per vederli dal vivo.