Il braccio di ferro tra Washington e Pechino sulla sorte di TikTok, che va avanti ormai da diverso tempo e ha visto numerosi rinvii, sembra aver finalmente trovato un punto di svolta; nelle scorse ora, il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che recepisce l’accordo quadro tra ByteDance (società madre dell’app) e il governo statunitense, un’intesa che risponde alle richieste della legge approvata nel 2024.
C’è l’accordo per salvare TikTok negli Stati Uniti
Secondo quanto riportato, l’accordo prevede la creazione di una nuova società per le attività statunitensi di TikTok, valutata 14 miliardi di dollari e posseduta e controllata per la maggior parte da aziende americane. Il nuovo consiglio di amministrazione dovrà operare seguendo regole stringenti per la protezione dei dati e della sicurezza nazionale, mentre l’algoritmo di raccomandazione, il codice e il sistema di moderazione dei contenuti saranno posti sotto la supervisione dei nuovi proprietari.
Stando alle prime indiscrezioni, tra i protagonisti del nuovo assetto ci sono Oracle, Silver Lake e il fondo MGX con sede ad Abu Dhabu, che deterranno complessivamente circa il 45% della futura TikTok USA; gli investitori di ByteDance manterranno una quota del 35%, mentre la restante parte sarà distribuita tra altri azionisti statunitensi.
Durante un briefing, Trump ha confermato di aver parlato direttamente con il presidente cinese Xi Jinping, sottolineando di aver avuto una bella chiacchierata e che da Pechino è arrivato un sostanziale via libera; a chi gli chiedeva se l’algoritmo della piattaforma avrebbe potuto spingere contenuti favorevoli alla sua base elettorale il presidente ha risposto: “Se potessi renderlo al 100% MAGA, lo farei. Ma purtroppo non funzionerà in questo modo. Ogni gruppo, ogni filosofia, ogni politica sarà trattata equamente“.
Una battuta che non cancella però il peso politico della vicenda, TikTok è da anni al centro di accuse di possibili legami con il governo cinese, sospettato di utilizzare l’app per attività di sorveglianza e propaganda.
La firma dell’ordine Salviamo TikTok arriva dopo svariati rinvii, Trump ha infatti più volte posticipato la scadenza fissata per l’entrata in vigore del divieto; solo lo scorso 16 settembre, a un giorno dalla scadenza, il presidente ha annunciato la quarta proroga, spiegando che le parti stavano facendo progressi su un accordo definitivo.
Già nel 2020, durante il suo primo mandato, Trump aveva cercato di vietare l’app, una posizione che aveva raccolto un consenso bipartisan e che ha poi portato, lo scorso anno, all’approvazione della legge attuale; tuttavia, negli ultimi mesi il presidente ha ammorbidito i toni, complice anche la grande popolarità della piattaforma tra i giovani americani, un bacino elettorale strategico.
Dal punto di vista pratico, per chi utilizza TikTok negli Stati Uniti non ci saranno rivoluzioni immediate, l’app resterà attiva e, almeno in apparenza, continuerà a funzionare come sempre; la differenza sostanziale sarà dietro le quinte, con una nuova governance statunitense che controllerà la gestione dei dati e l’algoritmo di raccomandazione, garantendo (almeno sulla carta) che i dati degli utenti americani non possano essere accessibili da Pechino.
Questa operazione rappresenta però anche un precedente importante, è la prima volta che un’app globale di tale portata subisce un commissariamento di fatto da parte di un governo nazionale, aprendo la strada a possibili scenari simili per altre piattaforme considerate sensibili.
La firma di Trump non chiude del tutto il dossier, ma ne rappresenta un passaggio cruciale, ora resta da vedere come e quando il nuovo consiglio di amministrazione entrerà pienamente in funzione e se la Cina, pur avendo dato il suo benestare formale, non porrà ostacoli successivi.
Per TikTok la sfida sarà mantenere intatto il proprio fascino presso gli utenti americani, evitando che la complessa ristrutturazione si traduce in rallentamenti o limitazioni; per Washington invece, questo accordo diventa un banco di prova sulla capacità di controllare le big tech straniere senza alienarsi a un pubblico di centinaia di milioni di giovani.
Gli utenti americani possono quindi, per ora, tirare un sospiro di sollievo, il temuto ban è stato scongiurato; ma come sempre in questi casi, gli equilibri geopolitici e tecnologici possono cambiare rapidamente, e TikTok dovrà dimostrare di poter continuare a operare in un contesto politico sempre più complesso.
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