Nonostante la strenua opposizione e i tentativi di rinvio messi in atto nelle scorse settimane, Apple dovrà forzatamente adeguarsi a quanto stabilito dalla giustizia statunitense in merito all’apertura dell’App Store e ai metodi di pagamento alternativi; la conferma è arrivata nelle ultime ore da una corte d’appello, che ha respinto la richiesta di urgenza dell’azienda di Cupertino per sospendere l’efficacia dell’ordinanza emessa ad aprile da un giudice federale.

Una decisione che sebbene non definitiva, il processo d’appello è infatti ancora in corso, rappresenta una battuta d’arresto importante per Apple, che da tempo cerca di mantenere il pieno controllo sul proprio store digitale e su ogni transizione che avviene al suo interno.

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La corte respinge la richiesta d’urgenza di Apple

Molti di voi hanno sicuramente ben presente la lunga battaglia legale tra Apple ed Epic Games, iniziata nel 2020 quando quest’ultima decise di sfidare apertamente le regole dell’App Store introducendo un proprio metodo di pagamento all’interno di Fortnite; da lì in poi si è aperto un fronte giudiziario particolarmente complesso, fatto di accuse incrociate, verdetti contrastanti e una crescente attenzione da parte dei regolatori di tutto il mondo.

Nonostante Epic non sia riuscita ad ottenere una vittoria piena, una delle poche concessioni stabilite dal tribunale è stata proprio quella di consentire agli sviluppatori di comunicare agli utenti l’esistenza di opzioni di acquisto esterne, anche attraverso link inseriti direttamente all’interno delle app.

Di recente, una sentenza particolarmente netta ha evidenziato come Apple avesse ripetutamente eluso le direttive precedenti, limitando in vari modi (anche tramite requisiti tecnici) la possibilità per gli sviluppatori di inserire link chiari e accessibili a metodi di pagamento esterni; il giudice ha quindi imposto un’ordinanza più esplicita, intimando all’azienda di:

  • consentire link web diretti per gli acquisti
  • non limitare la formattazione o la visibilità dei link stessi
  • permettere l’utilizzo di sistemi di pagamento alternativi senza trattenere una commissione

Apple ha subito fatto ricorso chiedendo la sospensione temporanea dell’ordinanza fino al termine del processo, tuttavia, la corte d’appello ha bocciato questa richiesta dichiarandosi non convinta della validità delle argomentazioni presentate dall’azienda di Cupertino.

Nello specifico i giudici hanno valutato quattro criteri: la probabilità di successo dell’appello, il rischio di danno irreparabile per Apple, i danni ad altre parti coinvolte e l’interesse pubblico, concludendo che nessuno di questi giustificasse la sospensione.

Come prevedibile, l’entrata in vigore dell’ordinanza ha già avuto effetti concreti, alcune delle più grandi piattaforme digitali, come Spotify tanto per fare un esempio, hanno già aggiornato le loro app introducendo link diretti per gli acquisti sul web, bypassando così le commissioni dell’App Store; lo stesso Fortnite è tornato in scena offrendo agli utenti una doppia opzione di pagamento, il classico sistema di Apple e il programma di Epic con ricompense personalizzate.

Secondo quanto dichiarato da Tim Sweeny (CEO di Epic Games), al momento ci sarebbe una ripartizione 60/40 a favore del sistema di Apple, ma è verosimile che questa proporzione possa cambiare nel tempo, soprattutto se sempre più sviluppatori cominceranno a sfruttare le nuove possibilità.

La reazione di Apple non si è fatta attendere, Olivia Dalton, portavoce dell’azienda ha infatti dichiarato:

Siamo delusi dalla decisione di non sospendere l’ordinanza del tribunale distrettuale e continueremo a sostenere la nostra causa durante il processo di appello. Come abbiamo già detto, siamo fortemente in disaccordo con il parere del tribunale distrettuale. Il nostro obiettivo è garantire che l’App Store rimanga un’incredibile opportunità per gli sviluppatori e un’esperienza sicura e affidabile per i nostri utenti.

Parole che, tuttavia, non cambiano il quadro attuale; fino a nuova comunicazione l’ordinanza è valida ed esecutiva, Apple dovrà suo malgrado adeguarsi, concedendo un livello di libertà finora inedito agli sviluppatori (e di riflesso più opzioni per gli utenti finali).

Sebbene la vicenda sia tutt’altro che conclusa, l’appello è infatti ancora in corso e Apple non ha certo rinunciato a far valere le proprie ragioni, la sensazione è che l’era dell’App Store blindato stia lentamente volgendo al termine. Le pressioni normative, le cause legali e le richieste del mercato stanno progressivamente scardinando quel modello chiuso che per oltre un decennio ha rappresentato il cuore del business mobile di Apple; non ci resta dunque che attendere per scoprire quali aperture si consolideranno.