Nella notte tra il 28 e il 29 aprile 2025, quando in Italia era da poco passata l’una, Amazon ha compiuto un passo fondamentale per il futuro del suo servizio di connettività satellitare, portando in orbita i primi 27 satelliti operativi del progetto Kuiper. Il lancio, denominato “KA-01”, è avvenuto con successo dal complesso 41 di Cape Canaveral grazie a un razzo Atlas V 551 della United Launch Alliance (ULA), aprendo ufficialmente la fase operativa di un progetto destinato a competere direttamente con Starlink di SpaceX e OneWeb di Eutelsat.

Amazon Kuiper: una nuova costellazione per portare Internet ovunque

Il progetto Kuiper di Amazon, annunciato già da diversi anni ma rallentato da una serie di sfide tecnologiche e logistiche, si propone come un servizio di connettività globale basato su una costellazione di satelliti in orbita bassa, capace di portare Internet anche nelle aree più remote del pianeta; come per i servizi concorrenti, gli utenti dovranno dotarsi di un’antenna parabolica dedicata per poter ricevere il segnale.

Ad oggi, Amazon ha ottenuto il via libera dalla Federal Communications Commission (FCC) per posizionare 3.236 satelliti, distribuiti su 98 piani orbitali e a tre diversi livelli di altitudine: 590, 610 e 630 km. Il piano prevede circa 80 lanci complessivi per completare l’intera rete, e l’azienda ha già stretto accordi con diversi partner per l’utilizzo di vari lanciatori: oltre all’Atlas V di ULA, verranno coinvolti anche il New Glenn di Blue Origin, l’Ariane 6 di Arianespace e il Falcon 9 di SpaceX.

I 27 satelliti lanciati oggi sono stati rilasciati a circa 450 km di quota, ma raggiungeranno la loro orbita definitiva a 630 km grazie al propulsore a effetto Hall integrato, una tecnologia che consente manovre precise in orbita sfruttando un campo magnetico per accelerare ioni.

Prima che i satelliti inizino a fornire connettività, saranno sottoposti a una serie di controlli da parte dei tecnici a terra, necessari per verificare l’integrità dei sistemi e calibrare le operazioni in orbita; Amazon ha mantenuto il massimo riserbo sulle specifiche tecniche dei suoi satelliti, ma alcune analisi indipendenti (come quella di Quilty Analytics) suggeriscono una massa di circa 500 kg per unità, un valore intermedio tra gli attuali Starlink V2 Mini (700 kg) e i satelliti OneWeb (150 kg).

Così come i satelliti di nuova generazione di SpaceX, anche i Kuiper di Amazon sono dotati di sistemi di comunicazione ottica inter-satellitare, che permettono lo scambio di dati tramite laser; questo approccio consente di ridurre notevolmente la dipendenza dalle stazioni di terra, migliorando l’efficienza della rete e la copertura globale.

Non è un dettaglio da poco, grazie a questa tecnologia, sarà possibile estendere la connettività a zone completamente isolate o non coperte da reti terrestri, migliorando l’accesso a Internet in contesti rurali, in viaggio o in situazioni di emergenza.

Amazon aveva già effettuato un primo test nello spazio nell’ottobre 2023, con il lancio dei satelliti KuiperSat-1 e KuiperSat-2, che hanno terminato la loro missione a maggio 2024; da allora però, il progetto ha accumulato un certo ritardo rispetto alla concorrenza: Starlink, ad esempio, conta ormai oltre 6.400 satelliti operativi, mentre OneWeb è già a quota 600.

Nonostante ciò, Amazon punta a recuperare terreno in fretta, e questo primo lancio operativo rappresenta l’inizio di un periodo particolarmente intenso, con decine di lanci programmati nei prossimi anni per costruire in tempi rapidi una rete globale affidabile e ad alte prestazioni.

In attesa di conoscere i dettagli commerciali (come costi, dispositivi compatibili e data di attivazione dei primi servizi) possiamo dire che il Project Kuiper sarà una nuova alternativa per l’accesso a Internet ad alta velocità, soprattutto per chi vive in zone dove le connessioni via cavo o fibra non arrivano. È probabile che Amazon punterà su prezzi competitivi, sulla base del suo ecosistema integrato, e su una forte sinergia con Alexa, Fire TV, Echo e altri dispositivi smart.

Il decollo dei primi 27 satelliti Kuiper segna ufficialmente l’ingresso di Amazon nella space economy “operativa”, un settore in pieno fermento dove la competizione si gioca tanto sulla capacità tecnica quanto sulla scalabilità del servizio.